Poiché il numero di casi di COVID-19 continua ad aumentare, il numero di
persone con una
condizione di long COVID o
post-COVID sta aumentando in modo simile, con sintomi e disabilità che continuano da settimane a anni dopo l'infezione iniziale.
Tuttavia, i
sintomi frequentemente riportati sono
comuni anche nella popolazione generale e studi precedenti sulla condizione post-COVID-19 non hanno tenuto conto della
prevalenza e della
gravità di questi sintomi comuni,
né prima del COVID-19,
né nelle
popolazioni senza infezione da SARS-CoV-2.
Persistenza dei sintomi dopo COVID nei Paesi Bassi: uno studio osservazionale
In un
articolo pubblicato su The Lancet, Ballering e colleghi riportano i
dati raccolti con Lifelines, uno studio di coorte osservazionale multidisciplinare, prospettico, basato sulla popolazione, che esamina la salute e i comportamenti correlati alla salute delle persone che vivono nel nord dei Paesi Bassi.
Tutti i partecipanti a Lifelines di età
pari o superiore a 18 anni hanno ricevuto l’invito a partecipare a questionari COVID-19 digitali.
La
dinamica longitudinale di
23 sintomi somatici relativi alle diagnosi di COVID-19 (dovuti alla variante SARS-CoV-2 alfa [B.1.1.7] o varianti precedenti) è stata valutata utilizzando 24 misurazioni ripetute tra il 31 marzo 2020 e il 2 agosto 2021.
Nella
sezione Supplementary Material, la
tabella S4 riporta le analisi di sensibilità della
prevalenza dei 23 sintomi, stratificate per metodo di diagnosi COVID-19. I sintomi sono ordinati in modo ascendente in base al rapporto di prevalenza tra i partecipanti positivi a COVID-19 e i controlli.
I
partecipanti con COVID-19 (con test SARS-CoV-2 positivo o una diagnosi medica di COVID-19) sono stati abbinati per età, sesso e tempo a
controlli negativi per COVID-19.
E’ stata registrata la
gravità dei sintomi prima e dopo la malattia nei partecipanti con COVID-19 ed è stata confrontata con i controlli abbinati.
76.422 partecipanti (età media 53·7 anni [DS 12·9], 46.329 [60·8%] erano donne) hanno completato un totale di 883.973 questionari. Di questi,
4231 (5,5%) partecipanti avevano
COVID-19 e sono stati abbinati a 8462 controlli.
I
sintomi persistenti nei partecipanti positivi al COVID-19 a 90-150 giorni dopo il COVID-19 rispetto a prima del COVID-19 e rispetto ai controlli abbinati includevano:
- dolore toracico
- difficoltà di respirazione
- dolore durante la respirazione
- muscoli doloranti
- ageusia o anosmia
- formicolio alle estremità
- nodo alla gola
- sensazione di caldo e freddo alternati
- braccia o gambe pesanti
- stanchezza generale.
Nel
12,7% dei pazienti, questi
sintomi potrebbero essere
attribuiti a COVID-19, in quanto 381 (21,4%) dei 1782 partecipanti positivi a COVID-19 rispetto a 361 (8,7%) dei 4130 controlli negativi, aveva almeno uno di questi sintomi principali sostanzialmente aumentato, fino a una
gravità almeno moderata a 90-150 giorni dopo la diagnosi di COVID-19 o un timepoint abbinato.
Qual è il valore aggiunto di questo studio?
A nostra conoscenza, dicono gli autori, questo studio è il
primo a includere un gruppo di controllo abbinato per età, sesso e periodo temporale, consentendo di osservare la presenza di sintomi nella popolazione generale, i cambiamenti dovuti a restrizioni di salute pubblica e influenze stagionali.
Inoltre, l’ordine delle
ripetute misurazioni di questo studio ha permesso di valutare la gravità dei sintomi nei pazienti con COVID-19, prima che avessero l'infezione da SARS-CoV-2. Pertanto è possibile
valutare se la
gravità dei sintomi fosse veramente
aumentata dopo una diagnosi di COVID-19 o se i sintomi fossero una continuazione dei sintomi preesistenti.
L’approccio utilizzato ha consentito l'identificazione dei
sintomi principali che definiscono la
condizione post-COVID-19, poiché questi sono aumentati di gravità 90-150 giorni dopo una diagnosi di COVID-19 rispetto alla gravità dei sintomi preesistenti nel paziente.
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