Nel mese di settembre il
Ministero della Salute ha
comunicato la pubblicazione, da parte dell’Agenzia europea
European Health and Digital Executive Agency - HaDEA, di un
bando di gara nell’ambito del Programma EU4Health - Workplan 2023.
Oggetto del bando è la stipula di contratti per l'
acquisto di servizi clinici e non, per “accelerare lo sviluppo e l’accesso a contromisure mediche innovative” in modo da diagnosticare, prevenire, proteggere o trattare condizioni associate a
gravi minacce sanitarie transfrontaliere. L'obiettivo ultimo è quindi consentire l’immissione sul mercato di prodotti innovativi e di garantirne l'accesso nell'UE/SEE.
In particolare, il lotto n.1 del bando è riferito ai
vaccini per combattere la resistenza antimicrobica (antimicrobial resistance - AMR).
Il bando mira ad accelerare lo sviluppo di
vaccini contro le infezioni batteriche come strategia terapeutica alternativa per affrontare la crescente incidenza della resistenza antimicrobica.
I vaccini identificati dovranno essere progettati per colpire batteri appartenenti ad almeno una delle
12 famiglie batteriche classificate come “
patogeni prioritari” nell’elenco redatto dall’
OMS nel 2017.
Vaccini contro la resistenza antimicrobica: le raccomandazioni dell’OMS
Una
sezione del sito dell’OMS è dedicata proprio al tema dell’utilizzo dei
vaccini per contrastare lo sviluppo della
resistenza antimicrobica.
La lotta alla resistenza antimicrobica inizia con la prevenzione delle infezioni. Un
vaccino blocca direttamente la
trasmissione degli agenti patogeni che causano
infezioni. Diminuendo questa trasmissione diminuisce il numero di infezioni e si riduce la possibilità che un agente patogeno muti in una forma resistente ai farmaci.
Inoltre, le persone protette dai vaccini hanno minore probabilità di ammalarsi, il che può aiutare a ridurre il
consumo complessivo di antibiotici. Infatti, poiché gli antibiotici vengono spesso prescritti in modo inappropriato per le infezioni virali, come raffreddore e influenza, i vaccini contro queste infezioni potrebbero ridurre l’uso inappropriato di antibiotici e aiutare a prevenire la resistenza antimicrobica.
I
gruppi di popolazione vulnerabili e quelli
emarginati a causa dell’etnia, del genere, del sesso e/o di altri fattori, possono soffrire in modo sproporzionato della resistenza antimicrobica a causa dell’aumento dei
fattori di rischio per l’esposizione a infezioni resistenti, delle
disuguaglianze nell’accesso alle cure, in particolare all’assistenza sanitaria di qualità o agli
antimicrobici salvavita.
Garantire che i vaccini raggiungano queste popolazioni, soprattutto come parte delle strategie di assistenza sanitaria di base, può svolgere un ruolo importante nel ridurre l’onere della resistenza antimicrobica su comunità e sistema sanitario. Ciò aiuterebbe a proteggere le popolazioni, sarebbe economicamente vantaggioso per i sistemi sanitari e contribuirebbe a garantire che i farmaci antimicrobici rimangano efficaci – ora e per le generazioni future.
Cosa sta facendo l’OMS per ottimizzare l’uso dei vaccini come strumenti per combattere la resistenza antimicrobica?
- La strategia per articolare il ruolo dei vaccini contro la resistenza antimicrobica, all'interno del quadro d’azione dell'OMS Leveraging vaccines to reduce antibiotic use and prevent antimicrobial resistance, descrive una panoramica su come i vaccini contribuiscano pienamente, in modo sostenibile ed equo alla prevenzione e al controllo della resistenza antimicrobica, prevenendo le infezioni e riducendo l’uso di antimicrobici.
- L'OMS ha analizzato Una serie di vaccini in fase di sviluppo clinico che colpiscono i 12 agenti patogeni prioritari, oltre alla tubercolosi e al Clostridium Difficilis.
- L'OMS sta lavorando per stimare il valore dei vaccini nel ridurre la resistenza antimicrobica all'interno di un quadro di attribuzione di valore che considera 30 agenti patogeni in base a cinque criteri:
- il vaccino ha evitato il peso sanitario che deriva dalla resistenza antimicrobica
- il vaccino ha evitato l’onere economico della resistenza antimicrobica
- il vaccino ha evitato l’uso di antibiotici
- il senso di urgenza nello sviluppo di approcci antimicrobici
- l'impatto degli agenti patogeni sull'equità e sulla giustizia.
- Alcune parti interessate nelle politiche e nel processo decisionale a livello globale e nazionale sono coinvolte per garantire che i vaccini siano utilizzati in modo ottimale come strumenti per combattere la resistenza antimicrobica.
Un progetto, basato sull’interesse dell’OMS a contrastare la resistenza antimicrobica, ha visto la collaborazione tra
Wellcome Trust e
Boston Consulting Group (BCG), che hanno realizzato il report
The role of vaccines in combating antimicrobial resistance (AMR).
Il documento fornisce una valutazione indipendente del
potenziale dei vaccini nella lotta alla resistenza antimicrobica e incoraggia maggiore attenzione e finanziamenti per lo sviluppo di vaccini contro gli agenti patogeni, la cui resistenza ai farmaci antimicrobici è stata identificata dall’OMS come la più grande minaccia per la salute umana.
Utilizzando un quadro di definizione delle
priorità, il rapporto mette a confornto gli agenti patogeni, offre una guida per la ricerca, gli orientamenti politici e le decisioni di investimento, consolida le informazioni sui patogeni e sugli sforzi, attualmente frammentati, contro di essi, fornendo una nuova risorsa alla comunità che lavora per eliminare questo problema sanitario.
Gli Stati che considerano i vaccini nei loro piani contro AMR
Una
review pubblicata circa un anno fa, ci aiuta a comprendere quali siano i Paesi in cui la
strategia vaccinale è inserita nei piani
contro l'AMR.
Gli autori hanno esaminato 77 dei 90
piani d’azione nazionali contro la resistenza antimicrobica, disponibili nell'archivio dell’OMS a luglio 2021, usciti dopo la pubblicazione del Piano d’azione globale nel 2015. Di ciascun piano è stato analizzato il contenuto, con particolare attenzione alla vaccinazione e ai componenti chiave definiti dall’OMS: piano strategico, piano operativo, monitoraggio e valutazione (vedi
tabella 1).
La
vaccinazione è stata inclusa in 67 dei 77 piani di resistenza antimicrobica (87%) in tutte le regioni dell’OMS (Africa: n = 13/13, Mediterraneo orientale: n = 15/16, Europa: n = 10/14, Americhe: n = 8 /8, Sud-est asiatico: n = 8/11 e Pacifico occidentale: n = 13/15) (vedi
figura 2).
La vaccinazione contro pneumococco e influenza è stata evidenziata più frequentemente (n = 12 e n = 11) (vedi
tabella 2 e
tabella 3).
Sono state trovate indicazioni secondo cui gli obiettivi di vaccinazione sono più spesso inclusi nei piani di resistenza antimicrobica dei paesi a basso reddito, mentre i paesi a reddito più elevato includono più spesso vaccini specifici (vedi
figura 3).
Le componenti chiave dei piani d’azione nazionali dell’OMS spesso non erano coperte (I. 47% incluso, II. 57%, III. 40%) (vedi
tabella 5).
In totale, 33 paesi (43%) hanno incluso indicatori (ad esempio obiettivi strategici) per cogliere il ruolo dei vaccini contro la resistenza antimicrobica (vedi
tabella 4).
Sebbene la vaccinazione per ridurre la resistenza antimicrobica sia considerata dall’OMS un importante tema di salute pubblica globale, pare esserci una
lacuna nella sua adozione nei piani nazionali di resistenza antimicrobica.
I
livelli di reddito dei paesi sembrano influenzare il progresso, l’attuazione e la focalizzazione dei piani d’azione nazionali, guidati invece nei paesi in via di sviluppo dalla mancanza di finanziamenti e di priorità.
Per allineare meglio la risposta globale alla resistenza antimicrobica, la
revisione citata sopra suggerisce che è necessario
aggiornare i piani d’azione nazionali per includere obiettivi sulla vaccinazione con maggiore attenzione ai vaccini specifici che influiscono sull’uso degli antibiotici.
Vaccini e altre strategie contro AMR
Negli ultimi tempi, l’interesse nella lotta alla resistenza antimicrobica è aumentato e sono state esplorate una serie di opzioni preventive o terapeutiche.
Solo per offrire un
ulteriore spunto di approfondimento, segnaliamo una
revisione sintetica della letteratura, in cui vengono discusse le
evidenze scientifiche e i
limiti delle principali strategie non convenzionali comprovate, per combattere il fenomeno della resistenza antimicrobica nel settore umano.
Vengono considerati nella revisione:
- Modulatori del microbiota
- Vaccini
- Batteriofagi
- Anticorpi monoclonali
- Combinazioni di antibiotici.
Gli autori della revisione, si soffermano infine su alcune importanti
raccomandazioni.
Oltre a concentrare la
ricerca sulle più promettenti opzioni non convenzionali per ridurre la frequenza delle resistenze ai farmaci, per combattere questa pandemia silenziosa occorre però anche:
- adottare pratiche e una ripetuta formazione specifica degli operatori sanitari per la prevenzione e il controllo delle infezioni
- fornire informazioni basate sull'evidenza e consapevolezza sulla resistenza antimicrobica, mirate al grande pubblico
- ridurre complessivamente l’uso degli antimicrobici e procedere al corretto smaltimento
- utilizzare di routine pratiche con strumenti diagnostici rapidi in grado di distinguere almeno infezioni virali e batteriche, e insieme
- usare la sorveglianza integrata “One Health”.
La resistenza antimicrobica influisce sui progressi verso gli
Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) che si concentrano sulla riduzione della povertà (SDG1), sull’eliminazione della fame (SDG2), sulla buona salute e il benessere (SDG3), sul lavoro dignitoso e la crescita economica (SDG8), ed è un elemento sostanziale della preparazione e risposta alle pandemie a livello internazionale.
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