Per affrontare il problema delle
infezioni nosocomiali, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha pubblicato un
documento rivolto a governi, istituzioni e ospedali che fornisce prove sul ritorno degli investimenti e indicazioni per l'attuazione e il monitoraggio del piano d'azione globale dell'OMS sulla prevenzione e il controllo delle malattie a livello nazionale.
Le infezioni contratte in ambito sanitario rappresentano una grave minaccia per pazienti e sistemi sanitari, sebbene la maggior parte risulti prevenibile. Ogni anno, in tutto il mondo,
centinaia di milioni di pazienti e operatori sanitari vengono colpiti da infezioni prevenibili contratte durante l'erogazione dell'assistenza sanitaria, comprese quelle resistenti agli antimicrobici. Anche familiari e visitatori delle strutture possono esserne colpiti.

Queste infezioni, note come
HAI (Health care-Associated Infections), possono essere contratte durante l'erogazione dell'assistenza sanitaria in qualsiasi momento e diffondersi attraverso focolai in ambienti sanitari.
Programmi di
prevenzione e controllo delle infezioni (Infection Prevention and Control - IPC) e
servizi idrici e igienico-sanitari (Water, Sanitation and Hygiene - WASH) sono cruciali per salvare vite umane e generare benefici economici.
L'
IPC è un insieme di
misure concrete, basate su evidenze scientifiche, che impedisce a pazienti, operatori e visitatori di essere colpiti da infezioni ospedaliere evitabili.
Esempi di misure IPC sono l'igiene delle mani, le precauzioni standard, l'uso corretto dei dispositivi di protezione individuale, la sterilizzazione degli strumenti medici, la disinfezione regolare degli ambienti ospedalieri, la sicurezza delle iniezioni, le pratiche asettiche per la gestione di dispositivi invasivi. Inoltre garantire infrastrutture adeguate (come sistemi di ventilazione), WASH e servizi di gestione dei rifiuti costituiscono una componente essenziale dei programmi IPC.
Il
Rapporto globale OMS sull'IPC 2024 rivela che nel 2023 una significativa percentuale di paesi (9%) era
sprovvista di programmi IPC, e solo una minoranza (39%) aveva implementato strategie nazionali, spesso carenti di monitoraggio. Preoccupanti anche gli investimenti: solo il 44% dei paesi dedicava un budget specifico all'IPC, e appena il 6% rispettava i criteri minimi OMS. A livello ospedaliero (su un campione di 5.537 strutture in 92 Paesi), solo una piccola parte (15,8%) aderiva pienamente agli standard minimi di prevenzione.

Inoltre, approvato durante la 77esima Assemblea mondiale della sanità e adottato da tutti i paesi partecipanti, il
Piano d'azione globale per l'IPC 2024-2030 sollecita a implementare e monitorare interventi efficaci. Il documento fornisce evidenze sul ritorno degli investimenti e indicazioni per l'attuazione del piano a livello nazionale.
Fondamentali risultano l'
azione congiunta e gli
investimenti in IPC e WASH da parte di attori internazionali, unitamente all'Organizzazione mondiale della sanità, che si impegna a guidare e coordinare questi sforzi. Migliorare IPC e WASH attraverso il rispetto dei requisiti minimi OMS è una priorità urgente per proteggere pazienti, operatori sanitari e visitatori, ridurre le infezioni associate all'assistenza sanitaria e la resistenza antimicrobica.
Questi sforzi non solo andranno a beneficio delle persone e dei sistemi sanitari di tutti i paesi, proteggendoli da infezioni evitabili, ma contribuiranno anche fortemente al raggiungimento degli
obiettivi di sviluppo sostenibile correlati alla salute, contribuiranno all'efficace implementazione di altre importanti priorità sanitarie globali, tra cui la
sicurezza di pazienti e operatori, i piani d'azione e gli obiettivi per la
resistenza antimicrobica e l'erogazione di
servizi sanitari di qualità.
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