9/5/2021

Sigarette elettroniche, il parere finale della Commissione europea. Ma rimangono ancora dubbi su svapo e Covid-19

www.ec.europa.eu
La Commissione Europea e il suo Comitato scientifico per la salute, l'ambiente e i rischi emergenti (SCHEER) hanno pubblicato il parere finale sulle sigarette elettroniche.

Le sigarette elettroniche sono relativamente “nuove” in termini all’esposizione per gli esseri umani. Sono quindi necessarie ulteriori ricerche, in particolare sugli effetti sulla salute a lungo termine.

Per quanto riguarda il ruolo delle sigarette elettroniche come accesso al fumo, in particolare per i giovani, lo SCHEER conclude che ci sono prove moderate che le sigarette elettroniche siano un gateway per il fumo nei giovani.

Esistono prove evidenti che la nicotina negli e-liquid sia implicata nello sviluppo della dipendenza e che i sapori abbiano un contributo rilevante per l'attrattiva all'uso della sigaretta elettronica e dell'iniziazione.

Per il ruolo delle sigarette elettroniche nella cessazione dal fumo di tabacco tradizionale, lo SCHEER conclude che ci sono prove deboli a sostegno dell'efficacia delle sigarette elettroniche nell'aiutare i fumatori a smettere, mentre le prove sulla riduzione del fumo sono valutate da deboli a moderate.

Per quanto concerne i possibili rischi, il documento li suddivide tra gli utilizzatori e coloro che sono esposti al “fumo passivo”.
  • Per gli utilizzatori di sigarette elettroniche:
    • il peso complessivo dell'evidenza è moderato per i rischi di danno da irritazione locale alle vie respiratorie degli utenti di sigarette elettroniche a causa dell'esposizione cumulativa a polioli, aldeidi e nicotina. Tuttavia, l'incidenza complessiva riportata è bassa
    • il peso complessivo dell'evidenza per i rischi di effetti sistemici a lungo termine sul sistema cardiovascolare è moderato
    • il peso complessivo dell'evidenza per i rischi di cancerogenicità delle vie respiratorie a causa dell'esposizione cumulativa a lungo termine alle nitrosammine e all'esposizione all'acetaldeide e alla formaldeide è da debole a moderato. Il peso dell'evidenza per i rischi di effetti avversi, in particolare cancerogenicità, dovuti ai metalli negli aerosol è debole
    • il peso complessivo dell'evidenza sui rischi di altri effetti avversi sulla salute a lungo termine, come le malattie polmonari del sistema nervoso centrale e gli effetti tossici sulla riproduzione in base all'identificazione dei pericoli e delle prove sull'uomo, è debole e sono necessari ulteriori dati coerenti
    • ad oggi, non esistono dati specifici che gli aromi utilizzati nell'UE comportino rischi per la salute dei consumatori di sigarette elettroniche a seguito di esposizioni ripetute
    • il peso complessivo delle prove sui rischi di avvelenamento e lesioni dovute a ustioni ed esplosioni è forte. Tuttavia, l'incidenza è bassa
  • Per le persone esposte al fumo passivo (second-hand)
    • il peso complessivo dell'evidenza è moderato per i rischi di danno da irritazione locale alle vie respiratorie principalmente a causa dell'esposizione ai glicoli
    • il peso complessivo dell'evidenza per i rischi di effetti cardiovascolari sistemici nelle persone esposte “second-hand” a causa dell'esposizione alla nicotina è da debole a moderato
    • il peso complessivo dell'evidenza per il rischio cancerogeno dovuto all'esposizione cumulativa alle nitrosammine è da debole a moderato.

Svapare in era Covid-19

Svapare è un termine ormai divenuto comune e la stessa Accademia della crusca ne riporta questa definizione: verbo che indica l'atto di fumare una sigaretta elettronica, o, per essere più precisi, l’azione di emettere del vapore acqueo – eventualmente aromatizzato – tramite uno strumento costituito da una batteria ricaricabile, un circuito elettrico, un filtro e un vaporizzatore, che può prendere a sua volta il nome di svapo, come è svapatore chi ne fa uso e svapata una "fumata".

Il recente documento del Comitato scientifico SCHEER non ha affrontato il problema di un possibile impatto dell’utilizzo delle sigarette elettroniche e quindi dello “svapare” con l’incidenza di Covid-19.

Attualmente sono molti gli studi che hanno cercato di determinarlo, ma purtroppo i risultati delle ricerche portano a conclusioni spesso opposte.

Evidenziamo due studi come esempio, pur rilevando le oggettive differenze tra questi per la metodica adottata, il campione considerato e quindi la conseguente rilevanza.

quadratinoScopo dello studio Associations between vaping and Covid-19: Cross-sectional findings from the HEBECO study era indagare, tramite un sondaggio online trasversale su 2791 adulti britannici reclutati tra il 30 aprile 2020 e il 14 giugno 2020, l’associazione tra svapo e Covid-19 diagnosticato/sospetto auto-riferito, i cambiamenti nel ricorso allo svapo dall’inizio della pandemia Covid-19 e fattori associati a questi cambiamenti, se Covid-19 aveva motivato ex-vaper attuali o recenti a smettere.

I risultati evidenziati:
  • nessuna differenza per Covid-19 diagnosticato/sospetto tra svapatori attuali, non svapatori ed ex svapatori
  • la metà degli attuali svapatori ha cambiato il proprio consumo dalla pandemia Covid-19
  • la motivazione a smettere di svapare era in parte correlata al Covid-19.
In dettaglio, il fattore di Bayes ha indicato che c'erano prove sufficienti per escludere piccole associazioni negative (protettive) tra lo stato di svapo e Covid-19 diagnosticato/sospetto. Tra gli attuali svapatori (n = 397), il 9,7% (95% CI 6,8-12,6%) ha auto-riferito di svapare meno del solito dall’inizio della pandemia Covid-19, il 42,0% (37,2-46,9%) ha riferito di aver svapato di più e il 48,3% ( 43,4-53,2%) non ha auto-riferito alcun cambiamento.

Nelle analisi aggiustate:
  • svapare meno era associato all'essere donna (aOR = 3,40, 95% CI 1,73-6,71), non convivere con bambini (aOR = 4,93, 1,15-21,08) e al fumo concomitante (aOR = 8,77, 3,04-25,64)
  • svapare di più era associato all'essere più giovani (aOR = 5.26, 1.37-20.0), vivere da soli (aOR = 2.08, 1.14-3.85) e diagnosticato/sospetto Covid-19 (aOR = 4.72, 2.60-8.62)
  • il 32,2% degli attuali svapatori (95% CI 27,5-36,8%) è stato motivato a smettere dall'inizio dell'epidemia in parte a causa della malattia e il 21,0% (10,5-31,4%) dei recenti ex-vapori ha smesso a causa di Covid-19.
La conclusione riportata dagli autori è quindi che tra gli adulti del Regno Unito considerati nello studio, Covid-19 diagnosticato/sospetto auto-segnalato non era associato all’abitudine di svapare.


quadratinoLo studio The association between statewide vaping prevalence and Covid-19 inizia invece dall’affermazione che la letteratura esistente indica che i consumatori di sigarette elettroniche (vaper) hanno una risposta immunitaria compromessa che potrebbe aumentare la vulnerabilità all'infezione e alla morte per la malattia da coronavirus 2019; tuttavia, non è noto se i vaper siano più suscettibili a COVID-19.

Utilizzando i dati integrati in ogni stato degli Stati Uniti dal Behavioral Risk Factor Surveillance System (BRFSS) 2018,dall'United States Census Bureau e dal sito web 1point3acres.com, sono stati usati modelli di equazione di stima generalizzata (GEE) con ipotesi di distribuzione binomiale negativa e funzioni di “log link”. E’ stata esaminata l'associazione della prevalenza dell'uso di sigarette elettroniche in tutto lo stato con il numero di casi di COVID-19 e di decessi negli Stati Uniti a livello statale dal 21 gennaio 2020 al 25 aprile 2020.

I punti chiave dei risultati:
  • la prevalenza dello svapo in tutto lo stato era significativamente associata ai casi di Covid-19 a livello statale
  • la prevalenza dello svapo in tutto lo stato era significativamente associata alla morte per Covid-19 a livello statale
  • lo studio sottolinea l'importanza di studiare la suscettibilità degli attuali vaper ai casi di Covid-19 e decessi.
Nel dettaglio, la proporzione ponderata di vaper che hanno utilizzato sigarette elettroniche ogni giorno o alcuni giorni variavano dal 2,86% al 6,42% per gli stati USA.
Associazioni statisticamente significative sono state osservate tra la proporzione ponderata di vaper e il numero di casi di Covid-19, così come di decessi per la malattia negli Stati Uniti, dopo l'aggiustamento per la proporzione ponderata di fumatori e altre covariate significative nei modelli GEE.
Con ogni aumento dell'1% della proporzione ponderata di vaper in ogni stato, il numero di casi di Covid-19 aumenta di 0,3139 (IC 95%: 0,0554-0,5723) e il numero di morti per Covid-19 aumenta di 0,3730 (IC 95%: 0,0815 -0.6646) in scala logaritmica.
Le associazioni positive tra la proporzione di vaper e il numero di casi di Covid-19 e decessi in ciascuno stato degli Stati Uniti in questo studio ecologico suggeriscono una maggiore suscettibilità dei vaper a Covid-19 a livello statale e meritano ulteriori indagini.


Per saperne di più:

quadratino SCHEER Scientific Committee on Health, Environmental and Emerging Risks. Opinion on electronic cigarettes (2021)

quadratino The association between statewide vaping prevalence and Covid-19.
Li D, Croft DP, Ossip DJ, Xie Z. Prev Med Rep. 2020 Dec;20:101254.

quadratino Associations between vaping and Covid-19: Cross-sectional findings from the HEBECO study.
Kale D, Herbec A, Perski O, Jackson SE, Brown J, Shahab L. Drug Alcohol Depend. 2021 Apr 1;221:108590.




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