Regione Toscana e Agenzia regionale di sanità hanno provato a rispondere a queste domande attraverso alcune
indagini epidemiologiche condotte all'interno delle strutture detentive toscane.
E' partita infatti da poco la
quarta rilevazione, che coinvolgerà come nelle precedenti edizioni (2010-2012-2014), tutti gli istituti detentivi presenti sul territorio regionale (16 per adulti e 2 minorili) per un totale di circa
3.300 persone. A partire dal 1 novembre 2017, il personale sanitario che opera in ambito penitenziario avrà a disposizione 3 mesi (termine previsto 31 gennaio 2018) per compilare la scheda clinica informatizzata messa a disposizione dall’Agenzia regionale di sanità.
Monitorare lo stato di salute delle persone detenute costituisce un obiettivo che la regione Toscana persegue, fin dal 2009, con cadenza triennale. La rilevazione, finalizzata a colmare il gap informativo dovuto alle difficoltà incontrate nell’entrata a regime della cartella clinica informatizzata, ha riscontrato un ampio interesse nazionale tanto che, nel 2014, grazie al contributo economico erogato dal Ministero della salute nell’ambito dei progetti CCM,
il modello toscano è stato attuato in 6 regioni italiane coinvolgendo 57 istituti e 15.751 detenuti (Toscana, Veneto, Liguria, Lazio, Umbria, Az. Usl di Salerno).
Attualmente, la ricerca costituisce una delle principali esperienze svolte sul territorio nazionale ed il più ampio database sull’argomento.
I risultati, in accordo con la letteratura internazionale, hanno rilevato l’alta
prevalenza di patologie psichiatriche (in particolare di natura tossicomanica o da adattamento) che rappresentano il 41,3% del totale dei detenuti sottoposti a visita medica,
malattie dell’apparato digerente (14,5% dei detenuti) e
malattie infettive e parassitarie che coinvolgono l’11,5% dei detenuti visitati.
Rispetto ai trattamenti farmacologici erogati, i dati mostrano il largo uso di farmaci prescritti in ambito penitenziario (52,7% ne assume almeno 1) con una media di 2,8 farmaci per persona.
Lo strumento, già utilizzato nelle rilevazioni precedenti, è composto di una parte generale contenente
informazioni socio-demografiche (età, genere, nazionalità, anni di studio, provenienza del detenuto etc.) e di una
parte clinica. Le informazioni cliniche comprendono la registrazione delle diagnosi, sia internistiche che psichiatriche, codificate secondo la classificazione ICD9cm; i trattamenti farmacologici erogati all’interno delle strutture, censiti per nome commerciale (con relativo dosaggio giornaliero, formulazione e via di somministrazione); il consumo di tabacco e le sigarette fumate quotidianamente; il peso e l’altezza, ovvero i valori in grado di determinare il BMI (indice di massa corporea categorizzato secondo la classificazione OMS in sottopeso <18,5, normopeso 18,5-25, sovrappeso 25-30 e obeso ≥30); il numero di ore trascorse in cella al giorno; specifiche informazioni riguardanti il tentato suicidio e gli atti di autolesionismo. Nel rispetto delle norme sulla privacy, il programma di inserimento dati prevede l’anonimizzazione del dato attraverso la conversione dei principali dati anagrafici in un codice alfanumerico.
Per saperne di più:
Indichiamo inoltre alcuni spunti di letteratura recentemente pubblicati sul tema:
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Morbidity and mortality in homeless individuals, prisoners, sex workers, and individuals with substance use disorders in high-income countries: a systematic review and meta-analysis. Aldridge RW, Story A, Hwang SW, Nordentoft M, Luchenski SA, Hartwell G, Tweed EJ, Lewer D, Vittal Katikireddi S, Hayward AC Lancet. 2017 Nov 10. pii: S0140-6736(17)31869-X. doi: 10.1016/S0140-6736(17)31869-X. OPEN ACCESS |