29/9/2017

Nuova epidemia di chikungunya in Italia?

www.euro.who.int

29 settembre 2017

Dal 26 settembre 183 i casi notificati in Lazio, nelle aree costiere di Anzio e Latina e nella città di Roma. Dei casi notificati, 109 sono stati confermati e 74 sono stati indagati (tutti con un collegamento epidemiologico alla regione Lazio). Tre casi sono stati notificati anche in altre aree, ma tutti hanno una storia di viaggio a Anzio.


18 settembre

In Italia confermati 14 casi autoctoni di chikungunya, 6 a Roma e 8 nella zona costiera di Anzio in Lazio. Il primo caso risale al 5 agosto scorso. Questa è il seconda epidemia di chikungunya in Italia. Nel 2007 sono stati riportati 217 casi in Emilia Romagna.

Secondo l'OMS, esiste il rischio di un'ulteriore trasmissione di chikungunya, a causa della presenza della zanzara Aedes albopictus nel bacino del Mediterraneo. Rischio ancor più consistente perché le aree sono altamente popolate, in particolare nei mesi estivi.

Misure di sanità pubblica sono state messe in atto dalle autorità competenti. Queste includono il controllo del vettore e la comunicazione alla popolazione. La prevenzione e il controllo si basano sulla riduzione del numero di contenitori d'acqua naturali e artificiali che favoriscono la riproduzione delle zanzare. L'OMS raccomanda a coloro che si trovano oppure sono in viaggio nelle zone interessate di prendere semplici precauzioni: l'uso di maniche lunghe e pantaloni e l'utilizzo di repellenti.

 

Ma i casi di chikungunya non sono soltanto in Italia

www.ecdc.europa.eu

L'11 agosto 2017 la Francia ha notificato un caso autoctono di infezione da virus chikungunya, diagnosticato nel dipartimento di Var (Regione Provence-Alpes-Côte d'Azur) nella Francia sudorientale attraverso il sistema di allarme e allarme precoce (EWRS). A partire dal 13 Settembre, le autorità hanno segnalato sette casi confermati e due probabili

 

 

Informazioni generali sulla malattia

www.epicentro.iss.it

La chikungunya è una malattia virale, caratterizzata da febbre e forti dolori, che viene trasmessa all’uomo da zanzare infette. La prima epidemia nota è stata descritta nel 1952 in Tanzania, anche se già nel 1779 era stata descritta un’epidemia in Indonesia, attribuibile forse allo stesso agente virale.

Sintomi e quadro clinico
Dopo un periodo di incubazione di 2-12 giorni si manifestano improvvisamente febbre e dolori alle articolazioni tali da limitare i movimenti dei pazienti (da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa “ciò che curva” o “contorce”), che quindi tendono a rimanere assolutamente immobili e assumere posizioni antalgiche. Altri sintomi includono dolore muscolare, mal di testa, affaticamento e rash cutaneo. Il dolore alle articolazioni è spesso debilitante, generalmente dura alcuni giorni ma può anche prolungarsi per alcune settimane. Inoltre, il virus della chikungunya può causare malattie acute, subacute o croniche.

Nella maggior parte dei casi i pazienti si riprendono completamente tuttavia, in alcuni casi il dolore alle articolazioni può persistere per mesi o anche anni. Spesso i sintomi delle persone infette sono lievi e l’infezione può non essere riconosciuta o male-interpretata, soprattutto nelle aree in cui è presente la dengue. Occasionalmente sono state segnalate complicanze oculari, neurologiche, cardiache e gastrointestinali. Raramente si verificano complicanze gravi, tuttavia negli anziani la malattia può essere una concausa di morte.

Vettori e agente responsabile
Identificata in oltre 60 Paesi di Asia, Africa, Europa e delle Americhe, la chikungunya si trasmette da persona a persona attraverso la puntura di una zanzara femmina del genere Aedes, come Aedes aegypti ed Aedes albopictus (la zanzara tigre). Il virus responsabile appartiene alla famiglia delle togaviridae, del genere degli alphavirus.

Diagnosi
Nel Dipartimento Malattie infettive dell'Iss è attivo il laboratorio di riferimento nazionale per gli arbovirus.

Le più importanti malattie di importazione prese in considerazione sono: dengue, chikungunya, febbre gialla, West Nile, encefalite giapponese e quelle causate da hantavirus. I metodi diagnostici sono sierologici e molecolari.

Trattamento
Non esistono trattamenti antivirali specifici e le cure si focalizzano primariamente nell’alleviare i sintomi. Al momento non è in commercio un vaccino contro la chikungunya.

Prevenzione e consigli per i viaggiatori
La prevenzione della malattia consiste innanzitutto dell’impedire o ridurre al minimo le punture delle zanzare. Sarà utile quindi per coloro che intendano recarsi nelle zone in cui è presente il virus seguire le precauzioni generali per difendersi dalle punture delle zanzare:

  • reti alle finestre o zanzariere nelle stanze in cui si soggiorna
  • vestiti che non lascino scoperte parti del corpo (camicie con maniche lunghe, pantaloni lunghi ecc) di colore chiaro, perché i colori scuri attraggono le zanzare
  • repellenti sulle parti del corpo che rimangono scoperte, tenendo presente che il sudore ne riduce l'effetto. Donne gravide e bambini dovrebbero consultare il proprio medico o farmacista prima di utilizzare questi prodotti, mentre particolare attenzione va posta ai bambini di età inferiore ai 3 mesi, per i quali l’utilizzo è invece sconsigliato
  • Infine, è importante ricordare che alcune zanzare vettori di questa malattia non sono attive solo al buio, nelle ore serali, ma anche durante il giorno.


In caso di febbre di qualsiasi natura, soprattutto se accompagnata da dolori articolari, si raccomanda ai viaggiatori di rientro da un viaggio in una zona in cui è presente la malattia di segnalare al proprio medico, o alla struttura ospedaliera a cui si sono rivolti, i Paesi in cui si sono recati. Categorie particolari come le donne in gravidanza e le persone con malattie croniche o scarse difese immunitarie dovrebbero chiedere consigli al proprio medico sull’opportunità di intraprendere un viaggio in una zona endemica per chikungunya.

fonte: Factsheet dell'Organizzazione mondiale della sanità