La crisi economica del
2008, detta anche
Grande recessione, ha prodotto solo un
moderato aumento della disoccupazione in Italia, ma le conseguenze per la gestione del debito pubblico sono state ben più gravi.
L'Italia rappresenta un buon caso di studio per valutare l'effetto sulla speranza di vita alla nascita del programma di contenimento dei costi nel sistema sanitario, attuato dopo l'inizio della crisi.
A tal fine uno
studio ha utilizzato il metodo “artificial control“ adoperando i dati dello Human Mortality Database per valutare l'
effetto causale della
crisi economica del 2008 sulla successiva evoluzione dell'
aspettativa di vita alla nascita (
fino al 2019, prima dell'inizio della pandemia di Covid-19) .
L’analisi individua una
significativa decelerazione nella progressione della speranza di vita italiana.
A dieci anni dall'inizio della crisi, l'Italia sembra aver
perso quasi 1 anno di aspettativa di vita, rispetto a quanto ci si sarebbe aspettati se la crisi non fosse mai avvenuta.
Il
periodo pre-crisi 1970-2007 era stato invece caratterizzato da una progressione costante nell'aspettativa di vita basata da una significativa riduzione della mortalità cardiovascolare.
Questa sorprendente stabilità può essere verificata osservando la
figura 4B, dove si vede che per tutto il periodo la progressione nell'aspettativa di vita rimane molto vicina a una linea retta.

La rilevanza dell’interruzione manifestatasi nel
2008 può essere, dicono gli autori dello studio, pienamente comprensibile solo se si confronta l'evoluzione della speranza di vita dopo il 2008, con la grande stabilità che invece ne caratterizzava la progressione prima di questo periodo.
Aspettativa di vita in Italia, i meccanismi specifici
L'Italia sembra, a questo proposito, condividere un destino simile a paesi europei come Austria, Belgio, Germania e Regno Unito che hanno registrato,
dopo il 2007, un aumento relativamente moderato della disoccupazione, seguito da una significativa
decelerazione della speranza di vita. Tuttavia, i meccanismi specifici attraverso i quali la crisi economica e il rallentamento della speranza di vita hanno interagito nel contesto italiano rimangono in gran parte sconosciuti.
L'analisi dell'evoluzione dell'
aspettativa di vita residua all'età di 65 anni non ha individuato un significativo processo di decelerazione. Secondo questa analisi la popolazione anziana sembra essere stata risparmiata dalla crisi. Una possibilità è che durante la riduzione della spesa sanitaria il
sistema sanitario italiano abbia concentrato le proprie risorse soprattutto sulla fascia più fragile della popolazione, lasciando alquanto scoperti gli altri segmenti.
Qualunque sia la giusta spiegazione, va notato che esistono
diversi contesti in cui si è verificata una
decelerazione nella progressione dell'
aspettativa di vita a causa del peggioramento delle condizioni di salute tra le fasce relativamente più giovani della popolazione.
Negli
Stati Uniti, ad esempio,
Case e Deaton (2020) hanno dimostrato che la recente dinamica dell'aspettativa di vita è stata pesantemente influenzata dall'aumento della mortalità di un gruppo molto specifico: uomini bianchi con un basso livello di istruzione nella fascia di età 45-54.
In
Grecia, invece, la crisi economica ha coinciso con una fase di aumento della mortalità infantile e di riduzione della mortalità cardiovascolare (
Filippidis et al., 2017).
Per quei
paesi europei in cui la disoccupazione è aumentata significativamente dopo la crisi, le evidenze raccolte vanno nella direzione opposta: il
peggioramento delle condizioni economiche ha indotto una più rapida diminuzione della mortalità e quindi un più
rapido aumento dell'aspettativa di vita.
La ragione di questo cambiamento controintuitivo sembra risiedere in due elementi principali:
- le crisi rendono l'ambiente temporaneamente più sano riducendo l'inquinamento atmosferico, il lavoro e gli incidenti automobilistici e la diffusione di malattie trasmissibili (a causa della riduzione delle interazioni lavorative e commerciali)
- le crisi inducono le persone ad abbandonare abitudini malsane, come fumare e bere e le spingono ad aumentare il tempo che dedicano all'attività fisica, allo sport e alle cure mediche (Catalano et al., 2011; Ruhm, 2000; Ruhm, 2016; Tapia Granados, 2005).
Una delle variabili chiave per spiegare la dinamica della speranza di vita in Italia sembra quindi essere rappresentata dalla
disoccupazione. Confrontando, ad esempio, l'Italia con la Grecia e la Spagna, si nota che
Grecia e Spagna, pur attraversando una fase di stagnazione/contrazione della spesa sanitaria pro capite, come l'Italia, non hanno registrato un rallentamento della speranza di vita alla nascita. Va ricordato, però, che in questi paesi la
crisi ha prodotto anche un forte aumento della disoccupazione: livelli che hanno raggiunto ben oltre il 25% della popolazione attiva (vedi
figura 1).

È quindi possibile che in
Spagna e Grecia l'effetto negativo dovuto alla
contrazione della spesa sanitaria procapite sia stato controbilanciato dall'effetto positivo (sulla speranza di vita) dovuto all'aumento dei livelli di disoccupazione.
In
Italia, invece, dove la
crescita della disoccupazione è stata
moderata a livello nazionale (specifici contesti subnazionali possono essere stati, invece, caratterizzati da elevati livelli di disoccupazione) alla fine ha prevalso l'effetto della
stagnazione della spesa sanitaria corrente e si è registrato un
decelerazione nella progressione dell'aspettativa di vita.
L'esperienza italiana è importante, perché indica che ci possono essere, oltre ai due principali meccanismi legati all'aumento della disoccupazione,
altri meccanismi attraverso i quali le crisi influenzano l'evoluzione della mortalità. È anche rilevante sottolineare che uno degli effetti dell'aumento della disoccupazione potrebbe essere quello di nascondere questi altri meccanismi.
Per questo, guardando alla Spagna o alla Grecia, se ne può ricavare l'impressione superficiale che in questi paesi i tagli al sistema sanitario non abbiano prodotto effetti significativi sulla successiva evoluzione della speranza di vita.
L'Italia sembra indicare al contrario che l'aspettativa di vita può essere estremamente sensibile ai
tagli nei sistemi sanitari. Questo è un punto che dovrebbe essere tenuto presente, insieme ad altri obiettivi economici, quando si pianificano le riforme sanitarie.
Per saperne di più:
Per approfondire: