Per rispondere a questa domanda, gli autori dell’articolo pubblicato recentemente sulla rivista Journal of Antimicrobial Chemotherapy hanno effettuato una revisione sistematica della letteratura.
Sono stati identificati più di 22mila studi, ma solo 18 hanno soddisfatto i criteri di inclusione; tra questi, 16 studi hanno riportato un’associazione statistica significativa tra
esposizione agli antibiotici e
conseguente rischio di infezione.
Le infezioni associate a un precedente uso di antibiotici includono l'infezione da
Campylobacter jejuni (uno studio), foruncolosi cronica (uno studio), infezione invasiva da
Haemophilus influenzae tipo b (uno studio), mastite infettiva (uno studio), meningite (uno studio), malattia invasiva pneumococcica (uno studio), infezione della pelle da
Staphylococcus aureus (uno studio), febbre tifoide (due studi), foruncoli e ascessi ricorrenti (uno studio), infezione del tratto respiratorio superiore e infezione del tratto urinario (uno studio) e infezione da
Salmonella (cinque studi, sebbene in tre l'effetto era di importanza statistica marginale).
Il risultato della revisione supporta l’ipotesi che l’
uso degli antibiotici può predisporre ad un successivo rischio di infezioni causate da agenti sia antibiotico-resistenti sia non-antibiotico-resistenti.
L'associazione può essere spiegata per l'
effetto distruttivo della terapia antibiotica sul microbiota e quindi per la
diminuzione dell’effetto soppressivo locale sullo sviluppo degli agenti patogeni.
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