Ci sono attività in cui la
presenza degli operatori è indispensabile. Ce ne sono invece molte altre in cui
evitare queste “presenze” è il solo modo per poter affrontare meglio le necessità che si presentano.
Il ruolo della telemedicina nella risposta medica alle catastrofi è stato da tempo evidenziato.
I
sistemi sanitari statunitensi, che hanno già implementato innovazioni telematiche, le stanno già sfruttando per la risposta a Covid-19.
Gli autori dell’articolo
Virtually Perfect? Telemedicine for Covid-19, dopo una descrizione di quanto già era in atto prima della pandemia, riportano l’organizzazione di
servizi di telemedicina in questo momento di emergenza contro il coronavirus.
Per prepararsi allo scenario peggiore - una pandemia locale che lascia gli operatori sanitari in quarantena, malati o assenti – “Jefferson Health”, ad esempio, sta implementando la
teleassistenza in modo tale che i
clinici possano continuare a prendersi cura di pazienti (non esposti) convertendo le visite programmate in ufficio, in visite di telemedicina.
Queste visite possono essere condotte “da remoto”,
limitando notevolmente gli spostamenti e l'esposizione, consentendo l'assistenza ininterrotta di determinati pazienti. Online sono resi disponibili
moduli e sessioni di formazione a distanza per medici o pazienti, che necessitano di formazione o assistenza “just-in-time” durante la loro prima chiamata. I principali ostacoli in alcune realtà sono legati anche al
sistema di remunerazione di questo “approccio”.
Un recentissimo articolo del BMJ
Video consultations for covid-19 pone questo quesito: le
video consulenze sono
appropriate per affrontare la crisi da coronavirus e quali sono le
sfide poste dal
velocizzare l'uso di questo modello in un momento di emergenza?
Studi randomizzati (la maggior parte dei quali sottodimensionati) hanno dimostrato che le
consulenze cliniche condotte attraverso un
collegamento video generano grande soddisfazione tra pazienti e personale sanitario; nessuna differenza si nota nella progressione della malattia, non vi sono differenze sostanziali nell'uso dei servizi e minori sono i costi rispetto alle cure cliniche tradizionali. Tuttavia, quasi tutte queste evidenze riguardano campioni altamente selezionati di pazienti con condizioni croniche stabili. Tutto ciò risulta quindi poco rilevante per l'emergenza in corso.
Non tutte le situazioni cliniche sono appropriate per la teleassistenza. Ma per i
medici che sono in autoisolamento, il video è certamente efficace. Per i pazienti che necessitano una consulenza su covid-19, il video potrebbe essere utile per le
persone con maggiore ansia (per le quali una consultazione video potrebbe essere più rassicurante di una chiamata telefonica), quelle con
sintomi lievi che suggeriscono infezione da coronavirus (per le quale mostrarsi a video può essere utile) e quelle con
sintomi più gravi e potenzialmente contagiose.
Il video dovrebbe integrare, e non sostituire, il telefono, come sottolineano numerosi studi evidence-based e alcune linee guida. Le video consulenze possono far parte di una
più ampia strategia di cura a distanza per covid-19 che include triage automatizzato, isolamento di pazienti potenzialmente contagiosi e monitoraggio elettronico nelle terapie intensive. Ma attenzione sottolineano gli autori dell'articolo, possono presentarsi anche alcuni ostacoli: le video consulenze possono richiedere il download di software che violano le policy locali di governance dell'informazione, alcune organizzazioni sanitarie possono avere banda insufficiente per implementare il servizio e occorre anche personale per risolvere problemi tecnici.
Se il cambiamento fosse più lento, concludono gli autori, il miglioramento della qualità delle cure rappresenterebbe un ottimo incentivo per la diffusione della teleassistenza, ma il tempo è un lusso che non abbiamo attualmente per bloccare l'avanzata dell'epidemia.
In Italia stiamo utilizzando la “telemedicina”?
Purtroppo nessun programma di telemedicina può essere creato dall'oggi al domani.
Il documento del Ministero della Salute
Telemedicina - Linee di indirizzo nazionali, approvato dal Consiglio Superiore di Sanità nel
2012 e di cui è stata sancita l’intesa Stato-Regioni nel
2014, rappresenta la
base su cui si sono attivati nuovi progetti e sperimentazioni.
Il documento inizia con una panoramica di tutte le azioni intraprese (a quel momento) in Europa e in Italia, rimarcando il ruolo essenziale del telemonitoraggio dei
pazienti cronici di determinate patologie.
Nella premessa è evidenziato che l’innovazione tecnologica può
contribuire a una riorganizzazione dell'assistenza sanitaria. Vi si legge:
“Le modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie abilitate dalla telemedicina sono fondamentali, contribuendo ad assicurare
equità nell’accesso alle cure nei territori remoti, un
supporto alla gestione delle cronicità, un canale di accesso all’
alta specializzazione, una migliore
continuità della cura attraverso il confronto multidisciplinare e un fondamentale ausilio per i servizi di emergenza-urgenza”.
Per affrontare al meglio l’emergenza coronavirus e fornire ai malati servizi efficaci e tempestivi,
diverse app si stanno attivando.
LazioDoctor per COVID - per Android, ma successivamente anche per Ios
La
Regione Lazio permette di scaricare la piattaforma
Lazio Doctor per consultare informazioni utili legati all'emergenza COVID-19 e per connettere i pazienti con operatori sanitari e numero verde 800118800.
Attraverso l'applicazione mobile scaricata sul telefono e un
questionario di autovalutazione, alcune informazioni verranno elaborate dal sistema e saranno messe a disposizione degli operatori sanitari. Nel caso di risposte indicative di
rischio di contatto o infezione, il paziente verrà contattato per un
approfondimento e una
televisita: sarà così possibile entrare in contatto con il proprio medico di base in modalità virtuale, ovunque. L'applicazione prevede comunicazioni testo-audio bidirezionali sicure tramite smartphone tra il cittadino ed il proprio medico. La videochiamata viene attivata, se necessario, dal medico per approfondire il quadro clinico del paziente.
In
Trentino è attiva
TreCovid19, l’app per tenersi aggiornati sull'emergenza coronavirus con
informazioni accreditate e affidabili, sviluppata in accordo tra Provincia autonoma di Trento, Azienda provinciale per i servizi sanitari e Fondazione Bruno Kessler, con il coordinamento di TrentinoSalute4.0.
Le informazioni sono suddivise in
varie sezioni, tra cui: “Numeri utili”, “I numeri del contagio: In Trentino, in Italia e nel mondo”, “Ordinanze e decreti:Tutti i documenti ufficiali” e molte altre. L’app non funziona con alcuni browser.
La telemedicina in Toscana prima di Covid-19
La Toscana con la
delibera n.497 del 16-06-2014 ha recepito l’intesa sul documento nazionale. Tra le azioni avviate ricordiamo, come esempio recente, il “
progetto isole minori” dell’ASL Nord-ovest.
Il lavoro è iniziato circa un anno fa e, dopo una prima fase amministrativa, ha visto il progressivo dispiegamento dei sistemi di telemedicina all’interno del territorio dell’Asl. L’investimento ha consentito di
realizzare collegamenti attivi e funzionanti tra le
isole d’Elba e Capraia con gli
ospedali di Livorno, Pisa e Meyer.
Queste prime esperienze di telemedicina potranno essere sicuramente di supporto alla futura pianificazione di alcuni servizi, anche in momenti di emergenza-urgenza.
Per saperne di più:
immagine:
it.freepik.com