14/2/2022

Long Covid nei bambini under 12: scarsi i dati sulla reale diffusione, alcune società di pediatria raccomandano attenzione ai sintomi a lungo termine

epicentro.iss.it; bmj.com; onlinelibrary.wiley.com; link.springer.com

L'andamento dell'epidemia:dall’infezione SARS-Cov-2 al Long Covid

Le varianti Delta e soprattutto Omicron, hanno sicuramente aumentato l’incidenza dell’infezione SARS-CoV-2 (asintomatica o sintomatica) anche nei bambini, e quindi il potenziale rischio di Long Covid.
Nel report dell’ISS del 2 febbraio 2022, leggiamo infatti :

Focus età scolare (0-19 anni):
  • Dall’inizio dell’epidemia alle ore 12 del 2 febbraio 2022 sono stati diagnosticati e riportati al sistema di sorveglianza integrata COVID-19 2.332.231 casi nella popolazione 0-19 anni, di cui 13.055 ospedalizzati, 212 ricoverati in terapia intensiva e 44 deceduti.
  • In crescita da due settimane, la percentuale dei casi segnalati nella popolazione di età scolare (32% vs 30% rilevato nella settimana precedente), verosimilmente anche a causa della maggiore attività di screening effettuata all’interno delle strutture scolastiche. Nell’ultima settimana il 18% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 46% nella fascia d’età 5-11 anni, il 36% nella fascia 12-19 anni.
  • In diminuzione da tre settimane il tasso di incidenza nella fascia 16-19 anni, mentre in tutte le altre fasce di età si registra una diminuzione solo nell’ultima settimana. Sebbene il dato delle ultime due settimane non sia ancora consolidato, nelle ultime tre settimane si osserva in tutte le fasce di età 0-19 anni un andamento in decrescita, anche del tasso di ospedalizzazione.

Diffusione del Long Covid: pochi studi specifici sui bambini

Abbiamo cercato di identificare alcuni studi che potessero dare una stima del problema. Purtroppo in molti studi su Long Covid vengono riportati dati complessivi per bambini e adolescenti.

Uno studio italiano, tra i primi a evidenziare dati sul Long Covid pediatrico, è stato pubblicato a luglio 2021, ma riportava dati cumulativi per bambini e adolescenti. E’ comunque uno tra gli studi più citati in successive pubblicazioni.

Lo studio trasversale (cross-sectional study) ha incluso tutti i bambini di età ≤18 anni con diagnosi di Covid-19 microbiologicamente confermato (analisi PCR su tampone nasofaringeo da marzo 2020 a ottobre 2020) presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma. 
Sono stati inclusi solo i bambini con un'infezione da SARS-CoV-2 diagnosticata 30 giorni prima della valutazione. Sono stati esclusi i pazienti di età >18 anni o con grave disabilità neurocognitiva, poiché ciò non avrebbe consentito una corretta valutazione dei segni e dei sintomi inclusi nell'indagine.
I caregiver sono stati intervistati sulla salute del loro bambino utilizzando un questionario (Appendice S1) sviluppato dal gruppo di studio Long Covid ISARIC per la valutazione dei sintomi persistenti.

I partecipanti sono stati intervistati da due pediatri, telefonicamente o in ambulatorio, dal 1 settembre 2020 al 1 gennaio 2021.
Per i valutati in ambito ambulatoriale è stata utilizzata la stessa indagine e sono stati raccolti i sintomi segnalati anche se al momento non presenti della visita (es. tachicardia).
Inoltre, al momento della valutazione non sono state svolte indagini per escludere altre cause, sebbene il questionario abbia una sezione in cui chiedere se nel frattempo siano state rilevate altre possibili cause.

I partecipanti sono stati classificati in gruppi in base:
  • allo stato dei sintomi durante la fase acuta (sintomatica/asintomatica),
  • alla necessità di ricovero in ospedale
  • al tempo dalla diagnosi di COVID-19 alla valutazione di follow-up (<60, 60–120, >120 giorni).
Le variabili numeriche sono state confrontate utilizzando il test t o l'ANOVA e le variabili categoriali con il chi quadrato o il test esatto di Fisher, ove appropriato. Tutte le analisi sono state eseguite utilizzando la versione R 4.0.3 (R Foundation).

