Uno
studio pubblicato da poco su
Eurosurveillance ha ricercato i
fattori di rischio associati alle reinfezioni da SARS-CoV-2 in
Italia tra
agosto 2021 e marzo 2022.
E’ stato rilevato un
aumento di 18 volte del rischio di reinfezione durante la fase
Omicron (BA.1) rispetto alle precedenti fasi epidemiche caratterizzate dalla predominanza della variante Delta o da un mix delle varianti Delta e Omicron.
Al contrario, il
rischio di una grave reinfezione che porta al ricovero o alla morte è apparso
ridotto durante il periodo di circolazione predominante della variante
Omicron. I risultati dello studio sono coerenti con quelli di altri studi che suggeriscono che
Omicron può eludere meglio l'immunità precedente, ma è
meno frequentemente associata a gravi esiti clinici.
Indipendentemente dalla variante,
essere non vaccinati è stato il
fattore di rischio più rilevante per reinfettarsi. La
vaccinazione è stata infatti identificata come un
fattore protettivo, in particolare per i vaccinati con almeno una dose entro 120 giorni.
Sebbene l'
età avanzata (≥60 anni) fosse un
fattore di rischio per la malattia grave, l'
elevata copertura vaccinale raggiunta
in questa fascia di età ha svolto un
ruolo protettivo contro il rischio di qualsiasi reinfezione.
Una
precedente grave infezione è emersa come un
fattore di rischio indipendente per
grave reinfezione. Ciò potrebbe essere interpretato come proxy di una
maggiore vulnerabilità (ad esempio a causa di malattie preesistenti).
Sebbene ciò suggerisca che la
vulnerabilità del paziente e l'
età siano entrambi
predittori di un
rischio di grave reinfezione, gli autori dello studio evidenziano di non essere in grado di districare il ruolo della sola età dalla vulnerabilità del paziente (che tende ad aumentare con l'età) o ipotizzare se una maggiore vulnerabilità funga da predittore di grave reinfezione rispetto alla sola età.
Nei
cittadini non italiani rispetto agli italiani si è osservato un
rischio ridotto di qualsiasi reinfezione da SARS-CoV-2, ma un
rischio più elevato di sviluppare una grave reinfezione. Come suggerito da un precedente studio condotto in Italia, la
diagnosi insufficiente e il
ritardo nella diagnosi potrebbero in parte spiegare la minore incidenza, ma in questo gruppo di popolazione si osservano esiti clinici peggiori.
La tabella 1 mostra i rapporti dei tassi (aggiustati) di incidenza della reinfezione da SARS-CoV-2 in Italia, dal 24 agosto 2021 al 6 marzo 2022 (n=249.121).
La tabella 2 sintetizza i rapporti di rischio (aggiustati) di incidenza cumulativa per SARS-CoV-2 grave entro 28 giorni dalla reinfezionein Italia, dal 24 agosto 2021 al 6 marzo 2022 (n=206.013a).
a Vedere Figura 1 e sezione 1 del
Supplemento per i criteri di inclusione. Il numero di reinfezioni dipende dal periodo di studio. Per stimare il rischio di qualsiasi reinfezione è stato considerato un periodo di studio che andava dal 24 agosto 2021 al 6 marzo 2022. Per tenere conto della progressione della malattia entro 28 giorni dalla reinfezione, il periodo di studio per la stima del rischio di SARS-CoV -2, la reinfezione che ha portato al ricovero o alla morte (reinfezione grave) è stata censurata il 6 febbraio 2022. Dal 24 agosto 2021 al 6 marzo 2022 sono state notificate 249.121 reinfezioni, mentre 206.013 è il numero di reinfezioni notificate dal 24 agosto 2021 al 6 febbraio 2022.
b Fasi epidemiche: Delta: 24 agosto–5 dicembre 2021; transizione: 6 dicembre 2021–2 gennaio 2022; Omicron: 3 gennaio–6 febbraio 2022.
Limiti dello studio
Gli stessi autori evidenziano i
limiti del loro studio.
In primo luogo, il
tempo di osservazione delle infezioni gravi nella fase Omicron più recente, è breve rispetto a quello della fase Delta.
Tuttavia, viene ritenuto che ciò non abbia influito molto sulla precisione delle stime perché, nonostante i tempi di follow-up più brevi, tra dicembre 2021 e gennaio 2022 si è verificato in Italia un numero molto elevato di infezioni rispetto ai periodi precedenti.
In secondo luogo, poiché i dati non includevano informazioni su possibili
decessi avvenuti per cause non correlate a COVID-19, è probabile che il rischio di reinfezione sia sottostimato per le persone di età superiore ai 60 anni.
Infine,
non è stato possibile effettuare aggiustamenti (adjustment) per
co-morbilità (es. disturbi immunitari) e
terapie (es. anticorpi monoclonali, farmaci antivirali), fattori che potrebbero influenzare le caratteristiche o la durata della risposta immunitaria naturale o acquisita.
Per saperne di più:
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Risk and protective factors for SARS-CoV-2 reinfections, surveillance data, Italy, August 2021 to March 2022. Sacco C, Petrone D, Del Manso M, Mateo-Urdiales A, Fabiani M, Bressi M, Bella A, Pezzotti P, Rota MC, Riccardo F; Italian Integrated Surveillance of COVID-19 study group. Euro Surveill. 2022 May;27(20). doi: 10.2807/1560-7917.ES.2022.27.20.2200372. PMID: 35593164. |
Per approfondire: