Durante la pandemia Covid-19 molte sono le persone che hanno
contratto il virus in
ambienti di
lavoro non strettamente collegati
al settore sanitario.
Denunce per infortunio sul lavoro per Covid: i dati italiani
INAIL pubblica i
dati sulle denunce di infortunio sul lavoro per Covid-19, riportando nei report mensili anche specifiche infografiche di sintesi, che ci forniscono un’immagine immediata delle
categorie professionali colpite da SARS-Cov-2.
Dal
report di aprile 2021, pubblicato il 21 maggio scorso, riportiamo i grafici relativi a ”
Industria e servizi” e “
Professioni”.

Malattie da esposizione a SARS-Cov-2
Secondo l'OMS, una “
malattia professionale” è qualsiasi malattia contratta principalmente a seguito di un'
esposizione a fattori di rischio derivanti dall'attività lavorativa. Le “malattie legate al lavoro” hanno molteplici cause, in cui i fattori relativi all'
ambiente lavorativo possono svolgere un ruolo, insieme
ad altri fattori di rischio, nello sviluppo di tali patologie. Consideriamo qui quelle
derivanti da agenti patogeni.
La revisione
Global infectious disease risks associated with occupational exposure among non-healthcare workers: a systematic review of the literature, inizia con riferimenti all’epidemia
Covid-19 in alcuni settori lavorativi.
Dall'inizio della pandemia al 13 ottobre 2020, la
Federal Agency for Occupational Risks (Fedris) ha registrato 7930 denunce di operatori sanitari e 79 di dipendenti di altri settori essenziali (ispettori di polizia, magazzinieri - venditori di generi alimentari, vigili del fuoco...).
La maggior parte dei
primi casi di persone infettate dal virus ha riportato una possibile
esposizione zoonotica o ambientale presso il
mercato all'ingrosso di Huanan in Wuhan, dove è ora chiaro che è avvenuta la trasmissione da uomo a uomo.
Come già segnalato dall'
EFFAT (Federazione europea dei sindacati, nel settore alimentare, agricoltura e turismo) nel 2020, i
focolai nei macelli e negli impianti di lavorazione della carne e negli impianti di lavorazione della carne sono frequenti in diversi paesi europei (Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Regno Unito, Francia, Polonia, Italia, Norvegia, Spagna, Belgio e Danimarca).
Secondo i risultati del
report EFFAT sono stati identificati i seguenti
fattori di rischio:
- mancanza di distanziamento fisico
- mancanza di ispezioni/controlli
- scarsità di adeguate condizioni abitative (in quasi tutti i paesi europei il settore legato alla lavorazione della carne, dipende fortemente da lavoratori migranti e transfrontalieri. I lavoratori vivono spesso in appartamenti sovraffollati, scelti per risparmiare sulle spese d'alloggio a causa dei contratti di lavoro o salari troppo bassi)
- trasporto condiviso (spesso fornito dai datori di lavoro, senza adeguate misure di distanziamento)
- ventilazione insufficiente
- mancanza di adeguati dispositivi di protezione individuale
- temperature molto basse (richieste da alcune fasi di lavorazione)
- insicurezza del lavoro e mancanza di protezione sociale (le condizioni di lavoro per molti addetti alla lavorazione della carne sono estremamente precarie. Inoltre, il livello delle indennità di malattia può essere molto basso: questo potrebbe avere determinato perché alcuni lavoratori non abbiano denunciato il loro stato di salute dopo i primi sintomi di Covid-19, per paura di perdere il lavoro o perché l’indennità di malattia non concedeva un reddito dignitoso per vivere).
Malattie da esposizione ad altri agenti patogeni
È necessaria una migliore conoscenza dei rischi per identificare le opportunità per
prevenire le malattie infettive legate al lavoro: anche coloro che svolgono attività non sanitarie, possono essere esposti in diversi modi ad agenti infettivi.
L'obiettivo della
revisione citata sopra era quello di fornire una panoramica aggiornata delle
evidenze sul tema dell’
esposizione ad agenti patogeni tra gli
operatori non sanitari: a causa dei recenti focolai di SARS-CoV-2, lo studio è stato mirato anche all'esposizione ai
patogeni delle vie respiratorie.
Gli studi pertinenti sono stati identificati in MEDLINE, Embase e Cochrane tra il 2009 e l’8 dicembre 2020. Il protocollo della revisione è stato registrato nel
Registro internazionale prospettico delle revisioni sistematiche (CRD42019107265) ed è stata effettuata un'ulteriore valutazione della qualità, seguendo le linee guida di
Equator network.
La ricerca sistematica di letteratura ha prodotto 4620 articoli di cui 270 corrispondenti ai criteri di selezione e qualità.
I
rischi di malattie infettive sono stati descritti in
37 gruppi professionali: 18 di questi non erano mai stati menzionati prima.
Sembrano avere un
rischio più elevato:
- forze armate (n=36 agenti patogeni)
- braccianti nell’allevamento di bestiame (n=31)
- allevatori/produttori lattiero-caseari (n=26)
- lavoratori dei macelli (n=22)
- addetti alla cura degli animali e addetti alla selvicoltura (entrambi n=16).
In totale, sono state riscontrate
111 esposizioni a patogeni. Molti dei gruppi professionali (81,1%) sono stati esposti a patogeni delle vie respiratorie.
Analizzando le conoscenze ad oggi di questi fattori di rischio, individuando nuovi rischi e gruppi suscettibili a rischio, questa revisione vuol
aumentare la consapevolezza del problema e fornire informazioni affidabili per stabilire misure preventive più efficaci. Nella revisione è evidenziata una
lista delle occupazioni o gruppi di occupazioni a rischio per i singoli agenti patogeni.
Come esempio dei
dati consultabili, presentiamo qui solo le prime righe della tabella:
Un
approccio combinato di fattori di rischio (patologie e fattori di rischio del luogo di lavoro e del lavoratore) può definire una strategia globale di valutazione. Sono necessarie ulteriori ricerche sui fattori di rischio determinati dal luogo di lavoro (es. affollamento, esposizione alla polvere e ai fumi…) e da quelli derivanti dalle caratteristiche dei lavoratori (es. età, immunosoppressione…), così da ottenere un approccio più sistematico per prevenire il rischio biologico tra gli operatori non sanitari.
Esempi dell’interazione dei fattori di rischio correlati all’ambiente con quelli individuali è riportato nella tabella 2 della revisione sistematica.
Per saperne di più:
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