Nessuna salute pubblica senza la salute di migranti e rifugiati: questa frase, inserita in copertina subito sotto al titolo, apre il report Oms sulla salute di rifugiati e migranti nella regione europea (
Report on the health of refugees and migrants in the WHO European Region).
Il rapporto fornisce il quadro della situazione sanitaria per i circa
258 milioni di migranti dell'area e osserva che ancora mancano indicatori globali o regionali per determinarne lo stato di salute.
Sebbene dal 1990 ad oggi il
volume di questa popolazione sia rimasto relativamente stabile (dal 2,8% al 3,3% rispetto alla popolazione globale), si è verificato nello stesso periodo un forte
aumento della percentuale di sfollati, da 5 ogni 1000 persone del 1997 a 9 ogni 1000 del 2017.
Questa cospicua popolazione richiede quindi una considerazione separata, soprattutto perché la loro salute deve essere promossa e difesa rispetto alla crescente xenofobia che serpeggia in tutta Europa.
Miti falsi su migranti e rifugiati si sono propagati incontrastati in politica.
La recente Commissione su Migrazione e salute ne ha evidenziati alcuni e ha ribadito che i migranti contribuiscono più alla ricchezza delle società ospitanti di quanto costino e hanno una mortalità inferiore rispetto alle popolazioni ospitanti.
Questo nuovo rapporto e il recente patto sulla migrazione globale rappresentano
passi decisivi per il raggiungimento di obiettivi di salute globale che tengano conto anche di alcune tra le popolazioni più denigrate e a rischio nel mondo.
Troppo spesso, tuttavia, le loro voci sono messe a tacere nel dibattito politico. Il rapporto esorta infatti i leader politici a coinvolgere i migranti nella conversazione pubblica per il loro contributo determinante alla salute della nostra società.
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