“
Long Covid” è il termine inglese comunemente usato per spiegare gli
effetti duraturi di Covid-19. Ogni giorno emergono
nuove evidenze, che risultano però difficilmente assimilabili in una revisione sistematica per la
mancanza di una precisa “definizione” di questa condizione.
Il
National Institute for Health Research (NIHR) ha svolto una
revisione “atipica”, perché ha previsto la collaborazione di
esperti e di un gruppo di
pazienti.
Quando si considerano le evidenze, è infatti importante mantenere, piuttosto che sintetizzare, diverse prospettive (epidemiologi, ricercatori, decisori politici, professionisti e pazienti), annotando e riportando quando ci sono discrepanze tra le ipotesi.
Convivere con il Covid: l'esperienza di Julia
Nella revisione sono riportate alcune
esperienze dei pazienti; in una viene evidenziata l’importanza di
poter condividere con gli altri il proprio vissuto.
L’esperienza è quella di Julia, che purtroppo non può essere considerata paradossale o unica:
"Cinque giorni dopo il lockdown mi sono svegliata durante la notte e ho pensato "Oh! Ho mal di gola ... spero che non sia il virus". Il mal di gola persisteva nei giorni seguenti insieme a mal di stomaco e sensazione di surriscaldamento dopo qualsiasi attività fisica, sebbene la mia temperatura fosse elevata, ma non "febbre". Cinque giorni dopo l'inizio dei miei sintomi, mio marito ha annunciato di aver perso il gusto e l'odore. "Bene, allora è così" ho pensato, "deve essere il virus." Nessun test era disponibile per confermare o smenire.
Dalla quarta settimana ho iniziato ad avere
dolori al petto e poi
mancanza di respiro, gradualmente si sono sviluppati altri sintomi tra cui
secchezza delle fauci,
lingua dolorante,
dolori articolari,
affaticamento,
eruzione cutanea e
tachicardia. Le settimane successive furono spaventose poiché i sintomi fluttuavano.
È stato solo a metà giugno, quando ho trovato il
gruppo Facebook di Long Covid, che mi sono reso conto di non essere sola, migliaia di persone si trovavano nella stessa situazione. Sapere questo mi ha aiutato enormemente.
Dopo quasi 6 mesi ho iniziato a sentire un po' di miglioramento, anche se fare qualsiasi cosa a distanza si traduca in un ritorno dei sintomi. Non avrei potuto sopravvivere a questo senza l'amore e il sostegno di mio marito e della mia famiglia."
Più sindromi post Covid-19 diverse tra loro
La revisione citata sopra porta un preciso riferimento ad uno
studio italiano, condotto sulle persone dimesse da un ospedale di Roma, in cui veniva evidenziato che:
- l'87% viveva ancora almeno un sintomo 60 giorni dopo l'inizio del Covid 19
- il 55% aveva tre o più sintomi tra cui l'affaticamento (53% ), difficoltà respiratorie (43%), dolori articolari (27%) e toracici (22%)
- il 40% affermava di avere una qualità di vita peggiore.
Nella revisione si afferma che esiste la possibilità che i sintomi descritti dai pazienti, anche in altri studi, possano essere dovuti a una
serie di sindromi diverse:
- sindrome post-terapia intensiva
- sindrome da stanchezza post-virale
- sindrome Covid a lungo termine
- alcune persone possono presentare più di una sindrome contemporaneamente.
La diagnosi è indispensabile per una corretta attivazione di percorsi di cura e di assistenza.
Long Covid: le conclusioni della revisione, riflessioni e suggerimenti
Esiste una corrente e diffusa “percezione” che le persone ammalate o si riprendano o vengano ricoverate in ospedale o muoiano entro un determinato periodo di tempo, ma è sempre più chiaro che per alcune persone esiste un percorso distinto.
Una
diagnosi di sindromi post coronavirus riconosciuta dai servizi sanitari, dai datori di lavoro e dalle agenzie governative
faciliterebbe l'accesso al supporto necessario e fornirebbe la base per la
pianificazione di servizi appropriati. Sebbene sia troppo presto per fornire una definizione precisa, sono necessari una guida per raggiungere una diagnosi e un codice per i set dei dati clinici.
Le persone sperimentano un'
ampia gamma di sintomi fluttuanti e multisistemici che devono essere riconosciuti. Un tema comune è che i sintomi sorgono in un sistema fisiologico e poi si attenuano solo per manifestarsi in un sistema diverso.
Il supporto nella comunità dovrebbe essere considerato insieme alle cure cliniche ospedaliere. Ci sono
impatti psicologici e sociali significativi che, se non ben gestiti, avranno conseguenze a lungo termine per gli individui e per la società. I servizi sanitari e di assistenza sociale non sono attrezzati per sostenere le
persone che convivono con Covid-19. Il personale necessita di una migliore informazione e formazione sugli effetti in corso. C'è un urgente bisogno di comprendere meglio il percorso dei sintomi e fornire aspettative realistiche sulla progressione.
Un
commento alla revisione è pubblicato anche su BMJ.
Per saperne di più: