L’inizio della
stagione estiva e l’
aumento delle temperatura ci portano a riflettere sulle condizioni e modalità di
trasmissione del tanto temuto Covid-19.
Uno
studio condotto da INAF e Università degli studi di Milano ha cercato di comprendere come i
raggi ultravioletti prodotti dal sole possono
inattivare il virus presente in aerosol in ambienti aperti .
Mentre per quanto concerne la
qualità dell’aria negli ambienti interni, un
rapporto ISS, nella nuova stesura del 25 maggio, si focalizza proprio sugli
impianti di ventilazione/climatizzazione in relazione al rischio Covid-19, che possono favorire la movimentazione dell’aria in ambienti indoor e fornisce raccomandazioni operative per la loro gestione.
Alcuni studi rivelano: la luce solare simulata inattiva il virus SARS-CoV-2
Modulation of COVID-19 Epidemiology by UV-B and -A Photons from the Sun, studio condotto dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), dell’Università Statale di Milano, ha investigato quanto
le stagioni possano incidere sulla pandemia inattivando in ambienti aperti il virus contenuto nelle piccolissime gocce prodotte quando si parla, tossisce o starnutisce. In questo caso ad agire non sono i raggi ultravioletti corti UV-C (anch’essi prodotti dal sole, ma assorbiti dallo strato di ozono della nostra atmosfera), bensì i
raggi UV-B e UV-A, con lunghezza d’onda compresa tra 290 e 400 nanometri, quindi maggiore degli UV-C.
In estate, in particolare nelle ore più calde, bastano
pochi minuti perché la
luce ultravioletta del sole riesca a rendere inefficace il virus, come
dimostrato recentemente dal National Biodefense Analysis and Countermeasures Center (NBACC) del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. "Ciò che abbiamo scoperto finora – affermano i ricercatori - è che la luce solare sembra risultare molto dannosa per il virus. E così in pochi minuti, la maggior parte del virus viene inattivata sulle superfici e nell'aria alla luce solare diretta”.
L’NBACC ha anche realizzato un
semplice strumento di calcolo online per scoprire quanto il
SARS-CoV-2 rimane stabile negli aerosol dispersi in aria, a seconda dell'
indice UV, della
temperatura e
umidità relativa.
Lo studio italiano vuole spiegare come la pandemia di Covid-19 si sia sviluppata con più potenza nell’
emisfero nord durante i primi mesi dell’anno e ora stia spostando il proprio picco nei Paesi dell’emisfero sud, dove sta già iniziando l’inverno, attenuandosi invece nell’emisfero nord.
Sarà quindi interessante verificare se
nei mesi autunnali un’eventuale seconda ondata di contagi possa essere collegata alla minore efficacia del sole nel neutralizzare il virus, in aggiunta ad altri fattori concomitanti e quindi capire se il
ruolo della radiazione emessa dal sole sia stato determinante per l’attenuazione dei contagi, o abbia avuto solo un ruolo coadiuvante, e in quale misura.
Modalità di trasmissione di Covid-19: le conoscenze ad oggi
La
trasmissione del SARS-CoV-2, ricorda ISS, avviene attraverso
droplet, e per
contatto, mentre al momento non ci sono prove certe per sostenere che il contagio si diffonda via aerosol o per via fecale-orale.
Le
particelle infettanti del SARS-CoV-2, veicolate attraverso l’aria, si possono presentare come
singole unità di carica virale, oppure come
unità virali aggregate all’interno o sulla superficie di materiale biologico definito “carrier” (le cosiddette
goccioline di Flügge, microgocce di saliva, muco nasale e/o espettorato faringeo e bronchiale), o ancora
associate a cariche polari o
assorbite su superfici di materiali particellari inerti.
L’
attività respiratoria comporta l’emissione di particelle di
dimensioni variabili, con una distribuzione che dipende dalle
condizioni di emissione e la probabilità di
contenere virioni proporzionale al volume.
In aria il SARS-CoV-2 è veicolato attraverso “
large droplet” che ricadono rapidamente sulle superfici, dopo tempo variabile, possono essere trasmesse indirettamente mediante risospensione o contatto con il fomite (ovvero un oggetto inanimato che, se contaminato può trasferire una malattia infettiva a un nuovo ospite), da cui la trasmissione per contaminazione da contatto delle mucose.
Una parte delle unità virali possono essere emesse, altresì, attraverso “
medium e small droplet” che, per le loro dimensioni, possono persistere in aria per un tempo prolungato, formando
aerosol di droplet nuclei. Le small droplet e i droplet nuclei possono persistere nell’area respiratoria dei soggetti che le emettono, facilitate dalla maggiore
mobilità in forza del loro minore diametro aerodinamico, disponibili per inalazione diretta da chi si trova in contatto ravvicinato.
Infine, una tipologia di
trasmissione aerogena (
airborne) si può verificare,
in ambiente sanitario, per generazione di aerosol forzato a seguito di specifiche procedure, quali, ad esempio, intubazione, tracheotomia, o ventilazione indotta, per le quali l’OMS raccomanda precauzioni specifiche per trasmissione aerea.
Sistemi di ventilazione e di climatizzazione
Gli
impianti di climatizzazione e di ventilazione possono contribuire ad
acuire il rischio di contagio aerogeno: la movimentazione dell’aria può incrementare la gittata delle gocce o favorire il contagio tramite lo spostamento dell’aerosol verso una diversa porzione dell’ambiente.
L’immissione di
aria esterna determina una diluizione dei patogeni, riducendo la carica virale media e quindi la probabilità di contagio, mentre il ricircolo può diventare fonte di rischio.
Due tabelle ci forniscono una sintesi dei casi in cui ci può essere un maggior rischio.
Apparecchi di condizionamento e ventilazione: come ridurre il rischio di contagio
Un
ulteriore report ISS (aggiornato il 25 maggio) fornisce una serie di
raccomandazioni da seguire, sia negli ambienti domestici che lavorativi, per mantenere un
buon livello di qualità dell’aria indoor, le stesse che ECDC ribadisce nel documento
Heating, ventilation and air-conditioning systems in the context of COVID-19.
- Nel caso in cui alcuni ambienti dell’abitazione siano dotati di impianti autonomi fissi di riscaldamento/raffrescamento, che non forniscono nuova aria esterna ma utilizzano, con il ricircolo, sempre la stessa aria, si consiglia durante l’utilizzo di aprire finestre e balconi per pochi minuti più volte al giorno, per operare una diluizione/riduzione delle concentrazioni di specifici inquinanti (ad esempio i composti organici volatili, il materiale particellare PM10, la CO2, gli odori, l’umidità e gli aerosol biologici)
- Fare attenzione ai livelli di umidità relativa superiori al 70% perché in tale situazione si può favorire la crescita di contaminanti di natura microbica (batteri, virus, parassiti, muffe)
- Anche la polvere catturata dai filtri degli apparecchi rappresenta un ambiente favorevole alla proliferazione di batteri e funghi e agenti biologici
- Se si utilizzano apparecchi deumidificatori portatili: prima e dopo il loro uso è opportuno effettuare un'accurata igiene delle mani e regolare pulizia dei componenti
- Per tutti gli apparecchi, è bene pulire regolarmente le griglie di ventilazione con panni in inumiditi con acqua e sapone, oppure con una soluzione di alcool etilico. L’efficacia dei disinfettanti (es. alcool etilico, ipoclorito di sodio) è legata alla necessità di rimuovere preventivamente la polvere e lo sporco. L’uso eccessivo e ripetuto di prodotti di pulizia può causare irritazione delle vie respiratorie e dermatiti rendendo più vulnerabili a batteri e virus.
Per saperne di più:
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Modulation of COVID-19 Epidemiology by UV-B and -A Photons from the Sun Fabrizio Nicastro, Giorgia Sironi, Elio Antonello, Andrea Bianco, Mara Biasin, John R Brucato, Ilaria Ermolli, Giovanni Pareschi, Marta Salvati, Paolo Tozzi, Daria Trabattoni, Mario Clerici. MedRxiv. doi: https://doi.org/10.1101/2020.06.03.20121392
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Simulated Sunlight Rapidly Inactivates SARS-CoV-2 on Surfaces Ratnesar-Shumate S, Williams G, Green B, et al. J Infect Dis. 2020;222(2):214-222. doi:10.1093/infdis/jiaa274
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Estimated Airborne Decay of SARS-CoV-2 (virus that causes COVID-19)Estimated Airborne Decay of SARS-CoV-2 (virus that causes COVID-19)
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ISS 2020. Rapporto COVID-19 n.33/2020. Indicazioni sugli impianti di ventilazione/climatizzazione in strutture comunitarie non sanitarie e in ambienti domestici in relazione alla diffusione del virus SARS-CoV-2. Versione del 25 maggio 2020
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ISS 2020. Rapporto COVID-19 n.5/2020 Rev. 2. Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2. Versione del 25 maggio 2020
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ECDC 2020 june 22. Heating, ventilation and air-conditioning systems in the context of COVID-19
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