Molestia o violenza è qualsiasi comportamento suscettibile di causare danni fisici, psicologici ed economici.
Più di 20 anni fa, l'Organizzazione mondiale di sanità (OMS), l'International Labour Organization, l'International Council of Nurses e Public Services International svilupparono congiuntamente le
Framework guidelines for addressing workplace violence in the health sector, per sostenere lo sviluppo di
politiche di prevenzione della violenza in contesti non di emergenza, un questionario (
tradotto anche in italiano) e un
protocollo di studio per ricercare l'entità e le conseguenze della violenza in tali situazioni.
Anche oggi, la necessità di linee guida è determinata dal fatto che gli
operatori sanitari sono ad alto rischio di violenza in tutto il mondo. Tra l'8% e il 38% degli operatori sanitari (come
rileva l'OMS) subisce violenza fisica a un certo punto della propria carriera. Molti di più sono i minacciati o gli esposti ad aggressioni verbali.
Sempre l'OMS sottolinea che la violenza e le molestie colpiscono
tutti i gruppi di operatori nei vari ambienti di lavoro nel settore sanitario. Fino al 62% degli operatori sanitari ha subito forme di violenza sul posto di lavoro. L'
abuso verbale (58%) è la forma più comune di violenza non fisica, seguita da
minacce (33%) e
molestie sessuali (12%).
La maggior parte della
violenza è
perpetrata da pazienti e visitatori.
Anche in situazioni di emergenza e conflitto, gli operatori sanitari possono diventare il bersaglio di violenze collettive o politiche.
Le
categorie di operatori sanitari
più a rischio includono
infermieri e altro personale direttamente coinvolto nella cura del paziente, personale del
Pronto soccorso e
paramedici.
La violenza contro gli operatori sanitari è inaccettabile. Non ha solo un impatto negativo sul benessere psico-fisico del personale sanitario, ma influisce anche sulla loro motivazione al lavoro. Di conseguenza, questa violenza compromette la qualità delle cure e mette a rischio l'offerta sanitaria. Porta anche a immense perdite finanziarie nel settore sanitario.
Gli interventi per
prevenire la violenza contro gli operatori sanitari
in contesti non di emergenza si concentrano su
strategie per gestire meglio i pazienti violenti e i visitatori ad alto rischio. Mentre le azioni in situazioni di pericolo si concentrano sulla
garanzia della sicurezza fisica delle strutture sanitarie. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per valutare l'efficacia di questi programmi, in particolare in contesti con risorse limitate.
Aggressioni contro gli operatori sanitari: una scoping review
L’obiettivo di una
recente scoping review era identificare e riassumere le evidenze sulle strategie per
prevenire e/o gestire la violenza sul luogo di lavoro nelle strutture sanitarie.
Le
revisioni di ambito – scoping review – hanno una grande utilità per sintetizzare le evidenze della ricerca e sono spesso utilizzate per categorizzare o raggruppare la letteratura esistente in un determinato campo in termini di natura, caratteristiche e volume.
Per questa revisione, le ricerche sono state limitate alle linee guida di pratica clinica basate sull'evidenza e alle revisioni sistematiche pubblicate tra il 2015 e il 2021. Sono stati esaminati e vagliati più database. È stata valutata anche la qualità di 3 linee guida e 33 revisioni sistematiche.
Le linee guida
Guidelines for preventing workplace violence for healthcare and social service workers dell'Occupational Safety and Health Administration (2015) e il documento
Preventing violence, harassment and bullying against health workers di Registered Nurses' Association of Ontario (2019) hanno fornito raccomandazioni utili per
costruire un programma di prevenzione completo.
La valutazione del rischio basata su evidenze, la prevenzione e la gestione, l'educazione e la formazione sono tutte componenti centrali. Sono necessari però una rivalutazione e un aggiornamento sistematici.
Le
revisioni incluse nella scoping review (n = 33) sono state raggruppate in
cinque categorie principali:
- violenza verso gli infermieri (n = 10)
- violenza nei confronti degli operatori sanitari in genere (n = 8)
- violenza nel Pronto soccorso (n = 5)
- violenza correlata alla salute mentale (n = 5)
- misurazione relativa alla violenza sul posto di lavoro (n = 5).
Gli
interventi multicomponenti sono risultati spesso più efficaci di quelli applicati isolatamente ed è stato identificato un supporto coerente per alcune strategie tra cui:
- istruzione e formazione
- debriefing post-incidente
- team di rapida risposta multidisciplinare
- modifiche ambientali.
La
forza delle evidenze e la certezza delle
conclusioni erano tuttavia
limitate tra le revisioni.
La scoping review ha rilevato che una
leadership forte, che coltiva e applica una cultura di inclusività, supporto e rispetto, è un
prerequisito per il successo di un
programma di prevenzione della violenza sul posto di lavoro.
Come possiamo verificare anche i
risultati esaminati dalla scoping review riportano l’importanza di alcuni interventi proposti dall'OMS.
Atti di violenza nelle strutture sanitarie: cosa accade in Italia
Gli e
pisodi di aggressione e di violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari sono stati oggetto, anche recentemente, di numerosi articoli di cronaca, che ne hanno evidenziato la pericolosità anche dal punto di vista sociale.
Si tratta di atti diffusi,
non ben inquadrabili numericamente, perché
non denunciati o perché le vittime tendono a
soprassedere.
A contribuire a far luce su questo fenomeno è un
rapporto curato dalla Sovrintendenza sanitaria centrale dell’Inail, diffuso nel 2022 in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, che viene celebrata il
12 marzo.
Lo studio si sofferma in particolare sulle
aggressioni subite dal personale operante nelle
sedi territoriali Inail, rilevate nel
2020 con un questionario specifico.
Al questionario hanno risposto
1.144 operatori della sanità, di cui il 45% era costituito dai medici e il 44% dagli infermieri. Il
40% degli interpellati ha dichiarato di
aver subito un’aggressione, con 459 episodi di violenza dichiarati, e il
27% di
averne subita
più di una.
La
molestia è stata la tipologia di aggressione maggiormente segnalata (42%), seguita dalla
minaccia (35%) e dalle
aggressioni verbali (10%).
Quanto al luogo di accadimento, il 91% delle aggressioni è avvenuto negli
ambulatori e/o nei
centri medico-legali.
Nel
61% dei casi sono state fatte da parte di
assistiti, mentre nel 21% dei casi da parte di familiari.
Gli aggressori erano nell’
85% dei casi
maschi.
Nel questionario erano sollecitate anche le reazioni corrispondenti: il 33% dei partecipanti ha risposto di avercela fatta da solo, mentre il
27% ha riferito di aver
chiesto aiuto o di essere stato aiutato da un’altra persona. La
denuncia di infortunio all’Inail è stata comunicata dal
12% degli operatori, il 4% lo ha fatto alle Forze dell’ordine.
Cosa dice la letteratura sulle violenze contro il personale sanitario
Negli ultimi anni gli studi sulle varie forme di violenza verso gli operatori sanitarie, pubblicati in PubMed e ri anche solo con una ricerca base, sono aumentati in modo esponenziale.
Tra i tanti articoli che meriterebbero almeno una citazione, evidenziamo un'altra
scoping review, mirata a sintetizzare le evidenze disponibili sui
tassi di prevalenza (hospital-based) di
operatori sanitari vittime di violenza, in
Italia.
Lo studio riporta nella parte introduttiva due paragrafi che affrontano:
- le problematiche relative alle definizioni e alla complessità degli elementi insiti nel concetto di violenza e di violenza nei luoghi di lavoro (workplace violence - WPV)
- aspetti legali del WPV in Italia (N.d:R. sezione purtroppo aggiornata solo al 2021, anno di pubblicazione dello studio).
Sono stati sistematicamente indagati i database PubMed, Scopus, Web of Science e CINAHL dal loro inizio fino ad aprile 2021. Due autori hanno valutato in modo indipendente
1182 studi.
Sono stati inclusi tutti gli articoli scientifici scritti in inglese o in italiano che riportano dati quantitativi e/o qualitativi primari sulla
prevalenza di aggressioni o molestie sessuali perpetrate da pazienti o visitatori nei confronti degli operatori sanitari in Italia.
Trentadue documenti sono stati inclusi nella revisione.
I dati estratti sono stati riassunti in una
sintesi narrativa organizzata nei seguenti sei domini tematici:
- metodologia e disegno dello studio
- descrizione del comportamento violento
- caratteristiche del personale sanitario coinvolto nella violenza sul posto di lavoro
- prevalenza e forma di violenza perpetuata
- contesto
- caratteristiche dei pazienti violenti e dei loro parenti e/o visitatori.
La proporzione di
studi sul WPV differiva notevolmente tra regioni italiane,
reparti e
ruoli professionali degli operatori sanitari.
In generale, la
prevalenza di WPV nei confronti degli operatori sanitari
in Italia è elevata, soprattutto nei
reparti psichiatrici e di emergenza e
tra infermieri e medici, ma sono necessari ulteriori studi per raccogliere evidenze sistematiche di questo fenomeno.
La tabella 2 evidenzia le percentuali di operatori sanitari che hanno subito WPV negli
ultimi 12 mesi nei vari studi.
La tabella 3 evidenzia la percentuale di operatori sanitari che hanno sperimentato episodi di violenza sul lavoro ad un certo punto della loro carriera.
Sulla base dei risultati della scoping review, possiamo concludere che la violenza sul posto di lavoro è un fenomeno presente tra gli operatori sanitari in Italia.
Tra l'11,9 e il 93,3% degli operatori sanitari ha riferito di essere stato
vittima di aggressioni e minacce verbali, mentre il
27,5-50,3% afferma di essere stato
vittima di violenza fisica.
Considerate le difficoltà di rilevazione e la grande eterogeneità metodologica nel monitoraggio, gli autori raccomandano di
uniformare i registri delle aggressioni su tutto il territorio italiano e di strutturare un'adeguata policy al fine di
promuovere una maggiore sensibilizzazione del personale sanitario sui temi della violenza nel posto di lavoro.