Sono stati inclusi nello studio 129 bambini con diagnosi di COVID-19 tra marzo e novembre 2020 (età media di 11 ± 4,4 anni, 62 (48,1%) femmine). Sei bambini con grave deterioramento neurocognitivo sono stati esclusi per impossibilità di riportare i segni/sintomi inclusi nell'indagine. 109 bambini (84,5%) sono stati intervistati tramite telefonata e i restanti durante la valutazione ambulatoriale.
Durante Covid-19 acuto, 33 bambini (25,6%) erano asintomatici e 96 (74,4%) presentavano sintomi. Complessivamente, 6 (4,7%) bambini sono stati ricoverati in ospedale e 3 (2,3%) hanno avuto bisogno del ricovero in unità di terapia intensiva pediatrica.
Dopo la diagnosi iniziale di Covid-19, 3 hanno sviluppato una sindrome infiammatoria multisistemica (2,3%) e 2 miocardite (1,6%).
I pazienti sono stati valutati in media 162,5 ± 113,7 giorni dopo la diagnosi microbiologica di Covid-19.
Come riportato in Table S1:
  • il 41,8% è guarito completamente,
  • il 35,7% ha uno o due sintomi
  • 22,5% ne ha tre o più.
Sintomi come affaticamento, dolori muscolari e articolari, mal di testa, insonnia, problemi respiratori e palpitazioni erano particolarmente frequenti, come descritto anche negli adulti.

Anche una revisione non sistematica della letteratura effettuata sino a settembre 2021, ha evidenziato che ci sono studi limitati che riportano sintomi fisici di lunga durata di Covid-19 nella popolazione pediatrica.

I casi pediatrici di Covid-19 sono tuttavia sottostimati a causa dei bassi tassi di test e d’infezioni sintomatiche, che richiederebbero più studi longitudinali. I pochi studi che hanno documentato sintomi fisici a lungo termine nei bambini, mostrano che i risultati più accertati sono: affaticamento, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno e problemi sensoriali.

La maggior parte degli studi che esaminano l'impatto di COVID-19 nelle popolazioni pediatriche si sono concentrati sulla presentazione clinica iniziale e sui sintomi, che sono simili a quelli nelle popolazioni adulte.
Inoltre, il Covid-19 ha avuto un impatto sull'ambiente sociale di bambini e adolescenti, che può esacerbare i risultati fisiologici, psicologici, comportamentali e accademici attuali e futuri.

La revisione riporta la descrizione degli studi sull’impatto a lungo termine dell’infezione da Covid-19 e più in generale della pandemia (come esperienza di un “natural disaster”) suddividendoli in:
  • Sintomi ed effetti a lungo termine sulla salute fisica
  • Effetti a lungo termine sulla salute mentale
  • Effetti a lungo termine sulla salute sociale e comportamentale
  • Effetti a lungo termine sui risultati scolastici
  • Effetti a lungo termine sulla qualità della vita e sui determinanti sociali della salute
Un’altra revisione prima di discutere i sintomi del Long Covid, fornisce una breve panoramica della presentazione dell'infezione da SARS-CoV-2 nei bambini
Una tabella dettagliata propone poi quanto emerso dai pochi studi selezionati e commentati nella revisione, relativamente alla sintomatologia Long Covid.

Come ultimo riferimento, ma anche in questo caso non vi è però distinzione per fasce di età, la Società Italiana di Pediatria (SIP) in un comunicato, riporta che: “La reale diffusione del long Covid tra bambini e adolescenti non è determinata, varia dal 4 al 60% a seconda degli studi, peraltro molto eterogenei. Negli Stati Uniti sono stati diagnosticati oltre 6 milioni di casi di long Covid in bambini e adolescenti (al 10 ottobre 2021) pari al 16% di tutti i casi di long Covid segnalati nell’intera popolazione”.

Il ricorso dei bambini ai servizi sanitari come “indicatore” del Long Covid

Sono sicuramente necessari studi su larga scala, basati sulla popolazione e prospettici per determinare l'entità, la durata e l'impatto dei sintomi a lungo termine di Covid-19 tra i bambini.
Poco si sa anche se l'uso dei servizi sanitari tra bambini e adolescenti sia aumentato dopo la malattia iniziale e per quanto tempo l'aumento potrebbe persistere nei più piccoli rispetto ai bambini più grandi.

Un aumento a lungo termine delle visite specialistiche dopo l'infezione da SARS-CoV-2 implicherebbe che i sintomi post-Covid sono gravi per determinati gruppi di età, mentre un aumento a breve termine limitato alle cure primarie implicherebbe sintomi più lievi. Tali conoscenze potrebbero essere utilizzate per aumentare o ridurre i servizi sanitari.

Gli autori di un recente studio svolto in Norvegia, hanno cercato di valutare se e per quanto tempo, dopo la fase acuta di Covid-19, sia aumentato l’utilizzo dei servizi di assistenza sanitaria tra i bambini e gli adolescenti.

Lo studio ha esplorato gli effetti a breve termine (0-3 mesi) e a lungo termine (4-6 mesi) di sintomi potenzialmente di lunga durata dell'infezione da SARS-CoV-2 sulla base dell'uso dei servizi sanitari tra bambini e adolescenti di età compresa tra 1-5, 6- 15 e 16-19 anni.
Poiché il Covid-19 è solitamente meno grave nei giovani, è stato ipotizzato che il ricorso all'assistenza sanitaria per bambini e adolescenti sarebbe meno aumentato e più breve di quanto osservato tra gli adulti.

I partecipanti allo studio (n=706885 di età compresa tra 1 e 19 anni), erano:
  • stati testati per SARS-CoV-2 dal 1 agosto 2020 al 1 febbraio 2021 (n=10279 positivi, n=275859 negativi)
  • non testati (n=420747)
  • non erano stati ricoverati in ospedale.
Sono state considerate le percentuali mensili di tutte le cause e delle cause specifiche dell’utilizzo dei servizi sanitari nelle cure primarie (medico generico, pronto soccorso) e specialistiche (ambulatoriali,degenza) da sei mesi prima a circa sei mesi dopo la settimana del test per SARS-CoV-2, utilizzando una stima difference-in-difference.

Un sostanziale aumento relativo a breve termine nell'uso delle cure primarie è stato osservato per i partecipanti durante il primo mese dopo un risultato positivo del test SARS-CoV-2, rispetto a quelli che sono risultati negativi (età 1-5 anni: 339%, 95% intervallo di confidenza da 308% a 369%; 6-15 anni: 471%, da 450% a 491%; 16-19 anni: 401%, da 380% a 422%).
L'uso delle cure primarie per i gruppi di età più giovani è ancora aumentato a due mesi (1-5 anni: 22%, da 4% a 40%; 6-15 anni: 14%, da 2% a 26%) e a tre mesi (1-5 anni: 26%, da 7% a 46%, 6-15 anni:15%, da 3% a 28%), ma non per il gruppo più anziano (16-19 anni: 11%, da −2% a 24% e 6%, da −7% a 19%, rispettivamente).

I bambini di età compresa tra 1 e 5 anni risultati positivi hanno anche mostrato un aumento relativo minore a lungo termine (≤ 6 mesi) nell'uso delle cure primarie (13%, da -0% a 26%), che non è stato osservato per i gruppi di età più anziani, rispetto ai bambini della stessa età risultati negativi. I risultati erano simili ma le differenze di età erano meno pronunciate rispetto ai controlli non testati.
Per tutte le fasce d'età, l'aumento delle visite di assistenza primaria è dovuto a condizioni respiratorie e generali o non specificateNon è stato osservato un aumento del ricorso a cure specialistiche.

Varie figure e tavole (anche nei dati supplementari) evidenziano specificatamente i dati.

Come esempio, riportiamo solo la figura 2. Percentuali stimate (intervalli di confidenza al 95%) di giovani che utilizzano cure primarie o specialistiche (ricoveri e ambulatoriali) a settimana, da 6 mesi prima a circa 6 mesi dopo un test PCR per SARS-CoV-2 positivo, negativo e per i controlli non testati, suddivisi per gruppi di età. Stime corrette per età, sesso, comorbidità, paese di nascita e mese. Il calo del ricorso a cure specialistiche intorno alla settimana del test deriva dall'esclusione dei partecipanti che sono stati ricoverati in ospedale con Covid-19 nella settimana del test e nelle due settimane successive. Le stime oltre le 24 settimane includono osservazioni per le settimane 25-36 per alcuni individui (sia al numeratore che denominatore).

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Tra le conclusioni, gli autori affermano che il Covid-19 tra bambini e adolescenti ha un impatto limitato sui servizi sanitari. I bambini in età prescolare potrebbero impiegare più tempo per riprendersi (3-6 mesi circa) rispetto agli studenti delle scuole primarie o secondarie (1-3 mesi circa), di solito a causa di problemi respiratori.

Long Covid nei bambini: le raccomandazioni di alcune società scientifiche

La SIP (Società Italiana di Pediatria) ha recentemente raccomandato ai pediatri di famiglia e ai genitori di monitorare i possibili casi di Covid a lungo termine tra i bambini e gli adolescenti.

Le raccomandazioni sono contenute in un documento di Consenso redatto dalla SIP, su proposta del suo Tavolo tecnico Malattie infettive e Vaccinazioni e della Società Italiana di Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI), in collaborazione con la Società Italiana di Malattie Infettive Pediatriche (SITIP), la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP), la Società Italiana di Emergenza e Urgenza Pediatrica (SIMEUP) e la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS). Il documento di Consenso sarà ulteriormente discusso tra specialisti ospedalieri e territoriali in modo da condividere le definizioni cliniche e l’approccio diagnostico-terapeutico.

Le principali indicazioni sono di:
  • visitare tutti i bambini e gli adolescenti con una diagnosi sospetta o provata di Covid dopo 4 settimane dalla fase acuta dell’infezione per verificare la presenza di possibili sintomi di Long Covid
  • programmare, in ogni caso, anche in assenza di questi sintomi, un ulteriore controllo dopo 3 mesi dalla diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 per confermare che sia tutto normale o per affrontare i problemi emergenti, attraverso una valutazione approfondita degli stessi.
long covid bambini sintomi

Condividendo l'importanza di porre l’accento sul Long Covid nei bambini, la Società di Pediatria delle Cure Primarie Pediatriche e la Federazione Italiana Medici Pediatri non approvano, come riportato da alcuni giornali, la definizione precisa di un timing di visite che il pediatra dovrebbe fare per cogliere i sintomi del Long Covid, che non trova riscontro, sottolineano, in letteratura. Inoltre, tutto ciò aggraverebbe l’impatto organizzativo di una tale mole di controlli, nonché i costi di assistenza.

Per saperne di più:

quadratino ISS. Covid-19: sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale. Aggiornamento nazionale: 2 febbraio 2022

quadratino Preliminary evidence on long COVID in children
Buonsenso D, Munblit D, De Rose C, Sinatti D, Ricchiuto A, Carfi A, Valentini P. Acta Paediatr. 2021 Jul;110(7):2208-2211. doi: 10.1111/apa.15870. Epub 2021 Apr 18. PMID: 33835507; PMCID: PMC8251440.

quadratino Long-term physical, mental and social health effects of COVID-19 in the pediatric population: a scoping review
Borel M, Xie L, Kapera O, Mihalcea A, Kahn J, Messiah SE. World J Pediatr. 2022 Feb 3:1–11. doi: 10.1007/s12519-022-00515-7. Epub ahead of print. PMID: 35118594; PMCID: PMC8812346.

quadratino Long-Term Complications of COVID-19 Infection in Adolescents and Children
Thallapureddy K, Thallapureddy K, Zerda E, Suresh N, Kamat D, Rajasekaran K, Moreira A. Curr Pediatr Rep 2022 Feb 1:1-7. doi: 10.1007/s40124-021-00260-x. Epub ahead of print. PMID: 35127274; PMCID: PMC8803461.

quadratino Healthcare use in 700 000 children and adolescents for six months after covid-19: before and after register based cohort study
Magnusson K, Skyrud KD, Suren P, Greve-Isdahl M, Størdal K, Kristoffersen DT, Telle K. BMJ. 2022 Jan 17;376:e066809. doi: 10.1136/bmj-2021-066809. PMID: 35039315; PMCID: PMC8762452.

quadratino SIP (Società Italiana di Pediatria). Long Covid, visitare tutti i bambini e gli adolescenti dopo quattro settimane dall’infezione (febbraio 2022)

Per approfondire:

quadratino consulta la sezione di NBST dedicata a Covid-19 in neonati, bambini e ragazzi: il punto su salute fisica e benessere psicologico

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