Uno
studio di coorte svolto
in Francia rileva come questi elementi siano stati essenziali nella popolazione considerata.
I
fattori nutrizionali sono
essenziali per il funzionamento del sistema immunitario e potrebbero quindi svolgere un ruolo durante la pandemia COVID-19, ma sono necessarie
“evidenze”.
Come riportano gli autori di uno
studio recentemente pubblicato, sono state avanzate molte ipotesi riguardo a un
ruolo putativo della nutrizione nella pandemia di COVID-19, per la suscettibilità all’infezione da SARS-CoV-2, per la gravità della malattia e per esiti associati.
I cibi che assumiamo infatti ci forniscono
macronutrienti, vitamine, minerali e altri composti bioattivi che sono essenziali per un
corretto funzionamento del sistema immunitario. Assunzioni nutrizionali inadeguate potrebbero quindi compromettere la risposta immunitaria e portare a una maggiore suscettibilità all'infezione da SARS-CoV-2.
Due studi prospettici hanno esaminato il potenziale legame tra
assunzione alimentare e
rischio d’infezione da SARS-CoV-2:
- uno studio spagnolo, che utilizzava un questionario COVID-19 auto-compilato senza dati sierologici oggettivi, suggeriva una potenziale associazione protettiva con un maggiore aderenza alla dieta mediterranea
- un altro studio nel Regno Unito ha utilizzato un questionario semplificato che considera 17 alimenti e che è stato somministrato a persone che hanno volontariamente effettuato un test RT-PCR (real-time polymerase chain reaction tests RT-PCR). Lo studio ha suggerito un'associazione protettiva per un'assunzione maggiore di caffè e verdure e una maggiore probabilità d’infezione associata a maggiori assunzioni di carne lavorata.
Alcuni
studi hanno esplorato come l'assunzione di determinati elementi nutrizionali (per lo più attraverso interventi che considerano
vitamine e
minerali come le vitamine A, C e D o lo zinco) siano
collegati ad altre infezioni del tratto respiratorio, incluso il comune raffreddore o la polmonite. Questi studi hanno mostrato
risultati discordanti, alcuni suggeriscono un impatto sull'incidenza dell'infezione e/o sulla durata dei sintomi, mentre altri non hanno mostrato alcun effetto.
Gli
studi nel contesto di COVID-19 sono stati per lo più
ecologici o condotti su
pazienti già infetti, concentrandosi sulla prognosi della malattia COVID-19, in un contesto di prevenzione terziaria.
Questi studi forniscono spunti cruciali per la gestione della malattia, ma
non sono appropriati per indagare la potenziale influenza delle
abitudini alimentari sul rischio di essere infettati da SARS-CoV-2, in un contesto di prevenzione primaria.
Mentre gli individui sono continuamente esposti a vari agenti patogeni (tra cui virus respiratori),
alcuni sono più suscettibili di altri ad essere effettivamente infettati. È stato suggerito che la
dieta abituale abbia un impatto sull'immunità in diversi modi, ma il suo
ruolo sulla suscettibilità all'infezione da SARS-CoV-2 è ancora sconosciuto.
Informazioni in tale senso, una volta convalidate, potrebbero essere utili per stabilire linee guida dietetiche volte a ridurre il rischio di infezione da SARS-CoV-2 o altri patogeni respiratori.
Nutrizione e rischio d'infezione da SARS-CoV-2: lo studio francese NutriNet-Santé
Obiettivo dello
studio svolto in Francia, è stato quindi studiare le associazioni tra
dieta e rischio di infezione da SARS-CoV-2 in un ampio campione di popolazione. Le analisi sono state condotte nello studio di coorte prospettico francese
NutriNet-Santé (2009-2020).
Che cos'è NutriNet-Santé?
NutriNet-Santé è uno studio di coorte web-based, incentrato sulle relazioni tra
nutrizione e salute e sui determinanti dei comportamenti legati all’alimentazione. Il reclutamento di adulti francesi è iniziato nel 2009 ed è tuttora in corso.
Lo studio NutriNet-Santé è condotto in conformità con la Dichiarazione di Helsinki e tutte le procedure sono state approvate dall'Institutional Review Board dell'Istituto francese per la salute e la ricerca medica (IRB INSERM #0000388FWA00005831) e dalla Commissione nazionale per l'informatica e la libertà ( CNIL #908.450 e #909.216). Tutti i partecipanti hanno fornito il consenso informato e una firma elettronica. Lo studio è registrato su ClinicalTrials.gov (
NCT03335644).
L'
assunzione di alimenti viene valutata ogni 6 mesi, ogni volta attraverso 3 record dietetici non consecutivi convalidati nelle 24 ore, distribuiti casualmente su 2 settimane, includendo 2 giorni della settimana e 1 giorno del fine settimana.
Le
dimensioni delle porzioni sono stimate utilizzando fotografie convalidate, contenitori standard o direttamente in g/L.
Il
contenuto degli alimenti in energia, alcol e macro- e micronutrienti, è derivato dalla tabella di composizione degli alimenti NutriNet-Santé, che viene continuamente aggiornata e attualmente comprende > 3500 articoli.
Le
quantità di cibo consumato con pietanze composite, sono stimate utilizzando ricette francesi convalidate da esperti professionisti dell’alimentazione e della nutrizione.
I “
dietary energy under-reporters” vengono rilevati tramite il
metodo proposto da Black (Dunn Nutrition Centre, Cambridge, UK).
Uno specifico
protocollo di ricerca COVID-19 è stato istituito nell'aprile 2020, come parte del progetto multicoorte nazionale SAPRIS, che include diversi questionari che raccolgono ripetutamente informazioni sull'infezione/diagnosi COVID-19 dei partecipanti e sull'esperienza nel lockdown (ad es. status, presenza di bambini in casa, frequenza di uscite nell'ultima settimana e relativi comportamenti protettivi, peso corporeo prima del lockdown).
Tutti i
questionari NutriNet-Santé sono disponibili online (in francese).
Metodi utilizzati e risultati dello studio NutriNet-Santé
Nello studio, la
sieroprevalenza degli anticorpi anti-SARS-CoV-2 è stata valutata con la
metodologia ELISA su campioni di sangue essiccato.
Il
consumo di cibo e l'assunzione di nutrienti sono stati calcolati come media giornaliera dei record dietetici complessivi disponibili nelle 24 ore (minimo 6),
dal 1 gennaio 2018 al 1 febbraio 2020, ovvero i 2 anni precedenti l'inizio della pandemia di COVID-19 in Francia. Sono stati calcolati modelli di regressione logistica multi-adjusted.
Sono stati
inclusi un totale di
7766 adulti (70,3% donne, età media: 60,3 anni), di cui
311 positivi agli anticorpi anti-SARS-CoV-2.
Assunzioni dietetiche di
vitamina C (OR per 1 SD=0,86 (0,75-0,98), P=0,02),
vitamina B9 ovvero acido folico (OR=0,84 (0,72-0,98), P=0,02),
vitamina K (OR=0,86 (0,74-0,99 ), P=0,04),
fibre (OR=0,84 (0,72-0,98), P=0,02) e
frutta e
verdura (OR=0,85 (0,74-0,97), P=0,02) sono stati associati a una
ridotta probabilità di infezione da SARS-CoV-2.L'
assunzione alimentare di calcio (OR=1,16 (1,01-1,35), P=0,04) e
latticini (OR=1,19 (1,06-1,33), P=0,002) è associata a un
aumento delle probabilità.
Non è stata rilevata alcuna associazione con altri gruppi di alimenti o nutrienti o con la qualità complessiva della dieta.
L’immagine ripresa dai
dati supplementari dello studio,
indica i
gruppi alimentari che hanno contribuito all'assunzione di nutrienti (per i nutrienti che mostrano associazioni con il rischio d’ infezione da SARS-Cov2),
nello studio di coorte NutriNet-Santé (2009-2020) – SAPRIS-SERO.

Lo studio presenta
innumerevoli tabelle e figure, che riportano dettagliatamente tutti i risultati. Ad esempio, la
figura 1 e la
figura 2, rappresentano rispettivamente le associazioni tra assunzione di nutrienti e consumo di alimenti con l’odds di infezione da SARS-CoV-2.
Nelle analisi secondarie, sono state studiate le associazioni dell'assunzione di nutrienti e dei gruppi di alimenti con le probabilità di avere un'infezione da SARS-CoV-2 sintomatica o asintomatica (Figure
3,
4,
5,
6).
L'
assunzione di frutta e verdura e di vitamine C, K (da prodotti a base vegetale) e
B9 era
inversamente associata alle probabilità di un'infezione sintomatica da SARS-CoV-2.
Per quanto riguarda le
infezioni asintomatiche, sono state osservate:
- associazioni inverse per gli acidi grassi DPA-omega 3 e grassi aggiunti di origine vegetale
- associazioni dirette per i prodotti lattiero-caseari.
Nello studio,condotto su un
ampio campione di popolazione con dati di sieroprevalenza, l'assunzione di
frutta e verdura e, coerentemente, l'
assunzione alimentare di vitamina C, folati, vitamina K e fibre, è stata associata a una
minore suscettibilità all'infezione da SARS-CoV-2 .
Sono necessari
ulteriori studi per comprendere meglio il ruolo svolto dalle abitudini alimentari sul rischio di infezione da SARS-CoV-2.
Le intuizioni provenienti da diversi approcci dovrebbero aiutare a costruire solide prove scientifiche, tramite:
- studi randomizzati controllati ben progettati (per fattori con ipotesi protettive)
- altri studi prospettici osservazionali con informazioni dettagliate sull'esposizione alimentare (compresi i marcatori ematici dello stato dei micronutrienti) e l'esito (comprese le informazioni sui sintomi precoci e sulla gravità).
Al di là del suo ruolo consolidato nella prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili, l'
alimentazione potrebbe quindi fornire una leva strategica per migliorare la funzione immunitaria a livello di popolazione e contribuire alla protezione contro l'infezione da SARS-CoV-2.
Per saperne di più:
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Nutritional risk factors for SARS-CoV-2 infection: a prospective study within the NutriNet-Santé cohort. Deschasaux-Tanguy M, Srour B, Bourhis L, Arnault N, Druesne-Pecollo N, Esseddik Y, de Edelenyi FS, Allègre J, Allès B, Andreeva VA, Baudry J, Fezeu LK, Galan P, Julia C, Kesse-Guyot E, Péneau S, Hercberg S, Bajos N, Severi G, Zins M, de Lamballerie X, Carrat F, Touvier M; SAPRIS-SERO study group. BMC Med. 2021 Nov 30;19(1):290. |
Per approfondire, consulta anche le nostre news sullo stesso tema:
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Probiotici, omega-3, multivitaminici, vitamina D e Covid-19: effetti, anche se modesti, sulla riduzione del rischio di infezione (23 aprile 2021)
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Come rafforzare il sistema immunitario e rendere attive le difese contro il coronavirus: utili vitamine (A, B9, B6, B12, C, D) e minerali (zinco, ferro, rame e selenio) (6 ottobre 2020) |