Pur non essendo un farmaco specifico per il trattamento della malattia da SARS-CoV-2, l’
Agenzia Italiana del Farmaco, in base a risultati evidenziati in alcuni studi scientifici, inserisce le
eparine a basso peso molecolare fra i farmaci
utilizzabili nel trattamento di Covid-19.
Eparine a basso peso molecolare, confronto tra profilassi e terapia per la riduzione della mortalità24 settembre 2021. Front Pharmacol. A Systematic Review and a Meta-Analysis Comparing Prophylactic and Therapeutic Low Molecular Weight Heparins for Mortality Reduction in 32,688 COVID-19 Patients
Il trattamento antitrombotico, tra cui l'eparina a basso peso molecolare (LMWH) o l'eparina non frazionata (UFH), è stato proposto come potenziale terapia per la malattia da coronavirus 2019 per ridurre l'attivazione diffusa della coagulazione intravascolare. L'eparina sia a dose piena, che a dose profilattica, è efficace nel ridurre la mortalità nei pazienti ospedalizzati con COVID-19, rispetto a nessun trattamento. Tuttavia, la dose piena è stata associata a un aumento del rischio di sanguinamento.
13 maggio 2021. Eparine a basso peso molecolare nella terapia dei pazienti adulti con COVID-19
Aggiornata la scheda AIFA
Uso delle eparine nei pazienti adulti con COVID-19
26 novembre 2021.
AIFA aggiorna la scheda
Uso delle eparine nei pazienti adulti con Covid con una revisione critica delle ultime evidenze di letteratura e riporta in modo chiaro le prove di efficacia e sicurezza disponibili sia relativamente al dosaggio profilattico, sia al dosaggio intermedio/alto.
AIFA inserisce le eparine a basso peso molecolare fra i farmaci per il trattamento dell'infezione da SARS-CoV-2 fornendo elementi utili ad orientare i clinici nella prescrizione.
Le eparine a basso peso molecolare (EBPM) vengono utilizzate nella profilassi del tromboembolismo venoso post chirurgico e del tromboembolismo venoso in pazienti non chirurgici affetti da una patologia acuta (ad esempio: insufficienza cardiaca acuta, insufficienza respiratoria, infezioni gravi o malattie reumatiche) e mobilità ridotta.
Nella fase avanzata da COVID-19 è stata osservata un’alterazione progressiva di alcuni parametri infiammatori e coagulativi tra cui aumentati livelli dei frammenti di degradazione della fibrina come il D-dimero, consumo di fattori della coagulazione, trombocitopenia, ecc. Pertanto in tale fase l’obiettivo dovrebbe essere il contenimento dell’iperinfiammazione e delle sue conseguenze (ad esempio con i farmaci biologici) e le EBPM o le eparine non frazionate a dosi terapeutiche sono note per le loro proprietà anticoagulanti.
Un’
analisi retrospettiva su 415 casi consecutivi di polmonite grave in corso di COVID-19 ricoverati nell’ospedale di Wuhan, suggerisce che nei pazienti in cui si dimostra l’attivazione della coagulazione, la somministrazione di eparina per almeno 7 giorni potrebbe determinare un vantaggio in termini di sopravvivenza.
L’utilizzo delle EBPM si colloca:
- nella fase iniziale della malattia quando è presente una polmonite e si determina un’ipomobilità del paziente con allettamento, come profilassi del tromboembolismo venoso
- nella fase più avanzata, in pazienti ricoverati per contenere i fenomeni trombotici a partenza dal circolo polmonare come conseguenza dell’iperinfiammazione.
Maggiori indicazioni sull’
utilizzo dell’EBPM nei pazienti adulti con COVID-19 sono consultabili sul sito AIFA.
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