Sarebbe necessaria una
maggiore formazione, nonché la realizzazione di
mirate campagne periodiche di divulgazione, che sottolineino l'importanza di denunciare tutte le aggressioni e forniscano informazioni specifiche sulla definizione del concetto di “violenza sul posto di lavoro”.
In questo modo si potrebbero ottenere maggiori informazioni, monitorare meglio il fenomeno e mettere in atto protocolli di prevenzione e intervento più efficaci.
Un Osservatorio dedicato al tema della sicurezza
Il Ministero della Salute con il
decreto n. 13 del gennaio 2022 istituiva l’
Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie, già previsto dalla legge 113 del 2020.
L’articolo 3 ne descrive compiti e funzionamento:
1. L'Osservatorio ha il compito di:
a) monitorare gli episodi di violenza commessi ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni
b) monitorare gli eventi sentinella che possano dar luogo a fatti commessi con violenza o minaccia ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni
c) promuovere studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti
d) monitorare l'attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81, anche promuovendo l'utilizzo di strumenti di videosorveglianza
e) promuovere la diffusione delle buone prassi in materia di sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, anche nella forma del lavoro in equipe
f) promuovere lo svolgimento di corsi di formazione per il personale medico e sanitario, finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto nonché a migliorare la qualità della comunicazione con gli utenti.
2. L'Osservatorio produce i dati utili alla relazione annuale che il Ministro della salute trasmette alle Camere, sull'attività svolta.
3. L'Osservatorio, all'atto dell'insediamento, adotta un regolamento con il quale disciplina l'organizzazione e il funzionamento delle attività.
L’Osservatorio prevede nella sua
composizione la presenza di rappresentanti dei ministeri di Salute, Interno, Giustizia, Difesa e Lavoro. Vi saranno poi 8 componenti delle regioni e un rappresentante dell’Inail e di Agenas. Nutrita la rappresentanza degli Ordini professionali e dei sindacati.
Come si legge in un
comunicato, l’Osservatorio si è riunito il
23 gennaio 2023 alla presenza del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, del direttore della Direzione generale professioni sanitarie del ministero della Salute, Rossana Ugenti, con la partecipazione di rappresentanti dell’Osservatorio.
Il Ministro ha sottolineato «che a fronte del
numero crescente di episodi di violenza segnalati a danno di operatori sanitari, 60 nel 2021 e 85 nel 2022, è indispensabile mappare le strutture più a rischio anche alla luce della collaborazione avviata con il ministero degli Interni per garantire maggiore sicurezza negli ospedali». Inoltre il Ministro ha ricordato che a breve partirà anche il
tavolo dedicato ai Pronto soccorso, dove si verificano con più frequenza i casi di aggressione, per dare risposte concrete in termini di riorganizzazione con particolare attenzione al problema del sovraffollamento.
L’Osservatorio
sta concludendo i lavori di redazione della
Relazione annuale che sarà inviata al Parlamento entro il 31 marzo e ha sottoposto all’attenzione del ministro le principali problematiche su cui sono impegnati i gruppi di lavoro: raccolta dei dati per un monitoraggio puntuale del fenomeno delle aggressioni, anche attraverso una più stretta collaborazione con le regioni; campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini per una maggiore consapevolezza del rapporto di fiducia con i medici e gli operatori sanitari; formazione per il personale sanitario.
Per saperne di più:
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WHO, ILO, ICN, PSI. Framework guidelines for addressing workplace violence in the health sector, 2002
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WHO, ILO, ICN, PSI. Workplace Violence in the Health sector. Country Case Studies Research instruments. Survey questionnaire, 2003
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WHO, ILO, ICN, PSI. Violenza nei Luoghi di Lavoro nel Settore dei Servizi Sanitari - Strumenti di Ricerca nello Studio di Casi Nazionali - Indagine Conoscitiva, 2003
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|
WHO, ILO, ICN, PSI. Workplace Violence in the Health Sector - Country Case Studies Research Instruments - Research Protocol, 2003
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WHO. Preventing violence against health workers [sito consultato il 27 gennaio 2023]
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WHO. Violence and harassment [sito consultato il 27 gennaio 2023]
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Fricke J, Siddique SM, Douma C, Ladak A, Burchill CN, Greysen R, Mull NK. Workplace Violence in Healthcare Settings: A Scoping Review of Guidelines and Systematic Reviews. Trauma Violence Abuse. 2022 Nov 6:15248380221126476. doi: 10.1177/15248380221126476. Epub ahead of print. PMID: 36341578. (No free access)
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INAIL. Gli episodi di violenza nei confronti degli esercenti le professioni sanitarie Inail, 2022
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Ministero della Salute. Decreto n. 13 del gennaio 2022 “Istituzione dell'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie”.
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Civilotti C, Berlanda S, Iozzino L. Hospital-Based Healthcare Workers Victims of Workplace Violence in Italy: A Scoping Review. Int J Environ Res Public Health. 2021 May 29;18(11):5860. doi: 10.3390/ijerph18115860. PMID: 34072551; PMCID: PMC8198045. |
Per approfondire:
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