Nonostante gli innovativi metodi di valutazione e farmaci mirati contro l’osteoporosi, lo screening per il rischio di fratture non è attualmente effettuato nel Regno Unito.
Gli autori dello studio, denominato SCOOP, recentemente pubblicato su The Lancet, hanno effettuato un trial controllato e randomizzato in
donne britanniche di età compresa tra 70 e 85 anni avvalendosi dell'algoritmo FRAX (Fracture Risk Assessment Tool). Nelle donne sottoposte a screening è stato valutato il rischio di frattura a 10 anni, quelle ritenute ad alto rischio sono state invitate a eseguire una densitometria ed eventualmente ad assumere un trattamento antiosteoporotico.
Ben 100 gli ambulatori di medicina generale (GP) di sette regioni del Regno Unito in cui sono state reclutate le donne, ad esclusione di coloro che erano attualmente in trattamento con farmaci anti-osteoporotici e tutte quelle ritenute inadatte a partecipare a uno studio di ricerca (ad esempio, con demenza conclamata, malate terminali o recentemente in lutto).
Alla fine, lo studio ha incluso 12.483 donne;
6233 sono state sottoposte a screening, mentre le altre hanno ricevuto misure di routine. Nel gruppo di screening,
il trattamento farmacologico è stato raccomandato al 14% delle donne, circa 898, identificate come ad alto rischio di sviluppare frattura dell'anca nei 10 anni successivi.
Sebbene l'outcome primario dello studio fosse l'incidenza di fratture osteoporotiche in un periodo di 5 anni, dai risultati è emerso che lo screening non ha ridotto l'incidenza di fratture legate all'osteoporosi, né quella di tutte le fratture cliniche. Al contrario, il
ricorso a questo intervento è stato in grado di ridurre in modo statisticamente significativo
il numero di fratture all'anca (28%).
Nei due gruppi inoltre non sono state rilevate differenze relative a mortalità, all'ansia o alla qualità della vita.
Anche se gli stessi autori dello studio richiamano alla cautela e ricordano che risultati basati su endpoint secondari non devono essere enfatizzati, il risultato è comunque da tenere in considerazione. Infatti, a fronte di una mancata riduzione del
numero totale di fratture, lo screening potrebbe
ridurre il numero di quelle all'anca che, come è noto, rappresentano una causa significativa di morbilità, finanche mortalità nella popolazione anziana.
I dati dello studio SCOOP sono stati utilizzati anche per valutare l’efficacia rispetto ai costi ed è stato pubblicato uno specifico articolo su J Bone Miner Res, da cui emerge che l'introduzione sistematica di uno screening del rischio di fratture nelle donne anziane nel Regno Unito rappresenterebbe una misura altamente “conveniente”.
Nel gruppo sottoposto all’intervento di screening sono stati evitati i costi (£ 4478) per le fratture legate in generale all’osteoporosi e circa £7694 sono stati risparmiati per quelle specifiche alle anche.
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