Sebbene gli
eventi avversi di speciale interesse (
AESI) sono stati monitorati dopo i vaccini Covid-19, alcuni di essi non sono solo associati ai vaccini, ma anche alla malattia.
Obiettivo di un recente
studio è stato caratterizzare i
tassi di incidenza di AESI in seguito all'infezione da SARS-CoV-2 nei pazienti e confrontarli con i
tassi storici nella popolazione generale.
Lo
studio di coorte multinazionale è stato svolto con dati provenienti dalle cure primarie, cartelle cliniche elettroniche e richieste di risarcimento assicurative. Le evidenze di questo studio sono state raccolte tra il 1 gennaio 2017 e la conclusione di ciascun database (che andava da luglio 2020 a maggio 2022).
I
16 eventi avversi di speciale interesse prevalenti pre-specificati erano: infarto miocardico acuto, anafilassi, appendicite, paralisi di Bell, trombosi venosa profonda, coagulazione intravascolare disseminata, encefalomielite, sindrome di Guillain-Barré, ictus emorragico, ictus non emorragico, trombocitopenia immunitaria, miocardite/pericardite, narcolessia, embolia polmonare, mielite trasversa e trombosi con trombocitopenia.
L’incidenza di AESI è stata determinata all'interno di
due popolazioni target: una popolazione di base pre-pandemia dal 2017 al 2019 e pazienti Covid-19 dal 2020 al 2022.
I tassi di incidenza standardizzati (SIR) per età-sesso sono stati stimati per confrontare i tassi post Covid-19 con quelli pre-pandemia in ciascuno dei database.
Sono stati inclusi nello studio
23.840.986 pazienti Covid (persone con un test di laboratorio positivo per SARS-CoV-2 o un codice diagnostico di COVID-19), identificati in 26 database che rappresentano un insieme diversificato di strutture assistenziali provenienti
da Nord America, Europa e Asia (vedi
tabella 1).
La percentuale di donne identificate nei database variava dal 47,4% al 56,1%; tutti i database avevano un
numero leggermente superiore di femmine rispetto ai maschi, ad eccezione del database IMASIS, sistema informativo ospedaliero integrato multicentro, e della banca dati JMDC.
L'
età media delle persone in ciascun database variava da 24 a 72 anni, riflettendo le diverse popolazioni di pazienti coperte dai database (ad esempio, l'IBM multi-state medicaid database - IBM-MDCD - ha una popolazione numerosa di bambini e donne in età fertile, mentre l'IBM-MDCR rappresenta i pensionati).
La
popolazione standard pre-pandemia rappresentava più di 492.730.503 record di persone. I risultati della caratterizzazione prodotti da
Cohort Diagnostics possono essere ricercati mediante un'app web interattiva.
Per i tassi di
eventi avversi di speciale interesse è stata osservata una sostanziale
eterogeneità per età, con alcuni chiaramente in aumento con l'avanzare degli anni, ma altri con una tendenza opposta.
Allo stesso modo, sono state osservate differenze anche tra i database per lo stesso
esito di salute e stratificazioni
età-sesso.
Tutti gli
eventi avversi studiati sono apparsi costantemente
più comuni nel periodo post Covid-19 rispetto alle coorti storiche, con SIR meta-analitici correlati che vanno da 1,32 (da 1,05 a 1,66) per la narcolessia a 11,70 (da 10,10 a 13,70) per l'embolia polmonare.
La
figura 1 mostra i tassi di incidenza per i
pazienti con Covid-19 nella popolazione, stratificati per fascia di età (asse x), sesso (metà dell'asse x rappresenta le femmine e l'altra metà i maschi) e database (con codice colore in base al tipo di database: sinistri, cartelle cliniche elettroniche e dati del medico di base), collegati con i 16 eventi avversi.
Per aiutare a fornire una panoramica di questi risultati, la
figura 2 mostra i tassi di
incidenza stimati aggregati per
età e sesso stratificati per 100.000 anni-persona (con intervalli di previsione del 95%), calcolati da meta-analisi per i pazienti con Covid-19.
Infine, la
figura 3 evidenzia i forest plot dei rapporti di incidenza standardizzati con meta analisi che confrontano i pazienti con Covid-19 con i pazienti pre-pandemia.
I risultati sono commentati accuratamente nella “discussion”, dove vengono evidenziati alcuni limiti dello studio.
Riportiamo qui solo la sintesi di alcuni punti.
Lo studio ha valutato l'epidemiologia descrittiva dell'insorgenza di
AESI nei
90 giorni successivi alla malattia da SARS-CoV-2.
Gli autori fanno notare che i risultati suggeriscono una coerente tendenza a un aumento del rischio per più eventi avversi nella coorte Covid-19 rispetto ai dati della popolazione di base pre-pandemia, sebbene l'entità del rischio debba essere interpretata con cautela.
E’ stata riscontrata una notevole eterogeneità nell'IR tra la coorte Covid-19, evidenziata dagli ampi intervalli di previsione dell'IR aggregato specifico per età e sesso, suggerendo che è necessaria cautela quando vengono utilizzate queste stime.
E’ stato anche osservata una notevole variabilità con l'età e alcuni con i gruppi di sesso, sottolineando la necessità di stratificazione per età e sesso nella valutazione dei rischi e dei benefici dei vaccini Covid.
Tra i
pazienti Covid, la
maggior parte degli eventi avversi di speciale interesse è risultata "
non comune", con pochi episodi "rari" tra tutti i gruppi di età e sesso esaminati.
Eventi trombotici come infarto acuto del miocardio, ictus, trombosi venosa profonda ed embolia polmonare erano più frequenti rispetto ad altri eventi avversi ed erano "
comuni" nei
pazienti più anziani con Covid.
I
Centers for Disease Control and Prevention statunitensi (CDC) elencano miocardite e pericardite, trombosi con sindrome trombocitopenica (TTS), presentata in questo lavoro come TWT (thrombosis with thrombocytopenia) e GBS (Guillain-Barré syndrome), come tre tipi gravi di eventi avversi a seguito della vaccinazione anti Covid, con prove che suggeriscono,
sebbene raro, un'
associazione con alcuni tipi di vaccino.
Questi eventi avversi sono presenti anche sull'etichetta di almeno un vaccino autorizzato per l'uso negli Stati Uniti e in Europa.
I risultati dello
studio citato sopra suggeriscono che,
sebbene raro tra i malati, il
rischio di questi tre eventi potrebbe essere
più elevato nei pazienti Covid-19 rispetto alla popolazione pre-pandemica. Poiché i rapporti di incidenza stimati non sono aggiustati e non sono presentati per l'inferenza causale, potrebbero essere giustificate indagini future per contestualizzare completamente il rapporto rischio-beneficio dei vaccini anti Covid in relazione a miocardite e pericardite, TWT e GBS.
Il confronto tra i pazienti e la popolazione pre-pandemica ha mostrato comunque un
tasso elevato abbastanza consistente di sperimentare un
evento avverso entro 90 giorni dopo l'indice. Questo rischio elevato lo vediamo sia in modo coerente nei risultati stratificati del database, sia nella meta-analisi.
I risultati di questo lavoro sono importanti per la salute pubblica, in quanto aiutano a mettere in prospettiva il rischio di AESI dopo la vaccinazione rispetto all'infezione post SARS-CoV-2. Sono necessarie però ulteriori ricerche per contestualizzare le complicanze post infezione a lungo termine.
Per saperne di più:
Per approfondire: