Non è facile trattare il tema della “
carne sintetica” in un momento in cui l’attenzione e i dibattiti tra sostenitori e avversari stanno imperversando.
Come spiega in un’
intervista Stefania Ruggeri, prima ricercatrice del Crea Alimenti e Nutrizione (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria): «La
carne sintetica è prodotta
in laboratorio a partire
da cellule staminali prelevate da tessuti di animali (es. bovini, ovini), che poi vengono fatte proliferare in terreni di coltura contenenti fattori di crescita, all’interno di bioreattori. Una volta che si sono moltiplicate, queste cellule vengono poi fatte differenziare in tessuti maturi all’interno di una specie di impalcatura, strutture biocompatibili, fino ad arrivare a un prodotto molto simile alla carne naturale».
In Italia, il
Consiglio dei Ministri ha approvato un
disegno di legge (ancora in corso di conversione in legge) sul divieto di produzione e d’immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici: questo ha provocato reazioni ancora in atto, riportate anche da molti mass media.
Senza entrare nel merito delle polemiche politiche, proviamo a capire meglio i
termini utilizzati per definire questi nuovi prodotti alimentari, quali possono essere alcune
fonti informative per approfondire gli aspetti sulle modalità di produzione e sui
potenziali rischi per la sicurezza nei vari processi, nonché le tempistiche per averli sulle tavole europee.
I tanti nomi della carne sintetica
Riprendendo quanto riportato in un
report di FAO-OMS, la comunità scientifica utilizza un'
ampia varietà di nomi. Tuttavia, non essendo stati eseguiti studi per analizzare i termini scelti dgli scienziati, non esiste un consenso sulla terminologia usata.
Sulla base degli articoli scientifici (N=144) raccolti dalla ricerca bibliografica su questo argomento per il periodo 2013–2022, i
termini più utilizzati in inglese sono “
cultured” (N=43) e “
cell-based” (N=27), seguiti da “
in vitro” (N=17), “
artificial” (N=11) e “
cellular” (N=10), mentre altri termini modificatori sembrano essere usati meno comunemente (vedi figura 1 del
report FAO-OMS).
Utilizzando “News on the Web corpus” tramite il sito
English-Corpora.org, i ricercatori hanno verificato la
frequenza con cui i termini di
carne a base cellulare sono stati menzionati nei media tra il 2010 e 2021 (vedi figura 2 del
report FAO-OMS). Ciò ha dimostrato che la copertura mediatica degli sviluppi della carne a base cellulare è notevolmente aumentata negli ultimi 10 anni (figura 2a) e utilizza un'ampia varietà di sinonimi (figura 2b).
2A
2B
I
termini più utilizzati dal 2010 sono stati, tra gli altri, "cultured" (30%), “lab-grown” (19%), “fake” (14%) e “clean” (9%).
Va notato che i termini, usati di preferenza dai media, sono cambiati negli ultimi anni: mentre nei primi anni accanto a carne “cultured” si usavano spesso termini come carne “in vitro” o “clean”, attualmente si incontrano più frequentemente altri nomi, come carne “cultivated” o “cell-based”.
Carne sintetica, alcune fonti informative affidabili
FAO e OMS
L'Organizzazione delle Nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) e l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) hanno realizzato nei primi mesi del 2023 il report già citato sopra,
Food safety aspects of cell-based food.
Il documento è suddiviso in 5 sezioni:
alla sezione A che costituisce il capitolo introduttivo, seguono la B che affronta tre questioni tecnich (terminologia, processo di produzione e quadri normativi), la sezione C con le esperienze di Israele, Qatar e Singapore, la D che riassume i risultati di una riunione di consultazione di esperti sui potenziali rischi per la sicurezza alimentare della produzione di alimenti a base cellulare e infine la sezione E che conclude il documento con proposte per “una via da seguire”.
A luglio del 2023 è stata preparata una
scheda informativa per consentire alle autorità competenti in materia di sicurezza alimentare di focalizzare i contenuti della pubblicazione in
nove punti:
• Che cos'è il cibo sintetico
• Cosa c'è in un nome
• Gli alimenti a base di cellule non sono più prodotti "futuristici"
• Perché la sicurezza alimentare dovrebbe venire prima di tutto
• E la sostenibilità?
• Come possono prepararsi le autorità competenti in materia di sicurezza alimentare
• Cosa è stato fatto a livello internazionale
• Dal punto di vista della comunicazione, cosa possono fare le autorità di regolamentazione per affrontare le potenziali preoccupazioni dei consumatori
• Alcuni dei prossimi passi che le autorità competenti possono considerare di intraprendere.
EFSA
Nel mese di maggio l'EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha organizzato una
tavola rotonda per raccogliere opinioni e spunti di riflessione da parte di personalità scientifiche di spicco, rappresentanti di agenzie europee, internazionali e nazionali, aziende tecnologiche e operatori del settore alimentare, gruppi di consumatori, una serie di soggetti e altri organismi interessati a questo tema di grande attualità.
L'EFSA intende così assicurarsi di prendere atto di tutti i più recenti sviluppi scientifici connessi alla valutazione del rischio, per poter definire gli
standard su cui valutare la
sicurezza di queste nuove tecnologie alimentari, coinvolgendo produttori e, in generale, la società.
Dalla pagine web della
tavola rotonda è possibile consultare le
presentazioni dei relatori.
Dalla protein transition a come viene prodotta oggi la carne sintetica
Negli ultimi anni molte innovazioni nella produzione alimentare si sono concentrate sulla cosiddetta “
protein transition”, per cui si cercano
modi più sostenibili di produrre proteine animali e proteine alternative non animali, per soddisfare la crescente domanda di prodotti e garantire la sicurezza alimentare globale.
Oltre alla produzione di
cibo cell-based, che utilizza la coltivazione in vitro di cellule animali, la creazione di
proteine analoghe a quelle animali, come le proteine del latte o dell'uovo, può essere realizzata utilizzando piattaforme di produzione microbica.
Nel
2013, alcuni ricercatori dei Paesi Bassi hanno presentato il
primo cell-based beef burger (chiamato anche “lab-grown” beef burger).
A dicembre
2020,
crocchette di pollo cell-based sono diventate il primo prodotto commercializzato del suo genere, dopo l'approvazione delle autorità a Singapore.
Nel novembre
2022, la Food and Drug Administration (FDA statunitense) ha completato la sua prima
consultazione pre-commercializzazione per alimenti per uso umano (pollo) realizzati utilizzando la
coltura di cellule animali. La consultazione volontaria pre-commercializzazione non è un processo di approvazione; tuttavia, significa che dopo aver analizzato i dati, l'FDA statunitense afferma di non avere ulteriori domande al momento riguardo alle conclusioni sulla sicurezza. Nel marzo
2023, l'FDA ha completato una
seconda consultazione pre-commercializzazione.
Per approfondire, scarica la scheda
What the FDA Evaluated During the First Completed Pre-Market Consultation.
Attualmente ci sono più di
100 start-up che sviluppano vari cibi sintetici in tutto il mondo. Questo panorama commerciale si sta espandendo molto rapidamente
in oltre 22 paesi, con diversi tipi di prodotti e materie prime (carni, pollame, pesce, prodotti acquatici, latticini e uova).
Dalla
presentazione della dr.ssa Valeria Teloni, membro dell’
organizzazione Cellular agriculture Europe, alla tavola rotonda dell’EFSA, riprendiamo le immagine che sintetizzano le
fasi di produzione della carne sintetica.
I
processi di produzione dei prodotti alimentari a base di cellule animali possono variare notevolmente a seconda del tipo di linea cellulare utilizzata (bestiame, pollame, pesce o frutti di mare) e la natura del prodotto finale (ad esempio hamburger, bistecca o crocchette).
Tuttavia, un processo generale comprende
quattro fasi chiave di produzione:
- selezione del tessuto o delle cellule, isolamento, preparazione e stoccaggio
- proliferazione cellulare e possibile differenziamento cellulare durante la produzione di biomassa su larga scala
- raccolta di tessuti o cellule
- lavorazione e formulazione di prodotti alimentari.
A seconda del tipo di cellule utilizzate e del prodotto finale desiderato, ciascuna di queste fasi può avere diversi passaggi secondari. Il report FAO-OMS
Food safety aspects of cell-based food riassume e sintetizza le fasi di un generico processo di produzione di cibo coltivato in laboratorio in un’immagine (Box 1).
Carne artificiale, potenziali rischi di sicurezza?
Gli
sviluppi tecnologici per i prodotti alimentari cell-based sono incrementati negli ultimi anni, ma non sono ancora arrivati al punto di produzione o commercializzazione su larga scala nella maggior parte dei paesi.
Sebbene i passaggi comuni del processo di produzione possano essere identificati nelle quattro fasi principali (vedi figura sopra), ogni prodotto può impiegare una
diversa fonte cellulare, differente composizione del terreni di coltura, particolari condizioni di coltivazione, ecc. Pertanto, è possibile che sia idoneo un approccio caso per caso per la valutazione della sicurezza alimentare del cibo cell-based.
Sebbene siano molti gli strumenti esistenti che possono essere utili per la
valutazione della sicurezza, possono essere impiegati passaggi aggiuntivi per alcuni processi o prodotti particolarmente innovativi. Pertanto, per i prodotti alimentari a base cellulare, è importante concentrarsi sulle
differenze significative rispetto agli alimenti esistenti, in modo che possano essere stabilite metodologie efficaci per valutare la sicurezza di tutti gli elementi.
La figura 5 del
report FAO-OMS mostra alcuni potenziali nuovi pericoli o preoccupazioni per la sicurezza alimentare nelle diverse fasi della produzione di questo tipo di alimenti.
Tempi lunghi prima di poter gustare la carne sintetica in Europa
In Europa la carne artificiale è considerata come un
novel food, una categoria che include tutti gli
alimenti non consumati in modo significativo prima del 1997 e di cui fanno parte, per esempio, anche le farine di insetti.
È necessaria l'
autorizzazione pre-commercializzazione dei nuovi alimenti sulla base di una valutazione in linea con questi principi:
- sicurezza dei consumatori
- cibi etichettati correttamente in modo da non indurre i consumatori in errore
- se il nuovo alimento è destinato a sostituirne un altro, non deve differire, così che il consumo del nuovo alimento non sia svantaggioso dal punto di vista nutrizionale per i consumatori.
Gli
atti legislativi inerenti i Novel food sono consultabili in una sezione dedicata del sito della Commissione Europea.
L'
EFSA riassume nel suo sito la
procedura a cui dovranno attenersi tutti i produttori.
Sintetizzando: un richiedente che intenda immettere sul mercato UE un nuovo alimento deve presentare una
richiesta di autorizzazione alla Commissione europea.
Dopo averne verificato la validità, la Commissione europea la mette a disposizione degli Stati membri e incarica l'EFSA di una valutazione scientifica. L'EFSA emetterà un parere entro 6 mesi dal ricevimento di una richiesta ritenuta valida.
Tempi lunghi quindi: in attesa, gustiamoci i cibi della nostra dieta mediterranea!
Per saperne di più:
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