Non è ancora ben conosciuto l'impatto di
COVID-19 dopo il ricovero per malattia acuta, sulla salute fisica e mentale e sull'occupazione.
Un
articolo recentemente pubblicato riporta i risultati di
PHOSP-COVID, uno studio di
follow-up multicentrico a lungo termine su adulti (età ≥18 anni) dimessi dall'ospedale nel Regno Unito con una diagnosi clinica di COVID-19.
Lo studio ha previsto una
valutazione tra i 2 e i 7 mesi dopo la dimissione, inclusa la registrazione dettagliata dei sintomi e i test fisiologici e biochimici.
La regressione logistica multivariata è stata eseguita per l'esito primario della
guarigione percepita dal paziente, con età, sesso, etnia, indice di massa corporea, comorbidità e gravità della malattia acuta come covariate. E' stata eseguita un'analisi dei risultati per dispnea, affaticamento, salute mentale, deterioramento cognitivo, prestazioni fisiche e lo studio è stato registrato in ISRCTN (ISRCTN10980107).
La ricerca ha considerato i risultati di
1077 pazienti dimessi dall'ospedale tra il 5 marzo e il 30 novembre 2020, che sono stati sottoposti a valutazione a una mediana di 5,9 mesi (IQR 4,9-6,5) dopo la dimissione.
I partecipanti avevano un'età media di 58 anni (DS 13); 384 (36%) erano femmine, 710 (69%) di etnia bianca, 288 (27%) avevano ricevuto ventilazione meccanica e 540 (50%) avevano almeno due comorbidità.
Al follow-up, solo 239 (29%) di 830 partecipanti si sono sentiti completamente guariti, 158 (20%) di 806 hanno avuto una nuova disabilità (valutata dal Washington Group Short Set on Functioning) e 124 (19%) di 641 hanno sperimentato un cambiamento di occupazione correlato alla salute.
L'entità delle condizioni sanitarie persistenti era sostanziale, ma solo debolmente associata alla gravità della malattia acuta.
Sono stati identificati
quattro cluster con diverse
gravità di compromissione della salute mentale e fisica (n=767):
- molto grave (131 pazienti, 17%)
- grave (159, 21%)
- moderato insieme a deterioramento cognitivo (127, 17%)
- lieve (350, 46%).
Dei risultati utilizzati nell'analisi cluster, tutti erano strettamente correlati, ad eccezione del deterioramento cognitivo. Tre (3%) di 113 pazienti nel cluster molto grave, 9 (7%) su 129 nel cluster grave, 36 (36%) su 99 nel cluster moderato e 114 (43%) su 267 nel cluster hanno riferito di sentirsi completamente guariti.
La
proteina C-reattiva sierica persistentemente elevata è stata positivamente associata alla gravità del cluster.
Sono stati identificati
fattori relativi al mancato “recupero” dopo il ricovero ospedaliero con COVID-19 a 6 mesi dopo la dimissione:
- sesso femminile
- mezza età
- due o più comorbidità e malattia grave più acuta.
Sono stati rilevati
quattro diversi fenotipi di guarigione, in relazione a salute mentale, performance fisica e capacità cognitive. La gravità dei danni alla salute fisica e mentale è strettamente correlata, mentre i danni alla salute cognitiva erano indipendenti.
I risultati suggeriscono che ci sono
meccanismi sottostanti che causano gravi menomazioni mentali e fisiche, indipendenti del grado di danno polmonare acuto e potenzialmente correlato all’infiammazione sistemica persistente.
I dati, insieme a report precedenti, suggeriscono che sono necessari un
approccio proattivo e cure cliniche olistiche, dato il grande peso delle menomazioni della salute. I
quattro cluster evidenziano il potenziale per
stratificare e personalizzare le cure, sottolineando la necessità di accesso a interventi per migliorare la salute mentale, fisica e cognitiva.
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