Sul numero di maggio della
rivista Recenti Progressi in Medicina, il gruppo di lavoro del Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio riporta i risultati di un puntuale lavoro di
revisione della letteratura che ha scandagliato i dati degli studi sino al 1 settembre 2020 sull’
impatto del lockdown sulla
salute fisica e sul
benessere psicologico di bambini e adolescenti.
L'editoriale
La voce dei “minori” durante e dopo la pandemia prende avvio citando lo
studio di alcuni epidemiologi inglesi che ha esaminato i
dati sulla mortalità da Covid-19 nella
fascia di età 0-19 anni nei
primi tre mesi della pandemia. In Francia, Germania, Italia, Corea, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti ci sono stati
44 decessi in questa fascia d'età per Covid-19 (popolazione totale 135.691.226) fino al 19 maggio 2020. In un normale periodo di tre mesi, in questi stessi paesi, i dati del Global Burden of Disease stimano più di 13.000 decessi per tutte le cause, tra cui oltre 1000 per cause accidentali e 308 per infezioni del tratto respiratorio inferiore.
Da ciò risulta che l'
impatto diretto della malattia sui ragazzi
è stato basso e che la ragione principale per cui essi sono stati costretti
a casa era principalmente quella di
proteggere gli adulti. Hanno invece impattato fortemente sul
benessere psicologico di bambini e adolescenti le politiche sanitarie decise per garantire il
distanziamento sociale, dalle limitazioni alla mobilità, alla chiusura delle scuole.
I
tanti articoli pubblicati sul tema ribadiscono la volontà dei ricercatori a livello globale di valutare attentamente il bilancio tra
benefici attesi dalle misure di distanziamento sociale
per ridurre il contagio e danni in termini di
disagio psicologico ed effetti negativi sulla salute dei giovani. È infatti molto difficile distinguere gli effetti avversi della pandemia sulla salute fisica e su quella mentale. Si tratta di condizioni che a volte si intersecano in una sorta di sinergia che ha fatto coniare il termine di “
sindemia”. Sul tema anche nbst ha pubblicato una news:
La pandemia Covid-19 è anche sindemia.
Covid e salute dei ragazzi: meno vaccinazioni, visite posticipate, maggior inattività, in aumento i disturbi del sonno
Per quanto riguarda gli
effetti sulla salute fisica, gli autori segnalano nella revisione di letteratura
Impatto del distanziamento sociale per covid-19 sulla salute fisica dei giovani, una forte
riduzione dell’accesso ai Pronto Soccorso (64%-89,3%) e dei
ricoveri ospedalieri (31%-85%), un
aumento dei casi più acuti e dei ritardi nell’accesso alle cure e un
calo dell'accesso ai servizi vaccinali. Studi di alta qualità sono stati condotti in Finlandia, negli Stati Uniti, in Francia, Regno Unito e in Italia. Nel
contesto italiano, i dati riportano una riduzione del 24,6% per gli accessi al Pronto Soccorso e del 9,5% per i ricoveri ospedalieri nelle sole settimane di chiusura della scuola, fino ad arrivare poi a una riduzione del 66,7% e a un 30,7% rispettivamente durante il lockdown totale dall’11 marzo. A questo si affianca l'
aumento degli incidenti domestici e dei
traumi cranici per sospetto abuso o violenza.
Inoltre, anche i comportamenti correlati alla salute sono peggiorati:
più tempo trascorso davanti
al pc e sui
social media (dalle 2,9 ore fino alle 5,1 in media al giorno) e una sensibile riduzione del livello di attività fisica (fino al 64%). Infine, sono stati segnalati disturbi del sonno e aumento del consumo di "cibo spazzatura". Sul tempo trascorso davanti a uno schermo, è da segnalare che non tutti gli studi distinguevano il tempo dell’apprendimento scolastico in didattica a distanza (DAD) da quello di svago.
Ad eccezione di una survey di media qualità effettuata in Italia su bambini molto piccoli (2-5 anni),
tutti gli studi hanno riportato variazioni più o meno significative nella
qualità e quantità del sonno per tutte le fasce di età, una diminuzione della durata del riposo notturno nei bambini di età prescolare e scolare e il 63,9% di adolescenti ha dichiarato di dormire per meno di 8 ore a notte. Il 61% di un campione di bambini e adolescenti (età media 10,4 anni; range 6-14 anni) ha riferito difficoltà nell’addormentamento e sonno frammentato.
Per quanto riguarda il
consumo di cibo meno sano, studi condotti in Italia, Spagna e India, hanno riportato un
aumento complessivo del
consumo di cibo e nel
57,3% dei giovani italiani (età 6-14 anni) di
cibo non sano, con incrementi significativi nei consumi di patatine, carni rosse e bibite zuccherate (p<0,005) e riduzione del consumo di frutta e verdura (p<0,001), soprattutto tra gli adolescenti. A dispetto di quanto riportato in questa revisione, in uno
studio condotto in Italia, sebbene su un campione molto limitato, i giovani sembrano aver avuto abitudini alimentari sane, forse dovute al fatto all'effetto benefico di avere pasti regolari, cucinati in casa, invece di pasti preconfezionati nelle mense.
Il disagio psicologico dei ragazzi durante la pandemia
E' necessario fare una doverosa premessa sui limiti della revisione
Impatto del distanziamento sociale per covid-19 sul benessere psicologico dei giovani. Nella review gli studi relativi ai primi sei mesi del 2020, ovvero condotti durante la prima ondata della pandemia, hanno valutato gli
effetti a breve termine delle misure di distanziamento e per periodi relativamente brevi. Inoltre, si tratta nella gran parte di
indagini trasversali, che non sono in grado di valutare l’impatto a lungo termine delle misure restrittive e l’effetto cumulativo nel tempo di numerose fonti di stress e ansia, come le difficoltà economiche, la perdita del lavoro dei genitori, i conflitti familiari, la paura della malattia.
La maggior parte degli studi sui disturbi psicologici nei primi mesi della pandemia è stata condotta nel Regno Unito (37,6%) e in Cina (27%). I risultati indicano che la prevalenza di
ansia negli adolescenti variava dal 19% al 64% e la
depressione dal 22,3% al 43,7%. Nei
bambini (5-12 anni) la prevalenza di
ansia variava dal 19 al 78% e la
depressione dal 6,3% al 22,6%. Nei bambini in età prescolare, alcuni studi evidenziavano un peggioramento dei disturbi del comportamento e dello stato emotivo, mentre altri non evidenziavano cambiamenti.
Due studi di coorte di alta qualità metodologica condotti nel Regno Unito e in Giappone hanno confrontato il tasso di
suicidi durante il lockdown con il tasso osservato prima nei soggetti di età <18 e <20 anni. In entrambi si osservava un
aumento dei suicidi che però e fortunatamente
non raggiungeva la significatività statistica (RR 1,41, 95% CI 0,80-2,46 e RR 1,50, 95% CI 0,75-2,99).
Viene anche osservato nei mesi iniziali più critici, come era accaduto in precedenti emergenze sanitarie, un
aumento della frequenza di
abusi, abbandoni e
maltrattamenti, prevedibile in condizioni di forte stress e di incertezza economica dei genitori.
L'appello dei ricercatori: necessaria una rivoluzione gentile che unisca dimensione sanitaria e sociale nella cura dei giovani
Accanto a
situazioni eclatanti e chiaramente “visibili” che si riescono a intercettare, ad esempio disturbi della condotta alimentare (con perdite di peso a volte impressionanti), atti di autolesionismo, fino ad arrivare a veri tentativi di suicidio, sottolinea nell'editoriale Federico Marchetti, vi sono situazioni di emergenza che rimangono
più nascoste a uno sguardo meno attento, ma che sono altrettanto gravi. A ciò si associa anche una carenza preoccupante di strutture assistenziali dedicate.
L’appello che si leva dall’editoriale è quello di monitorare costantemente la situazione e iniziare una spinta nudge per intervenire sulle famiglie, la scuola e il territorio e fondere la dimensione strettamente sanitaria a quella sociale a supporto dei più fragili.
Per saperne di più: