L’
antibiotico resistenza è un problema globale e in costante aumento, che causa milioni di morti ogni anno in tutto il mondo.
L'
approccio One Health riconosce che la resistenza agli antibiotici non è solo un problema di salute umana, ma colpisce anche gli animali e l'ambiente.
Gli esseri umani sono esposti a
batteri e geni resistenti agli antibiotici attraverso il
cibo, l'
ambiente (ad esempio attraverso acqua, suolo e aria) o il contatto diretto con
fonti infettive, come gli animali.
Per esempio, gli elementi resistenti agli antibiotici negli ospedali o negli allevamenti potrebbero essere trasmessi agli impianti di trattamento delle
acque reflue o agli ecosistemi e potrebbero persino essere emessi da questi ambienti nell’
atmosfera e quindi essere inalati dall'uomo.
L’
aria è riconosciuta infatti come un percorso diretto e un vettore chiave per diffondere la resistenza agli antibiotici.
È stato dimostrato che il
materiale particolato PM2,5 (ovvero particelle sospese con dimensioni minori o uguali a 2,5 micron)
contiene diversi
batteri e geni resistenti agli antibiotici, che vengono trasferiti da un ambiente all'altro e poi inalati dagli esseri umani, causando lesioni e infezioni del tratto respiratorio.
Il
PM2,5 potrebbe anche
aumentare la permeabilità della membrana cellulare per migliorare l'efficienza del trasferimento genico orizzontale, accelerando l'evoluzione e lo scambio di elementi di antibiotico-resistenza nei batteri patogeni.
Nonostante vari
studi precedenti avessero constatato l'ampia distribuzione di batteri e geni resistenti agli antibiotici nel particolato, gli scienziati non erano riusciti a quantificare le conseguenze della resistenza agli antibiotici causata dal PM
2,5.
Occorrevano prove empiriche degli effetti del PM
2,5 sulla resistenza agli antibiotici a livello di popolazione per valutarne l'impatto globale.
Uno
studio pubblicato su Lancet Planetary Health Journal presenta le prime stime globali dell’
antibiotico resistenza e del carico di
morti premature attribuibili alla
resistenza agli antibiotici derivante dall'inquinamento da PM2,5 attraverso un'analisi univariata e multivariata.
Sono stati raccolti dati su molteplici potenziali predittori (ad esempio, inquinamento atmosferico, uso di antibiotici, servizi igienico-sanitari, economia, spesa sanitaria, popolazione, istruzione, clima, anno e regione) in
116 paesi dal 2000 al 2018, per stimare l'effetto del PM
2,5 sulla resistenza agli antibiotici.
I dati sono stati ottenuti da
ResistanceMap, dall’
Atlante di sorveglianza (fonti sulla resistenza antimicrobica) del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e dalla
piattaforma di informazione sanitaria PLISA per gli stati americani.
Le future tendenze globali aggregate sulla resistenza agli antibiotici e sulla mortalità prematura derivate dal PM
2,5 in diversi scenari (ad esempio, uso ridotto di antibiotici del 50% o PM2,5 controllato a 5 μg/m3) sono state proiettate
fino al 2050.
Il set di dati finale ha incluso più di
11,5 milioni di isolati testati. I dati grezzi sulla resistenza agli antibiotici includevano
9 agenti patogeni e
43 tipi di agenti antibiotici.
Correlazioni significative tra PM2,5 e resistenza agli antibiotici erano coerenti a livello globale nella maggior parte dei batteri resistenti agli antibiotici (R2=0·42-0·76, p<0·0001) e le correlazioni si sono rafforzate nel tempo.
La resistenza agli antibiotici derivata dal PM
2,5 ha portato a una stima di circa
0,48 milioni di morti premature (IC 95% 0,34-0,60) e
18,2 milioni di anni di vita persi (13,4-23,0) nel
2018 in tutto il mondo, corrispondente a una perdita annua di welfare di 395 (290-500) miliardi di dollari per decessi prematuri.
Si stima che l’
obiettivo di 5 μg/m3 di concentrazione di PM2.5 nelle linee guida sulla qualità dell’aria stabilite dall’OMS, se raggiunto nel 2050, ridurrebbe la resistenza agli antibiotici del 16,8% (IC 95% 15,3-18,3) ed eviterebbe il 23,4% (21,2-25,6) delle morti premature attribuibili alla resistenza agli antibiotici, equivalente a un risparmio di 640 (580-671) miliardi di dollari.
Per le norme di copyright non possiamo riportare le
figure che presentano i
risultati dello studio e le
stime per il futuro. Ma invitiamo i lettori a consultarle, soprattutto quella che rappresenta magistralmente le vie di diffusione della resistenza agli antibiotici.
Questa analisi è la
prima a descrivere l'
associazione tra PM2,5 e resistenza clinica agli antibiotici a livello globale. I risultati forniscono nuovi percorsi per il controllo della resistenza agli antibiotici da una prospettiva ambientale.
Per saperne di più:
Per approfondire: