Al momento
non ci sono informazioni sufficienti per confermare alcun
legame tra tabacco o nicotina nella prevenzione o nel trattamento di
Covid-19.
Così rispondeva WHO alla fine di giugno alle frequenti
domande sul tema esortando i ricercatori, gli scienziati e i mass-media a essere cauti nell'amplificare
affermazioni non comprovate che il tabacco o la nicotina potrebbero ridurre il rischio di Covid-19.
L’ago nel pagliaio - Needle in the haystack
Un
articolo ha utilizzato l’espressione “needle in the haystack” per evidenziare come le ricerche sui vaccini per Covid-19 siano complicate; un
altro per riferirsi ad un sistema di ricerca sulle molecole dei farmaci approvati da FDA per combattere il virus. Indipendentemente dagli articoli e dalla loro importanza, rimane il fatto che l’espressione utilizzata “
ago nel pagliaio” è forse la più idonea per descrivere la
complessità delle ricerche su Covid-19, qualsiasi sia il fine: epidemiologia, rischi, prevenzione, cura...
“L’ago nel pagliaio” è la nicotina?
Nicotine Tobacco Research sta preparando la pubblicazione di un fascicolo in cui verranno inseriti vari studi anche sul ruolo del fumo nell’epidemia di Covid-19.
Il titolo di un editoriale -
COVID-19 and tobacco - more questions than answers, per il momento solo tra i manoscritti accettati per la pubblicazione, già fa comprendere l’entità del problema.
Per usare la precedente metafora, è da stabilire:
- quanto grande sia il pagliaio (fatto di studi, ricerche, dati…) e
- quanto sia difficile trovare l’ago (cioè ciò che determina la connessione).
Un recente studio
Smoking Prevalence and COVID-19 in Europe, ha indagato l'associazione tra
prevalenza del fumo, presenza di
Covid-19 e
mortalità in 38 nazioni europee al 30 maggio 2020. E’ stata evidenziata un'associazione negativa tra la
prevalenza del fumo e la
presenza di Covid-19 a livello di popolazione.
Gli autori puntualizzano comunque che questa
associazione non può implicare una relazione vera o causale e il fumo non è raccomandato come prevenzione o trattamento di Covid-19.
Lo studio che ha però focalizzato molto l’attenzione dei mass media è una
meta-analisi Current smoking, former smoking, and adverse outcome among hospitalized COVID-19 patients: a systematic review and meta-analysis svolta dai ricercatori dell’Università di Patras, dell’Università dell’Attica Occidentale, dell’Università di Catania e dell’Università di New York.
La meta-analisi ha considerato
30 studi sull’
associazione tra fumo e Covid-19. Complessivamente sono stati considerati 11.104 pazienti ricoverati in ospedale, di cui 961 fumatori. Gli autori hanno calcolato la percentuale di
pazienti ospedalizzati con Covid-19 che erano al contempo
fumatori, tenendo in considerazione i
tassi sul fumo tra la popolazione generale.
La meta-analisi ha rilevato una
prevalenza inaspettatamente bassa dei fumatori tra i pazienti ospedalizzati con Covid-19. La percentuale di pazienti con l’infezione da Sars COV-2 e fumatori era infatti 3-4 volte inferiore alla prevalenza dei tassi sul fumo prevista (basata sulla popolazione), anche attenendosi rigorosamente a fattori di età e genere. I pochissimi fumatori ricoverati in ospedale hanno però avuto
tra il 53 e il 59% di probabilità di avere un
esito negativo rispetto ai non fumatori.
Il numero molto basso di fumatori che vengono ricoverati in ospedale per Covid-19 suggerisce che la
nicotina farmaceutica potrebbe presentare potenziali effetti benefici contro Covid-19: i risultati dello studio potrebbero essere spiegati, almeno in parte, dal fatto che l’assunzione di nicotina viene interrotta immediatamente dopo che i fumatori entrano in ospedale, privandoli dei potenziali effetti benefici della nicotina.
La probabilità di un più
grave decorso della malattia era stato peraltro rilevato anche da un’altra meta-analisi
Smoking is Associated with COVID-19 Progression: A Meta-Analysis in cui gli autori suggerivano anche che: i medici e gli operatori sanitari dovrebbero raccogliere
dati sul fumo e, dati gli effetti polmonari delle sigarette elettroniche, sull’uso specifico di
sigarette elettroniche, come parte delle valutazioni cliniche.
Fumo e coronavirus: i possibili meccanismi
Uno studio
Recent exposure to smoking and COVID-19, inserito in
PubMed e consultabile da
researchgate.net, ma non ancora inspiegabilmente online nel sito della rivista in cui sarà pubblicato, propone anche una
ipotesi del ruolo della nicotina.
I ricercatori milanesi, autori dello studio, hanno osservato nella loro struttura quello che già altri hanno evidenziato: contrariamente agli altri coronavirus, il
Sars-cov-2 sembra colpire con minor frequenza i fumatori. “Recentemente – si legge nello studio– abbiamo pubblicato il caso di
73 pazienti criticamente affetti da Covid-19 ventilati meccanicamente e abbiamo scoperto che il
2% di loro erano
fumatori attivi, a fronte del tasso di fumatori attivi in Italia pari al 25%”.
All’8 maggio, su un totale di
130 pazienti ammessi in terapia intensiva, il tasso dei
fumatori era fra il
3,79 e il 3,8%.
“Abbiamo poi cercato di determinare – continuano gli autori – lo
status di fumatori dei
primi 410 pazienti ammessi consecutivamente in ospedale ma non in terapia intensiva e lo abbiamo ottenuto per
274 pazienti. Di questi, sei erano fumatori (
2,2%)”. I numeri sono confermati anche da un sondaggio anonimo condotto fra gli operatori sanitari della struttura.
I ricercatori evidenziano ciò che altri hanno ipotizzato, ovvero il possibile ruolo del
recettore nicotinico dell’acetilcolina (nAChR) nella fisiopatologia di Covid-19, che può agire come
co-recettore del SARS-CoV-2, o può avere un
ruolo nella modulazione di ACE2 (angiotensin-converting enzyme).
Il
26 maggio il
Centre for Evidence-Based Medicine, riportando i link agli
studi di riferimento a quel momento, asseriva nel commento
The role of nicotine in COVID-19 infection: è estremamente
difficile sintetizzare prove su nicotina e Covid-19 poiché gran parte della letteratura è incoerente.
Nicotina e Covid-19: ipotesi di correlazione in letteratura
Di seguito evidenziamo
percorsi / meccanismi ipotetici attraverso i quali almeno un articolo ha ipotizzato che la nicotina possa avere un impatto su SARS-CoV-2:
- Il fumo di tabacco, attuale e passato, è associato a cambiamenti nell'espressione del recettore ACE2
- La nicotina può legarsi con il recettore ACE2, in particolare nelle persone con Covid-19, e quindi potrebbe interferire con ulteriori legami SARS-CoV-2-ACE2
Come sempre: aspettiamo gli sviluppi delle ricerche in corso e forse troveremo l’”ago nel pagliaio”!
Per saperne di più:
 |
COVID-19 and tobacco - more questions than answers Edwards R, Munafò M. Nicotine Tob Res. 2020 Jul 15. pii: ntaa132. doi: 10.1093/ntr/ntaa132. [Epub ahead of print] No abstract available.
|
 |
Smoking Prevalence and COVID-19 in Europe Tsigaris P, Teixeira da Silva JA. Nicotine Tob Res. 2020 Jul 1. pii: ntaa121. doi: 10.1093/ntr/ntaa121. [Epub ahead of print]
|
 |
Current smoking, former smoking, and adverse outcome among hospitalized COVID-19 patients: a systematic review and meta-analysis Farsalinos K, Barbouni A, Poulas K, Polosa R, Caponnetto P, Niaura R. Ther Adv Chronic Dis. 2020 Jun 25;11:2040622320935765. doi: 10.1177/2040622320935765. eCollection 2020. Review.
|
 |
Smoking is Associated with COVID-19 Progression: A Meta-Analysis Patanavanich R, Glantz SA. Nicotine Tob Res. 2020 May 13. pii: ntaa082. doi: 10.1093/ntr/ntaa082. [Epub ahead of print] No abstract available.
|
 |
Recent exposure to smoking and COVID-19 Landoni G, Moro M, Belletti A, Rovere-Querini P, Veronesi G, Ruggeri A, Lembo R, Dalessandro G, Galbiati C, Serpa Neto A, Zangrillo A. Crit Care Resusc. 2020 Jul 10. [Epub ahead of print] No abstract available.
|
 |
CEBM Centre for Evidence-Based Medicine. The role of nicotine in COVID-19 infection. May 26, 2020 |
immagine:
it.freepik.com