Durante il
2020 molti paesi hanno
ridotto il numero d’interventi chirurgici elettivi per liberare posti letto e far fronte all'epidemia di COVID-19. Questa situazione ha portato i sistemi sanitari a stabilire delle
priorità degli interventi elettivi e a ridurre i
volumi complessivi dei trattamenti.
Lo scopo di un
recente studio è stato analizzare se la pandemia e le politiche di
prioritizzazione della chirurgia elettiva siano state fatte considerando la potenziale
inappropriatezza evidenziata dalla misurazione della variazione geografica.
L'impostazione dello studio è focalizzata sull'assistenza per acuti con particolare attenzione alle procedure chirurgiche elettive. I dati sono stati analizzati a livello regionale italiano.
Lo studio è di tipo osservazionale e si basa sulle cartelle cliniche nazionali dal 2019 al 2020. Le analisi si riferiscono ai
21 sistemi sanitari regionali italiani, utilizzando 48.917 cartelle per il 2019 e 33.821 per il 2020.
Le procedure chirurgiche analizzate sono quelle considerate
ad alto rischio di variazione ingiustificata: angioplastica coronarica, colecistectomia, colectomia, sostituzione del ginocchio, isterectomia, tonsillectomia, sostituzione dell'anca e stripping venoso.
Le misure primarie erano il tasso di ospedalizzazione e la sua riduzione per procedura, per comprendere il livello di potenziale inappropriatezza.
Le misure secondarie erano deviazione standard (standard deviation - SD) e high/low ratio, per mappare il livello di variazione geografica.
Per alcune procedure esiste una relazione negativa lineare (ad es. tonsillectomia: ρ = -0,92, p<0,01; stripping venoso ρ = -0,93, p<0,01) tra la riduzione dell'ospedalizzazione e il suo punto di partenza. Le uniche due procedure per le quali non sono state registrate differenze significative sono la colecistectomia (ρ = -0,22, p=0,31) e l'isterectomia (ρ = -0,22, p=0,33) (vedi
tabella 3)

La
tabella 2 mostra la riduzione del volume di procedure chirurgiche elettive selezionate nel 2020 rispetto al 2019.

In tutti i casi, i dati mostrano che le
regioni con
tassi di ospedalizzazione più elevati nel 2019 hanno registrato una
riduzione maggiore (vedi
Supplementary material).
I dati italiani mostrano che la pandemia sembra aver portato i dirigenti ospedalieri e gli operatori sanitari a
tagliare gli interventi chirurgici più probabilmente inappropriati. Pertanto, questi risultati possono informare e guidare il sistema sanitario a gestire variazioni ingiustificate quando si torna alla nuova normalità.
Questo nuovo punto di partenza (
volumi inferiori in alcune procedure chirurgiche elettive selezionate) dovrebbe essere utilizzato per pianificare trattamenti chirurgici elettivi, che possono essere annullati a causa del loro elevato rischio di
inappropriatezza.
Per saperne di più:
Per approfondire: