Come premessa evidenziamo che gli
anticorpi in grado di riconoscere il
nucleocapside N vengono prodotti solo in seguito all’
infezione naturale.
I
vaccini attualmente approvati espongono al sistema immunitario solo la
regione RBD della proteina Spike e non altre strutture proteiche del virus come, appunto, il nucleocapside.
Ecco perché tramite il
test qualitativo
sugli anticorpi IgG (IgG-N)
anti-nucleocapside, anche chi è già
vaccinato può scoprire se è
entrato in contatto o meno con il virus. Se si è vaccinati, ma non si è mai contratto il Covid-19, il test risulta negativo.
Chi sono gli asintomatici
Le
infezioni asintomatiche sono potenziali fonti di
trasmissione per la malattia da coronavirus 2019, soprattutto durante l'epidemia della variante SARS-CoV-2
Omicron.
Gli autori di una
revisione sistematica e meta-analisi hanno cercato di valutare la
percentuale di infezioni asintomatiche tra gli individui positivi a Omicron, rilevati dal sequenziamento genico o dalla reazione a catena della polimerasi (PCR).
Sono stati consultati PubMed, EMBASE e Web of Science dal 26 novembre 2021 al 13 aprile 2022.
La meta-analisi è stata condotta seguendo le linee guida Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses ed è stata registrata con PROSPERO (
CRD42022327894).
Tre ricercatori hanno estratto i dati in modo indipendente e due hanno valutato la qualità utilizzando criteri prestabiliti.
La percentuale combinata, con intervallo di confidenza (CI) del 95% delle infezioni asintomatiche di Omicron, è stata stimata utilizzando modelli a effetti casuali.
Otto studi, per un totale di
7640 individui positivi alla variante Omicron, sono stati inclusi nella meta-analisi per stimare la percentuale di infezioni asintomatiche. Tra questi,
2190 avevano
infezioni asintomatiche (
Figura 2, clicca per vedere la figura in una risoluzione maggiore).

L'eterogeneità tra gli studi era elevata (I
2 = 97,7%; p <0,001)
La
percentuale cumulativa di infezioni asintomatiche era del
32,40% (IC 95%: 25,30-39,51%) tra gli individui positivi alla variante SARS-CoV-2
Omicron.
La
figura 3 (clicca per vedere la figura in una risoluzione maggiore) mostra i risultati dell'
analisi dei sottogruppi, che evidenzia anche che la
percentuale è più alta:
- nella popolazione dei paesi in via di sviluppo (38,93%; IC 95%: 19,75- 58,11%),
- con copertura vaccinale ≥ 80% (35,93%; IC 95%: 25,36-46,51%),
- con una storia di viaggi (40,05%; IC 95%: 7,59-72,51%),
- con infezioni trasmesse nella comunità (37,97%; 95% CI: 10,07-65,87%),
- con un'età media < 20 anni (43,75%; IC 95%: 38,45-49,05%).

Lo
screening, concludono gli autori dello studio, è necessario per
prevenire focolai o la
prolungata trasmissione comunitaria, causate da
infezioni asintomatiche delle varianti di Omicron, in particolare per i paesi e le regioni che hanno controllato con successo SARS-CoV-2.
I contagi inconsapevoli
Alcuni individui, che sono stati infettati dalla variante Omicron, potrebbero essere stati completamente
ignari del loro stato infettivo mentre il virus era attivamente trasmissibile.
È stato svolto uno
studio di coorte per conoscere la
consapevolezza dello stato infettivo nelle persone durante il recente aumento dei casi di Omicron.
Sono stati analizzati i record di adulti, dipendenti e pazienti, di un
centro medico accademico, arruolati in uno studio sierologico longitudinale COVID-19 nella contea di Los Angeles, in California.
Questi partecipanti hanno avuto
2 o più misurazioni seriali di anticorpi IgG (IgG-N)
anti-nucleocapside a distanza di almeno 1 mese: la prima dopo la fine di un'impennata nella regione della variante
Delta (15 settembre 2021) e una successiva dopo l’inizio dell'aumento di
Omicron (15 dicembre 2021). Sono stati inclusi nel presente studio gli
adulti con l’evidenza di nuova infezione da SARS-CoV-2 verificatasi durante il periodo di picco della variante Omicron fino al 4 maggio 2022. La recente infezione da variante Omicron era evidenziata dalla sieroconversione di SARS-CoV-2.
La
consapevolezza della recente infezione da SARS-CoV-2 è stata accertata dalla revisione degli aggiornamenti sanitari auto-riferiti, delle cartelle cliniche e dei dati dei test COVID-19.
Dei
210 partecipanti (età mediana [intervallo] 51 (23-84) anni, di cui 136 donne [65%]) con
evidenza sierologica di una recente infezione da variante di Omicron:
- il 44% (92) ha dimostrato consapevolezza di qualsiasi infezione da Omicron recente
- il 56% (118) ha riferito di non essere a conoscenza del proprio stato infettivo.
Tra
coloro che non erano a conoscenza, il
10% (12 su 118) ha riferito di aver avuto
sintomi, che hanno attribuito a un comune
raffreddore o ad altre
infezioni non SARS-CoV-2.
Nelle analisi multivariate che hanno tenuto conto delle
caratteristiche demografiche e cliniche, i partecipanti, che erano dipendenti sanitari del centro medico, avevano maggiori probabilità rispetto ai non dipendenti di essere a conoscenza della loro recente infezione (odds ratio aggiustato, 2,46; IC 95%, 1,30-4,65).
I risultati di questo studio suggeriscono che
più della metà degli adulti con una recente infezione da Omicron
non era a conoscenza del proprio stato infettivo e che la
consapevolezza era
maggiore tra gli operatori sanitari rispetto ai non dipendenti, ma nel complesso ancora bassa.
L'
inconsapevolezza può essere un fattore altamente
prevalente associato alla
rapida trasmissione da persona a persona all'interno delle comunità.
Per saperne di più:
 |
Percentage of Asymptomatic Infections among SARS-CoV-2 Omicron Variant-Positive Individuals: A Systematic Review and Meta-Analysis. Shang W, Kang L, Cao G, Wang Y, Gao P, Liu J, Liu M. Vaccines (Basel). 2022 Jun 30;10(7):1049. doi: 10.3390/vaccines10071049.
|
 |
Awareness of SARS-CoV-2 Omicron Variant Infection Among Adults With Recent COVID-19 Seropositivity Joung SY, Ebinger JE, Sun N, Liu Y, Wu M, Tang AB, Prostko JC, Frias EC, Stewart JL, Sobhani K, Cheng S. JAMA Netw Open. 2022 Aug 1;5(8):e2227241. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2022.27241. |
Per approfondire: