6/7/2020

Per contenere l'epidemia il messaggio chiave rimane: Test, test, test!


Nel mese di marzo 2020, uno dei messaggi più ripetuti era quello lanciato dall’OMS: Test, Test, Test.
Con il passare dei mesi, l’uso dei test diagnostici è stato ancor più sottolineato ed evidenziato come una azione da intraprendere per contenere la diffusione di Covid-19.

I test diagnostici a disposizione sono innumerevoli e altri sono in via di sviluppo. E’ comunque fondamentale che ne venga stabilita la sensibilità e specificità analitiche, così come la sensibilità e specificità cliniche. La ricerca è in continua evoluzione ed è ben arduo oggi stabilire quale, tra i tanti test, sia il più “affidabile”.

Interpretazione dei test diagnostici per SARS-CoV-2

Come ci ricorda anche un approfondimento di ARS Toscana, è stato recentemente pubblicato su JAMA Network il viewpoint Interpreting Diagnostic Tests for SARS-CoV-2, che descrive come interpretare i risultati e le variazioni nel tempo di 2 tipi di test diagnostici comunemente usati per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 :
  • la reazione di trascrizione inversa della polimerasi a catena (RT-PCR )
  • IgM e IgG con dosaggi di immunoassorbimento a correlazione enzimatica (ELISA)
immagine test diagnostici JAMA
Immagine tratta da: Interpreting Diagnostic Tests for SARS-CoV-2. JAMA. 2020;323(22):2249-2251. doi:10.1001/jama.2020.8259

Finora, il test più comunemente usato e affidabile per la diagnosi di COVID-19 è stato il test RT-PCR eseguito utilizzando tamponi nasofaringei o altri campioni del tratto respiratorio superiore, prelevati mediante tampone oro-faringeo o, più recentemente, quello salivare.

Nella maggior parte dei soggetti con infezione sintomatica da COVID-19, l'RNA virale, prelevato mediante tampone rinofaringeo, diventa rilevabile già dal primo giorno in cui sono presenti i sintomi, con un picco entro la prima settimana dal loro esordio. Questa positività nei casi lievi inizia a diminuire entro la terza settimana divenendo, successivamente, non rilevabile.

Al contrario, in pazienti ospedalizzati gravemente malati, la positività della PCR può persistere oltre 3 settimane dopo l'insorgenza della malattia. Tuttavia, un risultato PCR "positivo" riflette solo il rilevamento dell'RNA virale e non indica necessariamente la presenza di virus vitale. In alcuni casi, l'RNA virale è stato rilevato mediante RT-PCR anche oltre 6 settimane dal primo test positivo. Sono stati, inoltre, segnalati casi di positività anche dopo 2 test PCR negativi consecutivi eseguiti a distanza di 24 ore.

In base ai risultati di uno studio svolto su 205 pazienti con infezione da COVID-19 confermata, la positività RT-PCR è risultata più elevata nei campioni prelevati attraverso lavaggio broncoalveolare (93%), seguiti da espettorato (72%), tampone nasale (63%) e tampone faringeo (32%). Dato che la specificità dei test RT-PCR è del 100%, i risultati falsi negativi sono stati riscontrati principalmente a causa di una tempistica inappropriata nella raccolta del campione in relazione all'insorgenza della malattia e ad errori di campionamento, in particolare con i tamponi rinofaringei.

La diagnosi sierologica è particolarmente importante per i pazienti con malattia da lieve a moderata, ma utile anche per identificare le persone immuni e potenzialmente "protette" dall'infezione. Gli anticorpi IgM e IgG sono stati riscontrati positivi già dal quarto giorno dopo l'insorgenza dei sintomi, livelli più elevati vengono riscontrati nella seconda e terza settimana di malattia. La sieroconversione di IgM e IgG si è verificata in tutti i pazienti tra la terza e la quarta settimana di insorgenza della malattia clinica. Successivamente le IgM iniziano a diminuire e raggiungono livelli più bassi entro la quinta settimana, fino quasi a scomparire entro la settima settimana, mentre le IgG persistono oltre le 7 settimane. 

Gli anticorpi IgM e IgG testati mediante ELISA hanno una specificità maggiore al 95% per diagnosi di Covid-19, tuttavia dobbiamo ricordare che possono avere una reattività crociata con SARS-CoV e probabilmente altri coronavirus. Attualmente, sono stati ampiamente sviluppati e commercializzati test rapidi per la rilevazione degli anticorpi, che possono indicare la presenza/assenza di SARS-CoV-2.

In conclusione, utilizzando le prove disponibili, gli autori hanno delineato una sequenza temporale clinicamente utile di marker diagnostici per il rilevamento di COVID-19. La maggior parte dei dati disponibili riguarda le popolazioni adulte che non sono immunocompromesse, di conseguenza il decorso della positività alla PCR e la sieroconversione possono variare in specifici gruppi di popolazione (fra cui i soggetti asintomatici ed i bambini).

Rimane ancora da stabilire per quanto tempo permanga l'immunità negli individui, sia asintomatici che sintomatici, che hanno contratto SARS-CoV-2.

Test sierologici: la revisione Cochrane e BMJ

Una recente review della Cochrane ha focalizzato l’attenzione sui test sierologici, riportando importanti conclusioni.
  • Nella prima settimana dall'esordio dei sintomi la sensibilità dei test sugli anticorpi è troppo bassa per avere un ruolo primario nella diagnosi di Covid-19, ma potrebbero comunque avere un ruolo complementare ad altri test diagnostici, quando ad es. i RT-PCR sono negativi o non sono eseguiti
  • È probabile che i test sugli anticorpi siano utili nel rilevare la precedente infezione da SARS-CoV-2 se utilizzati 15 o più giorni dopo l'insorgenza dei sintomi. Tuttavia, la durata dell’incremento di anticorpi è attualmente sconosciuta e vi sono pochissimi dati oltre i 35 giorni dall'insorgenza della malattia. Pertanto, non vi è certezza assoluta dell'efficacia di questi test per le indagini sulla sieroprevalenza condotte nella popolazione generale
  • L'elevato rischio di parzialità fa sì che l'accuratezza dei test, quando utilizzati nelle cure cliniche, sia inferiore rispetto a quanto riportato negli studi inclusi nella review
  • Essendo la loro sensibilità spesso valutata in pazienti ospedalizzati, non è chiaro se i test siano in grado di rilevare livelli di anticorpi più bassi, osservati quando la malattia si presenta in forma più lieve e asintomatica
  • La progettazione, esecuzione e comunicazione degli studi sull'accuratezza dei test per Covid-19 richiedono un notevole miglioramento. Le indagini devono riportare i dati sulla sensibilità, dall'esordio dei sintomi, disaggregati nel tempo, includere i casi positivi che sono RT-PCR negativi e quelli RT-PCR confermati, in conformità con quanto ha stabilito l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e con la definizione dei casi della China National Health Commission della Repubblica popolare cinese (CDC). 
Gli autori della review sottolineano anche che i dati prendono in esame solo una piccola parte dei test disponibili, che sono necessarie azioni per garantire che tutti i risultati delle valutazioni siano presentati e che proprio per questi motivi sono previsti aggiornamenti continui di questa revisione sistematica.

Anche il BMJ ha pubblicato una revisione sistematica, specificando che il numero di test sierologici è aumentato rapidamente e molti sono commercializzati per uso point-of-care.

La base di prove a supporto dell'accuratezza diagnostica di questi test, tuttavia, non è stata valutata formalmente.
Le prove disponibili sull'accuratezza dei test sierologici per Covid-19 sono caratterizzate da rischi di parzialità ed eterogeneità e, come tale, stime di sensibilità e specificità sono inaffidabili e hanno una generalizzabilità limitata.
Attualmente, le prove disponibili non supportano l'uso continuato dei test sierologici esistenti “point-of-care”.

Un’immagine aiuta a sintetizzare meglio.

immagine test diagnostici BMJ
Immagine tratta da: Diagnostic accuracy of serological tests for covid-19: systematic review and meta-analysis. BMJ 2020;370:m2516

Dispositivi diagnostici in vitro: quali sono utilizzati in Europa?

Dato che i dispositivi diagnostici in vitro (In Vitro Diagnostic Device, IVD) rappresentano uno strumento essenziale per la gestione dell’epidemia di COVID-19, la Commissione Europea ha pubblicato in data 15 aprile 2020 le linee guida sui test diagnostici in vitro per COVID-19 e sulle loro prestazioni e un documento che propone una definizione provvisoria dei criteri di “performance” dei test diagnostici dopo aver esaminato i dati pubblicamente disponibili su quelli marcati CE.
I criteri includono sensibilità analitica, specificità analitica, sensibilità clinica e specificità clinica.
A seguito di questo documento, la Commissione europea sta raccogliendo in una banca dati consultabile, i dati pubblici dei produttori dei test IVD in commercio marcati CE e rivedendo i test in sviluppo basandosi sulle prestazioni descritte in articoli scientifici.

Anche L’ECDC ha recentemente pubblicato nel suo sito una news Diagnostic testing and screening for SARS-CoV-2 tra le “Latest Evidence”, in cui vengono descritti i vari tipi di test.

E in Italia, quali sono i test diagnostici per Covid-19?

I contenuti delle linee guida Europee (è da notare che nella traduzione italiana è stato utilizzato il termine “orientamenti”), relativi al contesto legislativo ed alla tipologia di dispositivi circolanti sul mercato sono specificamente trattati nel Rapporto ISS Dispositivi diagnostici in vitro per COVID-19. Parte 1: normativa e tipologie.

Sempre ISS, nel Rapporto Dispositivi diagnostici in vitro per COVID-19. Parte 2: evoluzione del mercato e informazioni per gli stakeholder, affronta le tematiche relative all’evoluzione del mercato degli IVD per Covid-19 e fornisce informazioni per gli stakeholder (utilizzatori, distributori e fabbricanti) sul loro corretto utilizzo in relazione con la destinazione d’uso e con le prestazioni indicate dal fabbricante.

Viene specificato che in Italia, una stima minima degli IVD per COVID-19 commercializzati è stata effettuata monitorando quelli registrati nella banca dati “Elenco dei dispositivi medici” del Ministero della Salute. Ciò è stato possibile in quanto fabbricanti e mandatari che immettono in commercio in Italia dispositivi medico-diagnostici in vitro hanno l’obbligo di registrare i propri dispositivi nella banca dati del Ministero della salute, mentre per coloro che risiedono all’estero questo avviene su base volontaria.

I primi IVD per COVID-19 registrati in Italia sono stati i test per RNA virale e i test sierologici rapidi a partire dalla seconda metà di febbraio, mentre i primi test sierologici di laboratorio (ELISA, CLIA, CMIA) sono stati registrati solo a partire dalla metà di marzo.

Nel giro di due mesi le registrazioni hanno raggiunto valori considerevoli per i test per RNA virale (n. 83) e, soprattutto, per i test sierologici rapidi (n.157 all’ultimo aggiornamento del 23 maggio), mentre la crescita delle registrazioni dei test sierologici di laboratorio (che comprendono test per le IgM, o le IgG, o le IgA, o per anticorpi totali) è più contenuta.

Il sito web della FIND (Foundation for Innovative New Diagnostics) offre una panoramica sulle prestazioni (sensibilità e specificità) effettivamente rilevate da laboratori che, in tutto il mondo, volontariamente rendono disponibili i risultati ottenuti con le prove di laboratorio.



Per saperne di più:

quadratino Interpreting Diagnostic Tests for SARS-CoV-2
Sethuraman N, Jeremiah SS, Ryo A. JAMA. 2020 May 6. doi: 10.1001/jama.2020.8259. [Epub ahead of print] No abstract available.

quadratino Antibody tests for identification of current and past infection with SARS-CoV-2.
Deeks JJ, Dinnes J, Takwoingi Y, et al; Cochrane COVID-19 Diagnostic Test Accuracy Group. Cochrane Database Syst Rev. 2020 Jun 25;6:CD013652. doi: 10.1002/14651858.CD013652. Review.

quadratino Diagnostic accuracy of serological tests for covid-19: systematic review and meta-analysis
Lisboa Bastos M, Tavaziva G, Abidi SK, et al. BMJ. 2020 Jul 1;370:m2516. doi: 10.1136/bmj.m2516.

quadratino European Commission. Orientamenti riguardanti i test diagnostici in vitro per la Covid-19 e le relative prestazioni (15 aprile 2020)

quadratino ECDC. Diagnostic testing and screening for SARS-CoV-2 (11 giugno 2020)

quadratino European Commission. Current performance of COVID-19 test methods and devices and proposed performance criteria (16 aprile 2020)

quadratino European Comission. COVID-19 In Vitro Diagnostic Devices and Test Methods Database

quadratino Rapporto ISS COVID-19 n. 28/2020. Dispositivi diagnostici in vitro per COVID-19. Parte 1: normativa e tipologie. Versione del 18 maggio 2020

quadratino Rapporti ISS COVID-19 n. 46/2020. Dispositivi diagnostici in vitro per COVID-19. Parte 2: evoluzione del mercato e informazioni per gli stakeholder. Versione del 23 maggio 2020



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