L'adozione diffusa dello “
svapare” ha segnalato un
cambiamento epocale nelle modalità di
abitudine al fumo: migliaia di varietà di aromi, additivi, concentrazioni di nicotina, tetraidrocannabinolo (THC), cannabidiolo (CBD).
Svapare (come ci ricorda l’
Accademia della Crusca) è il verbo che indica l'atto di fumare una sigaretta elettronica, o, per essere più precisi, l’
azione di emettere del vapore acqueo – eventualmente aromatizzato – tramite uno
strumento costituito da una batteria ricaricabile, un circuito elettrico, un filtro e un vaporizzatore, che può prendere a sua volta il nome di
svapo. Svapatore è chi ne fa uso e
svapata una "fumata".
Lo
svapare è diventato
popolare negli ultimi dieci anni, in parte spinto dalle innovazioni nel design delle vape pen e nella nicotina aromatizzata.
Adolescenti e giovani adulti hanno contribuito alla maggiore diffusione dell'uso delle vape pen, che hanno sostituito le sigarette convenzionali come modalità preferita di consumo della nicotina.
Poco si conosce però sui potenziali
effetti dello svapo ripetuto sull'apparato respiratorio. Inoltre rimane
controverso il ruolo dello svapo come strumento
per smettere di fumare e ridurre i danni causati dal tabacco.
La diffusione della
malattia polmonare associata allo svapo (E-cigarette or Vaping Use-Associated Lung Injury o
EVALI) nel 2019 ha evidenziato i potenziali
danni dello svapo, mentre le conseguenze dell'uso a lungo termine rimangono sconosciute.
N.d.R. Esistono vari tipi di vape pen, come gli autori dello studio spiegano. Aggiungiamo che esiste una differenza tra e-cigarette e vape pen. Nella news utilizziamo il termine vape-pen come riportato nel testo dell’articolo. Per saperne di più:
Differenze tra vaporizzatore e sigaretta elettronica: facciamo un po’ di chiarezza ed
E-Cigarette, or Vaping, Products Visual Dictionary.
Gli autori di una
recente revisione hanno esaminato la crescente letteratura sull'
impatto del vaping sulla salute respiratoria.
Hanno approfondito specificatamente varie tematiche inerenti questo nuovo modo di fumare, a cominciare dalle sue
origini (
figura 1) e alla terminologia, continuando con la
dimensione del fenomeno, con i possibili
danni polmonari causati (
figura 2 ) e con la loro
diagnosi (
figura 3) e con altre problematiche e quesiti ancora irrisolti.
Riportiamo qui solo alcuni temi evidenziati nella revisione.
Svapo, ingredienti e aromi: tante scelte possibili
Come anche gli autori precisano, l'enorme numero di
soluzioni di svapo disponibili sul mercato rappresenta una sfida nella comprensione dell'impatto del vaping sulla salute respiratoria. Lo spettro di soluzioni di vaporizzazione disponibili comprende migliaia di varietà di aromi, additivi e concentrazioni di nicotina.
La maggior parte delle soluzioni di vaporizzazione contiene un
ingrediente attivo, comunemente la
nicotina; tuttavia, gli agenti alternativi includono il
tetraidrocannabinolo (THC) o il
cannabidiolo (CBD). Le soluzioni di vaporizzazione sono tipicamente composte da una combinazione di aromatizzante, nicotina e un vettore, comunemente
glicole propilenico o
glicerina vegetale, che genera il caratteristico aspetto di fumo degli aerosol di vaporizzazione.
Circa 450 marche di vaporizzatori offrono ora più di 8000 aromi, una cifra che è quasi raddoppiata in tre anni.
Tale enorme varietà non tiene conto dei venditori di terze parti che offrono agli utenti la possibilità di
personalizzare la miscela di soluzioni di vaporizzazione.
L'aggiunta di prodotti a base di
marijuana, come THC o CBD, richiede l'uso di un vettore di soluzione di vaporizzazione a base di
olio per consentire l'estrazione degli elementi psicoattivi.
Nonostante l'uso dello svapo di THC in quasi il
9% degli studenti delle scuole superiori, le
soluzioni con THC sono soggette a una
regolamentazione minima del mercato. A questo si aggiunge una modalità correlata al consumo di THC è chiamata
dabbing ovvero il processo di inalazione del concentrato di cera THC aerosolizzato.
E-cig e possibili rischi
I potenziali effetti sulla salute dell'uso delle vape pen sono vari e centrati su
lesioni alle vie aeree e al parenchima polmonare. Prima dell'
epidemia di EVALI del 2019, la letteratura medica riportava sporadici casi di danno polmonare acuto correlato allo svapo.
Il
primo caso noto è stato segnalato nel
2012, quando un paziente, utilizzatore della vape pen, presentava tosse, opacità diffuse e macrofagi carichi di lipidi (LLM) durante il lavaggio broncoalveolare o BAL (broncho-alveolar lavage).
Nei
sette anni successivi, in letteratura sono stati riportati altri
15 casi di danno polmonare acuto correlato allo svapo. Questi casi includevano un'ampia gamma di
malattie polmonari parenchimali diffuse, senza alcuna chiara caratteristica uniforme: polmonite eosinofila, polmonite da ipersensibilità, polmonite organizzata, emorragia alveolare diffusa e reazione da corpo estraneo a cellule giganti. Sebbene le lesioni polmonari parenchimali fossero predominanti nei casi segnalati, casi aggiuntivi descrivevano episodi di stato asmatico e pneumotorace attribuiti allo svapo. Sono state anche descritte
lesioni non respiratorie, inclusi casi di tossicità da nicotina per ingestione di soluzione di vaporizzazione e lesioni per l'esplosione del dispositivo.
Epidemia EVALI, lesioni polmonari associate a uso di sigarette elettroniche
Nell'estate del
2019 l'epidemia
EVALI ha portato a
2807 casi di danno polmonare acuto idiopatico in individui prevalentemente giovani e sani, che hanno provocato
68 decessi.
Il lavoro epidemiologico per scoprire la
causa dell'epidemia ha identificato un'
associazione con lo svapo, in particolare l'uso di prodotti contenenti
THC, tra le persone colpite. I
criteri CDC per EVALI (
Box 1) includevano individui che, nel contesto del
vaping o del
dabbing entro 90 giorni dall'insorgenza dei sintomi, presentavano
sintomi respiratori e avevano
infiltrati polmonari negli accertamenti diagnostici per immagini, senza una causa alternativa identificabile.
Dopo il picco del settembre 2019, i casi di
EVALI sono costantemente diminuiti, probabilmente a causa dell'identificazione di un legame con lo svapo e della successiva rimozione dalla circolazione degli agenti incriminati.
Indipendentemente da ciò, continuano a essere segnalati
casi sporadici ed è necessario un alto indice di attenzione per
differenziare EVALI dalla polmonite da COVID-19.
È emersa una forte associazione tra i casi di EVALI e la presenza di
vitamina E acetato nel
lavaggio broncoalveolare degli individui affetti; tuttavia,
non è stato ancora stabilito alcun
nesso di causalità certo.
È interessante notare che l'epidemia di EVALI è stata quasi interamente contenuta negli
Stati Uniti, ad eccezione di alcune dozzine di casi, almeno uno dei quali è stato causato da un
prodotto statunitense importato. L'andamento dei casi e del danno polmonare è più indicativo di una
soluzione di vaporizzazione contaminante introdotta nella pipeline di distribuzione dei mercati statunitensi, portando a un modello di danno polmonare geograficamente contenuto.
I criteri dei CDC per i casi di EVALI potrebbero aver oscurato un
potenziale legame tra polmonite virale ed EVALI e i casi potrebbero essere stati
sotto-stimati in seguito all'inizio della pandemia di COVID-19.
COVID-19 e svapo
Una parte specifica della revisione è dedicata agli effetti del
vaping durante l’epidemia COVID-19, che ha determinato una rinnovata attenzione all'impatto potenziale di questa abitudine sulla salute.
Anche in questo caso i
risultati sono incoerenti: gli studi che indagano sul ruolo dello svapo nella prevalenza e negli esiti di COVID-19 sono limitati dalle piccole dimensioni dei campioni.
Un
primo lavoro ha rilevato un'associazione geografica negli Stati Uniti tra la
prevalenza dello svapo e i casi di COVID-19; una successiva indagine ha rilevato che una diagnosi di COVID-19 era 5 volte più probabile tra gli adolescenti che avevano sempre svapato.
Al contrario, un
sondaggio nel Regno Unito non ha trovato alcuna
associazione tra lo
stato di “fumatore/svapatore” e i
tassi di infezione da COVID-19, sebbene abbia considerato una popolazione molto più piccola di utenti di vape pen.
Rapporti sull'uso di
nicotina che sovraregola il recettore dell'enzima di conversione dell'angiotensina 2 (ACE-2), sito di legame per l’accesso di SARS-CoV-2, ha sollevato la possibilità di una maggiore suscettibilità al
COVID-19 tra gli utenti abituali di
vape pen con nicotina. Inoltre, l'uso dello svapo associato alla
condivisione di dispositivi e al frequente tocco della bocca e del viso sono stati ipotizzati come potenziali fattori confondenti che contribuiscono a un aumento della prevalenza di COVID-19 in questa popolazione.
Gli esiti di COVID-19 tra gli abituali svapatori rimangono una questione aperta. Sebbene il
fumo sia stato associato alla
progressione verso infezioni più gravi, non è stata condotta finora alcuna indagine tra le coorti di svapatori.
La
giovane età media degli utilizzatori abituali può rivelarsi un fattore protettivo, poiché è stato dimostrato che il rischio di grave infezione da SARS-CoV-2 aumenta con l'età. Indipendentemente da ciò, rimane la prudente raccomandazione di astenersi dallo svapare per mitigare il rischio di progressione all’infezione grave.
La
maggiore consapevolezza causata da
COVID-19 e da
EVALI sulla salute respiratoria sta infervorando i
cambiamenti dei modelli di uso. Survey study hanno costantemente mostrato tendenze verso una
diminuzione dell'uso tra adolescenti e giovani adulti.
In uno studio, fino a due terzi dei partecipanti ha accettato la
riduzione o l'interruzione dello svapo a causa di una combinazione di fattori tra cui la
difficoltà di acquistare prodotti di svapo durante la pandemia, le preoccupazioni sugli
effetti del vaping sulla salute dei polmoni e la
difficoltà a nasconderne l’abitudine mentre si vive con la
famiglia. Tali risultati si riflettono nelle tendenze a livello nazionale negli USA, che mostrano l'
arresto della crescita nell'uso dello svapo tra gli studenti delle scuole superiori. Queste tendenze sono incoraggianti in quanto gli interventi di salute pubblica che contrastano l'uso di nicotina tra gli adolescenti potrebbero incontrare un certo successo.
Le domande a cui le future ricerche dovranno cercare di rispondere
- In che modo l'esposizione cronica all'aerosol di vaporizzazione influisce sulla salute respiratoria?
- L'uso di vaporizzatori influisce sulla fisiologia respiratoria (resistenza delle vie aeree, corrispondenza V/Q, ecc.) in coloro che hanno una sottostante malattia polmonare?
- Qual è il ruolo dell'uso delle sigarette elettroniche/vape pen nel promuovere la cessazione del fumo?
- Qual è il significato dei macrofagi alveolari polmonari nella fisiopatologia del danno polmonare correlato allo svapo?
- Popolazioni particolari sono più suscettibili al danno polmonare correlato allo svapo (ad es. per sesso, demografia, comorbilità sottostante o età)?
Le discussioni sui potenziali
danni da vaping ricordano i dibattiti scientifici in merito agli effetti sulla salute del consumo di sigarette negli anni '40. Persistono
interessanti parallelismi, compreso il fatto che solo una minoranza di consumatori di sigarette convenzionali sviluppa lesioni polmonari acute, ma l'impatto sulla salute dell’'uso prolungato e longitudinale di sigarette è indiscusso.
Il
vero impatto dello svapo sulla salute respiratoria si renderà
manifesto nei prossimi decenni, ma nel frattempo rimane una raccomandazione di prudenza:
astenersi dal consumo di nicotina e
di altri prodotti per via inalatoria.
Per saperne di più:
Per approfondire: