Un
recente articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine (NEJM) esamina criticamente
i pregi e i difetti dei diversi approcci dietetici attualmente in voga.
Il focus principale della ricerca medica è orientato sull'
efficacia e sui
meccanismi biologici specifici delle diete, il che richiede un accordo preciso sulla definizione di ciascuna dieta. Tuttavia, la grande varietà di diete disponibili rende complesso il compito di standardizzazione e valutazione.
La revisione analizza la logica e gli elementi costitutivi delle
diete più conosciute e ampiamente promosse: dieta mediterranea, vegana, latto-ovo vegetariana, pescetariana, regime a basso contenuto di grassi, dieta chetogenica, paleolitica, regime alimentare DASH (dietary approaches to stop hypertension - approcci dietetici contro l’ipertensione), dieta MIND contro l'invecchiamento cerebrale (mediterranean-DASH intervention for neurodegenerative delay che si basa in parte sui principi della dieta mediterranea e della dieta Dash), dieta intermittente 5:2 e a tempo ristretto.
Nella figura la dimensione del cerchio e l'intensità del colore indicano il consumo di nutrienti o alimenti, mentre le celle vuote che i nutrienti o alimenti non sono inclusi nella dieta originale.
Figura tratta da: N Engl J Med 2024;390:2098-106
Tra le
principali sfide evidenziate dai ricercatori vi è però la difficoltà di reperire evidenze chiare da studi clinici randomizzati, la variabilità nell'aderenza dei partecipanti e altri limiti intrinseci, come errori di misurazione e fattori di confusione potenziali.
Anche le
prove comparative tra diete considerate salutari sono limitate, sebbene alcune indagini abbiano tentato confronti principalmente attraverso indici dietetici costruiti.
Le diete, poi, hanno origine in
contesti storici e culturali diversi e sono state sviluppate per diverse popolazioni, il che rende difficile la loro applicazione pratica in contesti clinici variabili.
Avanzamenti recenti nei biomarcatori nutrizionali, nell'imaging e nelle tecniche diagnostiche, insieme alla crescente comprensione del microbioma e dell'esposizione alimentare, indicano la possibilità di
personalizzare le diete per piccoli gruppi o individui. Tuttavia, la questione dell'aderenza è cruciale, poiché le diete più restrittive tendono spesso a registrare tassi più elevati di interruzione nel lungo periodo.
La sintesi della letteratura indica che le
diete a base vegetale, moderate nel consumo di lipidi e ricche di verdure, frutta, cereali integrali, legumi, frutta secca e grassi insaturi, con moderati consumi di pollame e frutti di mare, e bassi consumi di carne rossa e zuccheri, possono apportare significativi benefici per la salute. La dieta mediterranea, in particolare, emerge come un'opzione vantaggiosa per alcuni gruppi di popolazione.
È essenziale educare gli operatori sanitari riguardo alle varie diete e ai loro potenziali impatti sulla salute, integrando linee guida per un'alimentazione sana nella pratica clinica e nei curricula formativi.
I ricercatori dello studio sottolineano di aver trascurato carenze nutrizionali o metaboliche specifiche e di considerare gli
effetti clinici delle diete sulla salute generale e non solo sul controllo del peso.
In conclusione, sebbene le diete possano variare ampiamente nei loro approcci e obiettivi iniziali, il loro impatto sulla salute va oltre la gestione del peso corporeo, influenzando aspetti cruciali come la composizione corporea e la salute metabolica.
Per saperne di più:
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Diets Yannakoulia M, Scarmeas N. N Engl J Med 2024;390:2098-106 |
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