È capitato sicuramente a molti di essere stati anche solo
“sfiorati” in acqua da una medusa. Il solo contatto determina talvolta arrossamenti e dolore.
Quando questo accade vengono consigliati
rimedi spesso “empirici” e ci troviamo a non saper scegliere il giusto rimedio tra quelli che ci vengono proposti: “mettere il ghiaccio” o “fare un impacco con acqua calda” o “cospargere ammoniaca che toglie il dolore”...
Una
revisione sistematica della Cochrane, aggiornando una
precedente review del 2013, ha valutato quali siano i
benefici e danni dei diversi trattamenti contro gli effetti delle punture delle meduse.
Punture di medusa, perché questo argomento è importante?
Le punture di medusa sono
eventi comuni nelle regioni costiere di tutto il mondo. Cellule pungenti specifiche delle meduse, chiamate
nematocisti, producono la puntura. Le punture delle diverse specie producono vari sintomi e di differente gravità.
I
sintomi più lievi includono dolore, arrossamento e prurito nel sito della puntura. Tuttavia, le reazioni ad alcune specie di meduse possono essere più gravi e molto
occasionalmente portare alla morte. Comprendere i benefici e i danni dei diversi trattamenti aiuterà a sapere come trattare al meglio gli effetti di una puntura di medusa.
Come gli esperti della Cochrane hanno identificato e valutato le evidenze
Sono stati cercati in letteratura medica gli studi sui
trattamenti delle punture di medusa, sono stati quindi confrontati e sintetizzati i risultati per le diverse specie. Gli autori della revisione hanno anche valutato l’
affidabilità delle prove, sulla base di fattori come i metodi e le dimensioni delle indagini e comparato la coerenza dei risultati.
Cosa è emerso dalla revisione Cochrane sui rimedi contro le punture di medusa
Sono stati identificati
9 studi con 574 partecipanti, che valutavano
tre gruppi di trattamenti.
Non sono stati trovati studi che valutassero un quarto tipo di trattamento (bende strette applicate al sito della puntura).
Tutti gli studi inclusi avevano un numero ridotto di partecipanti e problemi relativi ai metodi (ad esempio perché i partecipanti erano a conoscenza del tipo di trattamento o perché molti partecipanti hanno abbandonato lo studio prima della fine). Sono state anche riscontrate alcune differenze nei risultati tra gli studi, che gli autori dichiarano di non essere stati in grado di spiegare: queste problematiche sono state utilizzate per valutare la confidence nelle prove.
Contro il dolore meglio trattamenti caldi o freddi?
Quattro studi hanno confrontato trattamenti caldi o freddi. [NdR: purtroppo non sono considerate le specie specifiche di meduse presenti nel Mediterraneo].
In due studi, le persone sono state punte accidentalmente da
bluebottle jellyfish in Australia.
Negli altri due studi, le persone sono state punti accidentalmente da box jellyfish hawaiane o da major box jellyfish in Australia e Hawaii. Le
box jellyfish non causano la sindrome di Irukandji (una condizione che può portare a gravi complicazioni e molto occasionalmente alla morte).
Gli studi hanno esaminato l'effetto dei trattamenti sul sollievo dal
dolore.
Il calore è stato applicato al sito della puntura utilizzando un impacco caldo o acqua calda (con docce, bagni, secchi o tubi).
Il freddo è stato applicato utilizzando impacchi di ghiaccio o impacchi freddi.
Le persone venivano curate in spiaggia o in ospedale.
Gli autori della revisione sostengono però che «a causa della
limitata confidence nelle prove disponibili, non è possibile dire se l'applicazione di fonti di calore o di freddo a una puntura di medusa riduca o interrompa il dolore entro un'ora dal trattamento, riduca la necessità di ritrattamento o passaggio al trattamento alternativo, riduca le reazioni cutanee nelle prime 24 ore (prurito, segni rossi o eruzioni cutanee), o provochi danni (ustioni o arrossamenti temporanei attorno all'area di applicazione)».
Questa conclusione si riferisce direttamente ai tipi di meduse descritti in questa sezione.
Trattamenti topici dopo il contatto con una medusa?
Quattro studi hanno confrontato i
trattamenti topici applicati sulla pelle sopra e intorno al sito della puntura: in uno, le persone sono state curate sulla spiaggia dopo punture accidentali di meduse hawaiane alle Hawaii, nei restanti tre studi volontari si sono offerti per essere punti in laboratorio.
I trattamenti includevano:
acqua dolce,
acqua di mare,
Sting Aid (un prodotto commerciale),
Adolph's meat tenderiser (a base di papaina, un enzima presente nella papaia),
alcol isopropilico,
ammoniaca,
acqua riscaldata,
acido acetico o
bicarbonato di sodio.
In alcuni di questi trattamenti, l'aceto veniva applicato anche sul sito della puntura.
Ancora una volta gli autori affermano: «a causa della
scarsa confidence nelle prove disponibili, non possiamo dire se l'applicazione di uno di questi trattamenti su una puntura di medusa riduca o interrompa il dolore entro sei ore dal trattamento o causi danni. Uno studio ha interrotto il trattamento con ammoniaca, perché un partecipante ha avuto un'ustione chimica in seguito al trattamento».
Questa conclusione si riferisce direttamente ai tipi di meduse descritti in questa sezione. Gli studi non hanno misuratoun successivo trattamento, il passaggio a un trattamento alternativo o le reazioni cutanee.
Quando ricorrere al trattamento parenterale
Questi trattamenti vengono
iniettati direttamente nel corpo (sotto la pelle, nei muscoli, nelle vene o nella colonna vertebrale).
In uno studio, alcune persone sono state curate in ospedale dopo punture accidentali di
box jellyfish che causano la sindrome di Irukandji.
Il trattamento includeva
solfato di magnesio o un placebo (che sembrava il trattamento ma non aveva principi attivi) somministrati endovena (direttamente nel flusso sanguigno attraverso una vena). Lo studio non ha però misurato il sollievo dal dolore in modo da poter essere incluso nella revisione e non ha misurato nessuno dei risultati a cui gli autori erano interessati.
Il significato dei risultati della revisione Cochrane
Scarsa è la fiducia nelle prove disponibili da parte degli autori. Non è chiaro se qualcuno dei trattamenti valutati riduca o fermi il dolore o fornisca altri benefici dopo la puntura delle specie di meduse descritte negli studi.
I risultati sono rilevanti solo per le punture di un
piccolo numero di specie che si trovavano in Australia, Malesia e Hawaii e pertanto non devono essere utilizzati per decidere opzioni di trattamento in caso di altri tipi di meduse.
Anche dalla Fondazione Veronesi alcuni consigli in caso di puntura di medusa
Abbiamo voluto segnalare questa revisione solo perché elaborata dagli esperti della Cochrane, b anca dati di ambito medico e clinico che costituisce una fonte di informazioni importante e attendibile.
Segnaliamo però che nel sito web della
Fondazione Veronesi, si trovano
consigli e raccomandazioni utili nel caso di un malcapitato incontro con le meduse. Ne riportiamo e sintetizziamo alcuni.
Cosa fare
Per prima cosa è utile verificare che non vi siano parti di
tentacoli della medusa attaccati alla pelle e, nel caso, eliminarli delicatamente con le mani. Per farlo si può utilizzare l’acqua di mare sulla parte interessata per tentare di diluire la sostanza tossica non ancora penetrata.
Quali creme applicare
La medicazione corretta consiste poi nell'applicazione di
gel astringente al cloruro d’alluminio dall'immediata azione anti-prurito e in grado di bloccare la diffusione delle tossine. Si tratta di un farmaco da banco facilmente reperibile in farmacia. Purtroppo però non è ancora diffusa in Italia l'abitudine di portare con sé questo gel, che è utile anche per le punture di zanzara.
In mancanza di questa pomata, si può usare una
crema al cortisone anche se ha un effetto più ritardato: entra in azione dopo 20-30 minuti dall'applicazione, cioè quando la reazione dovrebbe aver già superato il suo picco.
Cosa non fare
E’ importante
evitare di grattarsi o di strofinare la sabbia sulla parte dolorante.
Non bisogna neppure usare ammoniaca, aceto, alcool o succo di limone: peggiorerebbero la situazione.
Bisogna infine tenere presente che l'area di pelle colpita dalle meduse rimane sensibile alla
luce solare e tende a scurirsi rapidamente. Per evitare che la pelle si macchi, è bene evitare pomate antistaminiche e occorre tenere l'area colpita coperta o ben protetta da uno schermo solare, fino a quando la reazione infiammatoria non scompare (non più di due settimane).
Per saperne di più: