De Vogli, autore di un
articolo recentemente pubblicato, riassume in quattro sezioni le principali questioni sull'
associazione COVID-19 e crisi climatica emerse e da lui presentate durante la
9th Biennial European Society for Health and Medical Sociology Conference svoltasi ad agosto 2022.
Gestione di COVID-19: come salvare vite durante una pandemia
In primo luogo, vengono esaminate le
principali strategie di sanità pubblica nella gestione della pandemia COVID-19.
Sebbene ci siano numerosi fattori in grado di spiegare le differenze nazionali nella mortalità COVID-19 che sono non imputabili a meriti o demeriti di governi, vengono identificati
cinque errori letali (mancanza di preparazione, disinformazione, medicalizzazione, un approccio politico basato su un atteggiamento di "laissez-faire" nei confronti del virus e dell'iniquità sociale) e
quattro azioni vitali (test, tracciabilità, isolamento con supporto, tempestività e immunizzazione) che meglio distinguono
il successo o il fallimento nell'affrontare la pandemia.
Prevenire la prossima pandemia
Nella seconda parte, viene analizzata l'origine di SARS-CoV-2 e i principali
fattori di rischio per le malattie zoonotiche emergenti (es. sfruttamento della fauna selvatica, deforestazione, intensificazione agricola e cambiamento climatico) da considerare per prevenire future pandemie.
Crisi ecologica e variante neoliberale del capitalismo
Nelle ultime due sezioni dello studio, vengono discusse le
interrelazioni tra la pandemia di COVID-19 e
la crisi ecologica, nel contesto della cosiddetta
variante neoliberista del capitalismo.
Entrambe le emergenze sono in gran parte determinate da fattori di rischio antropico influenzati da un modello di sviluppo economico che privilegia la crescita economica infinita, il libero scambio e un mercato globale autoregolante rispetto a qualsiasi altro valore della società (compresa la sopravvivenza umana).
Conclusioni
Un
approccio economico alternativo, capace di creare un
nuovo equilibrio tra la
salute dell'uomo, degli animali e l'ambiente (modificando i loro fattori strutturali), è l'antidoto più importante contro le nuove ricadute epidemiche e il cambiamento climatico. È la "risposta immunitaria umanitaria" di cui abbiamo bisogno per proteggere la salute globale dalle future pandemie e dal collasso ecologico.
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