7/9/2020

Coronavirus, sessualità e natalità: tra gravidanze indesiderate, calo delle nascite per paura del futuro e baby boom da quarantena


La pandemia Covid-19 ha determinato devastanti effetti sulla salute, sull’economia e quindi su ciò che potremmo definire “benessere generale”, determinato anche da tutti quei comportamenti, tra cui la sessualità, importanti per una migliore qualità della vita.

La revisione How Is the COVID-19 Pandemic Affecting Our Sexualities? An Overview of the Current Media Narratives and Research Hypotheses cerca di sintetizzare gli effetti della pandemia sulla sessualità e sulla salute sessuale e riproduttiva.

Questo tema è stato discusso ampiamente sia sui mass media (stampa, radio e televisione) che sui social (Facebook, YouTube, Instagram e Twitter).
Ad esempio, il New York Times ha pubblicato Coronavirus and Sex: Questions and Answers, VICE Magazine ha riportato How Sex Workers are Dealing with Coronavirus ed è stato fondato il nuovo gruppo Facebook LGBTI Covid-19 Response.

Tutto questo interesse è importante perché le questioni relative alla sessualità dovrebbero essere considerate anche (e forse soprattutto) in tempi di crisi, dato che sono strettamente correlate alla salute generale e alla qualità della vita.

Sia le pubblicazioni accademiche che i media, sottolineano che nelle condizioni dell'emergenza Covid-19, si devono prevedere gravi effetti negativi sulla salute sessuale e riproduttiva sotto forma di maggiori disuguaglianze sociali e sanitarie.

Si prevedono effetti negativi particolarmente forti tra i gruppi svantaggiati e trascurati, inclusi gli adolescenti, coloro che si trovano in contesti umanitari, le persone che si identificano come LGBTQ, le persone che subiscono violenza di genere, coloro che sono affetti da HIV, le popolazioni incarcerate, i disabili, le persone con uno stato socioeconomico inferiore e chi vive nei paesi a reddito medio e basso (Riley et al., 2020). Poiché il sesso, la classe e la razza sono fattori rilevanti, è importante una prospettiva intersezionale degli effetti Covid-19 correlati alla sessualità.

Alcuni effetti negativi sono classificati come conseguenze pandemiche dirette (ad esempio, aumento della violenza domestica) e altri sono classificati come conseguenze pandemiche indirette (ad esempio, cure mediche più scadenti per donne incinte e neonati a causa del sovraccarico generale del sistema sanitario).

La revisione How Is the COVID-19 Pandemic Affecting Our Sexualities? An Overview of the Current Media Narratives and Research Hypotheses affronta dettagliatamente varie problematiche connesse alla pandemia, quali gli effetti generali della pandemia sulla sessualità, alcuni specifici comportamenti (rapporti casuali, uso di immagini pornografiche e di giochi erotici…), difficoltà di reperire sistemi anticoncezionali o intervenire con aborti, rischi per le donne in gravidanza e nel parto. Una sezione è dedicata specificatamente ai comportamenti relativi ai rapporti di coppia e al concepimento.

La prolungata e obbligata “vicinanza” col partner può portare, a seconda delle situazioni e del tipo di relazione preesistente, a effetti diametralmente opposti: più sesso relazionale e un baby boom da Covid-19, oppure all’accentuazione delle problematiche di coppia sino alla rottura del rapporto e al divorzio.
Fattori che contribuiscono allo stress relazionale durante la pandemia sono lo spazio vitale limitato, la mancanza del supporto scolastico per i figli, il lavoro da dover effettuare da casa, nonché in altri casi la perdita del lavoro, i conflitti preesistenti, le malattie fisiche e mentali

L’amore ai tempi del coronavirus”. Assisteremo a un baby boom da coronavirus?

Nell'isolamento domestico imposto contro la pandemia Covid-19, le coppie sono meno distratte, hanno più tempo l'una per l'altra e possono dedicarsi a fare l'amore più spesso durante il giorno, il che, pianificato o non pianificato, porterà inevitabilmente a un "baby boom da coronavirus" in nove mesi. Questa è almeno una descrizione che si trova sia nei contributi dei mass media, sia in articoli scientifici.

La stampa parla spesso di "Love in the Time of Corona" in allusione al romanzo bestseller "Love in the Time of Cholera" (García Márquez, 1988). La convinzione nel baby boom da coronavirus, che simboleggia un futuro positivo, è così forte che si stanno già creando nomi sui social media per la nuova generazione: non dovrebbero essere chiamati “Millennials” ma “Coronials” (vedi hashtag #Coronials su Twitter o Instagram).

La narrazione del baby boom da coronavirus ricorda l'ipotesi del “baby boom blackout”: anche qui si immagina che le coppie abbiano meno distrazioni in caso di blackout e possano così fare sesso indisturbate. Tuttavia, il cosiddetto blackout baby boom, che i giornali sono sempre felici di riportare sulla base di esempi aneddotici, non è mai stato confermato sulla base di dati empirici sistematici. Per la maggior parte delle persone, un blackout prolungato è un'interruzione stressante e spaventosa della loro routine quotidiana e quindi non è particolarmente adatto per il romanticismo rilassato e l'erotismo.

Gli attacchi terroristici e i disastri naturali che creano terrore e mettono le persone in una situazione eccezionale per settimane e mesi potrebbero essere il riferimento migliore. In effetti, i dati disponibili qui indicano effetti positivi sulla fertilità che sono spiegati da diverse teorie.

Ad esempio, la teoria della gestione del terrore prevede che le minacce esistenziali inducano le persone a ricordare i valori tradizionali e familiari e quindi a diventare più disposte a sposarsi e riprodursi.
La teoria dell'attaccamento prevede che, in tempi di minaccia, le persone si avvicinino insieme a coloro che sono più affettivamente importanti.
La teoria della sostituzione presuppone che, nelle crisi esistenziali, le persone - consciamente o inconsciamente - concepiscano più bambini per compensare la perdita di vite umane. Gli effetti sulla fertilità delle situazioni di minaccia collettiva sono dunque complessi e sono influenzati da vari fattori, che dovrebbero quindi anche essere valutati in modo più preciso per la pandemia Covid-19.

Cosa accade nel mondo: limitato accesso a contraccezione, aborto, cure sessuali e riproduttive

In aprile UNFPA (United Nations Fund for Population Activities, nome attribuito nel 1969 alla sua nascita al fondo delle Nazioni Unite per il supporto delle popolazioni in situazioni di crisi, ora denominato UN population fund) dichiarava che a causa dell’epidemia 47 milioni di donne, in 114 paesi a basso e medio reddito, avrebbero potuto non essere in grado di accedere ai contraccettivi moderni. Se il blocco fosse continuato per 6 mesi e ci fossero state gravi interruzioni dei servizi sanitari potevano essere previste 7 milioni di gravidanze indesiderate.

Recentemente Sophie Cousins, intervistando Natalia Kanem, direttrice esecutiva di UNFPA, ha pubblicato sulla rivista The Lancet un World report: COVID-19 has “devastating” effect on women and girls sull’impatto «devastante» che potrebbe avere la pandemia Covid-19 sulla salute e il benessere di donne e ragazze. “Sebbene numerosi paesi abbiano ora alleggerito le restrizioni – spiega Cousins – gli effetti delle limitazioni sugli spostamenti, la chiusura dei servizi sanitari, le difficoltà economiche e la violenza di genere sono già evidenti. Con la pandemia in aumento in molti luoghi, i governi devono prendere decisioni difficili su come proteggere al meglio la salute dei loro cittadini”.

Tra i problemi collegati all’emergenza sanitaria e al lockdown non c’è solo la chiusura dei presidi sanitari per la contraccezione e l’aborto, ma anche il limitato accesso alle cure sessuali e riproduttive. Sembrerebbe che uno dei problemi principali della pandemia non sia soltanto SARS-CoV2, specialmente se si è una donna in gravidanza.

Il coronavirus potrebbe influenzare l’incremento della natalità in Italia?

L’Italia è un paese a permanente bassa fecondità. Il numero medio di figli per donna per generazione continua a decrescere dai primi decenni del secolo scorso. Si va “dai 2,5 figli delle donne nate nei primissimi anni ’20” fino a raggiungere “il livello stimato di 1,43 per la coorte del 1978”.

La rapida caduta della natalità potrebbe subire un’ulteriore accelerazione nel periodo post-Covid, come viene descritto nel capitolo 5 del rapporto annuale ISTAT.

Recenti simulazioni, che innanzitutto tengono conto del possibile condizionamento delle scelte riproduttive derivante dal clima di incertezza e paura associato alla pandemia in atto, evidenziano un suo primo effetto sulla riduzione delle nascite nell’immediato futuro; un calo che dovrebbe mantenersi nell’ordine di poco meno di 10 mila unità, ripartite per un terzo nel 2020 e due terzi nel 2021, con un calo della natalità dello 0,84% nel 2020, rispetto al 2019, e un ulteriore calo dell’1,3% nel 2021.

Ma la prospettiva peggiora ulteriormente allorché si aggiungono gli effetti negativi indotti dalla verosimile crescita del livello di disoccupazione, inteso come fenomeno proxy del clima di disagio e di insicurezza economica che si instaura nella popolazione e nelle famiglie.

In particolare, se si sommano i risultati derivanti dallo shock occupazionale, a quelli indotti dai fattori di incertezza e paura, si perviene a uno scenario che propone, rispetto ai 435 mila nati del 2019, una riduzione che nel 2020 potrebbe mantenersi attorno a due punti percentuali (da -1,6% a -2,1% secondo le diverse varianti), mentre nel 2021 risulterebbe decisamente più accentuata, con un calo, sempre rispetto al 2019, del 4,5% a fronte della variante di caduta occupazionale più ottimistica e del 9,8% secondo quella relativamente più pessimistica (+20 punti di disoccupazione da recuperare in 24 mesi).

I 435 mila nati del 2019 e i 428 mila ipotizzati per il 2020, alle condizioni pre-Covid-19, scenderebbero così a circa 426 mila nel bilancio finale del corrente anno, per poi ridursi a 396 mila, nel caso più sfavorevole, in quello del 2021 (Tavola 5.1).
scenario nati post covid italia
Una tabella ancor più esemplificativa è presentata in un documento precedente: ISTAT, Blangiardo: Scenari sugli effetti demografici di Covid-19: il fronte della natalità, 28 aprile 2020.

istat riduzione nati 2020 2021
Altri commenti e approfondimenti a questo tema sono consultabili nell'articolo L’epidemia da Covid-19 potrebbe accelerare il fenomeno della riduzione della natalità.

Un altro studio Desire for parenthood at the time of COVID-19 pandemic: an insight into the Italian situation evidenzia ulteriori dati.
È stata condotta una ricerca quantitativa correlazionale, basata su un'indagine web, tra uomini e donne italiani con relazioni stabili eterosessuali, di età compresa tra i 18 ei 46 anni.
Il questionario, che doveva essere auto compilato dai partecipanti, è stato realizzato utilizzando Google Form e pubblicato su chat e social network.
L'umore dei partecipanti prima e durante la quarantena è stato valutato utilizzando una scala da 1 a 10 (1 = nessun benessere; 10 = benessere totale).
Sono state valutate la qualità della vita delle coppie e il loro desiderio riproduttivo.
Sono stati inclusi 1482 intervistati: 944 donne (63,7%) e 538 uomini (36,3%). È stata rilevata una tendenza significativa verso una riduzione dei punteggi medi di benessere durante la quarantena, rispetto a prima (p <.01).
Dal 18,1% dei partecipanti che avevano in programma di avere un figlio prima della pandemia, il 37,3% ha abbandonato l'intenzione, legata alle preoccupazioni di future difficoltà economiche (58%) e conseguenze sulla gravidanza (58%). Dell'81,9% che non intendeva concepire, l'11,5% ha rivelato un desiderio di genitorialità durante la quarantena rispetto a prima (p <.01), correlato alla volontà di cambiamento (50%) e al bisogno di positività (40%). Il 4,3% di questi ha effettivamente provato a rimanere incinta.
Stratificando in base all'età, il desiderio di genitorialità prima e durante la pandemia Covid-19 è stato correlato all'età avanzata (p <0,05).

Degli stessi autori, appena pubblicato, The impact of the COVID-19 quarantine on sexual life in Italy evidenzia il calo significativo dei punteggi medi di benessere durante la quarantena, rispetto a prima e una correlazione positiva tra i punteggi di benessere e il numero di rapporti sessuali (SI) prima e durante la quarantena.

In sintesi la conclusione degli autori è che:
  • potenzialmente, più tempo a disposizione potrebbe portare le coppie a “riconnettersi” a livello intimo e a migliorare la propria sessualità
  • tuttavia, la maggior parte dei partecipanti in quarantena ha sperimentato un numero ridotto di rapporti sessuali a settimana, per scarsa privacy familiare e mancanza di stimoli psicologici come cause citate, anche se la maggioranza non ha riportato un ridotto autoerotismo.

Buone notizie: concepimenti naturali in coppie con infertilità inspiegabile

Nel mese di giugno è stato pubblicato uno studio che rileva un risvolto 'inaspettato' del lockdown: il 14% delle coppie infertili che stavano seguendo un percorso di fecondazione assistita hanno concepito naturalmente.

Lo studio italiano, pubblicato per ora su un sito di preprint ma già accettato da una rivista, riporta che l’'infertilità inspiegabile ha rappresentato circa il 22-28% delle cause di infertilità e negli anni le cause di infertilità o subfertilità inspiegabili sono state identificate in patologie associate preesistenti, come alterazioni del sistema immunitario, disfunzioni tiroidee, coagulopatie, riducendo l'infertilità inspiegabile al 15% delle cause di infertilità.
La bassa frequenza dei rapporti sessuali nella coppia spesso non viene menzionata durante l’anamnesi, soprattutto perché questo problema è fonte di frustrazione e vergogna. Lo stress psicologico, l'affaticamento fisico, la mancanza di tempo adeguato e la distanza geografica rappresentano i determinanti principali della bassa frequenza dei rapporti sessuali. Pertanto, c'è una proporzione considerevole di coppie con infertilità inspiegabile che viene trattata con tecniche di riproduzione assistita e che potrebbe essere in grado di concepire naturalmente un bambino semplicemente aumentando l’attività sessuale.

Dopo anni d’infertilità (in media 2+/- 0,7 anni) , 7 coppie (14%) delle 50 considerate nello studio ha concepito naturalmente.
Tutte le sette coppie sono state contattate telefonicamente e tutte hanno dichiarato che il tempo più lungo trascorso insieme a casa hanno contribuito all'aumento della loro attività sessuale. Il fatto più sorprendente è che il tasso di gravidanze spontanee è così significativamente vicino a quello in letteratura di infertilità inspiegabile (14% contro 15% p = 0,9).
Pertanto, il lockdown e lo smart working durante la pandemia hanno aumentato la frequenza dei rapporti sessuali, smascherando la vera causa di infertilità o subfertilità inspiegabile in queste coppie. Sembra improbabile che ci sia stata una riduzione dello stress psicologico a contribuire al naturale concepimento in queste sette coppie, a causa degli altissimi livelli di stress generale avvertiti in Italia durante questi mesi.

Per saperne di più:

quadratino How Is the COVID-19 Pandemic Affecting Our Sexualities? An Overview of the Current Media Narratives and Research Hypotheses.
Döring N. Arch Sex Behav. 2020 Aug 5. doi: 10.1007/s10508-020-01790-z. [Epub ahead of print] No abstract available.

quadratino UNFPA. New UNFPA projections predict calamitous impact on women’s health as COVID-19 pandemic continues. April 2020

quadratino COVID-19 has “devastating” effect on women and girls.
Cousins S. Lancet. 2020 Aug 1;396(10247):301-302. doi: 10.1016/S0140-6736(20)31679-2. No abstract available

quadratino ISTAT. Rapporto annuale 2020 - La situazione del Paese. Luglio 2020

quadratino ARS. L’epidemia da Covid-19 potrebbe accelerare il fenomeno della riduzione della natalità. Maggio 2020

quadratino Desire for parenthood at the time of COVID-19 pandemic: an insight into the Italian situation.
Micelli E, Cito G, Cocci A, Polloni G, Russo GI, Minervini A, Carini M, Natali A, Coccia ME.
J Psychosom Obstet Gynaecol. 2020 May 7:1-8. doi: 10.1080/0167482X.2020.1759545. [Epub ahead of print]

quadratino A surprising link with unexplained infertility: a possible Covid-19 paradox?
Pacchiarotti A, Frati G, Saccucci P. [published online ahead of print, 2020 Aug 26]. J Assist Reprod Genet. 2020;1-2. doi:10.1007/s10815-020-01911-6