21/9/2023

Inquinamento e antibiotico-resistenza, uno studio rileva l'associazione tra questi due fenomeni


L’antibiotico resistenza è un problema globale e in costante aumento, che causa milioni di morti ogni anno in tutto il mondo.

L'approccio One Health riconosce che la resistenza agli antibiotici non è solo un problema di salute umana, ma colpisce anche gli animali e l'ambiente.

Gli esseri umani sono esposti a batteri e geni resistenti agli antibiotici attraverso il cibo, l'ambiente (ad esempio attraverso acqua, suolo e aria) o il contatto diretto con fonti infettive, come gli animali.

Per esempio, gli elementi resistenti agli antibiotici negli ospedali o negli allevamenti potrebbero essere trasmessi agli impianti di trattamento delle acque reflue o agli ecosistemi e potrebbero persino essere emessi da questi ambienti nell’atmosfera e quindi essere inalati dall'uomo.

L’aria è riconosciuta infatti come un percorso diretto e un vettore chiave per diffondere la resistenza agli antibiotici.

È stato dimostrato che il materiale particolato PM2,5 (ovvero particelle sospese con dimensioni minori o uguali a 2,5 micron) contiene diversi batteri e geni resistenti agli antibiotici, che vengono trasferiti da un ambiente all'altro e poi inalati dagli esseri umani, causando lesioni e infezioni del tratto respiratorio.

Il PM2,5 potrebbe anche aumentare la permeabilità della membrana cellulare per migliorare l'efficienza del trasferimento genico orizzontale, accelerando l'evoluzione e lo scambio di elementi di antibiotico-resistenza nei batteri patogeni.

Nonostante vari studi precedenti avessero constatato l'ampia distribuzione di batteri e geni resistenti agli antibiotici nel particolato, gli scienziati non erano riusciti a quantificare le conseguenze della resistenza agli antibiotici causata dal PM2,5.

Occorrevano prove empiriche degli effetti del PM2,5 sulla resistenza agli antibiotici a livello di popolazione per valutarne l'impatto globale.

Uno studio pubblicato su Lancet Planetary Health Journal presenta le prime stime globali dell’antibiotico resistenza e del carico di morti premature attribuibili alla resistenza agli antibiotici derivante dall'inquinamento da PM2,5 attraverso un'analisi univariata e multivariata.

Sono stati raccolti dati su molteplici potenziali predittori (ad esempio, inquinamento atmosferico, uso di antibiotici, servizi igienico-sanitari, economia, spesa sanitaria, popolazione, istruzione, clima, anno e regione) in 116 paesi dal 2000 al 2018, per stimare l'effetto del PM2,5 sulla resistenza agli antibiotici.

I dati sono stati ottenuti da ResistanceMap, dall’Atlante di sorveglianza (fonti sulla resistenza antimicrobica) del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e dalla piattaforma di informazione sanitaria PLISA per gli stati americani.

Le future tendenze globali aggregate sulla resistenza agli antibiotici e sulla mortalità prematura derivate dal PM2,5 in diversi scenari (ad esempio, uso ridotto di antibiotici del 50% o PM2,5 controllato a 5 μg/m3) sono state proiettate fino al 2050.

Il set di dati finale ha incluso più di 11,5 milioni di isolati testati. I dati grezzi sulla resistenza agli antibiotici includevano 9 agenti patogeni e 43 tipi di agenti antibiotici.

Correlazioni significative tra PM2,5 e resistenza agli antibiotici erano coerenti a livello globale nella maggior parte dei batteri resistenti agli antibiotici (R2=0·42-0·76, p<0·0001) e le correlazioni si sono rafforzate nel tempo.

La resistenza agli antibiotici derivata dal PM2,5 ha portato a una stima di circa 0,48 milioni di morti premature (IC 95% 0,34-0,60) e 18,2 milioni di anni di vita persi (13,4-23,0) nel 2018 in tutto il mondo, corrispondente a una perdita annua di welfare di 395 (290-500) miliardi di dollari per decessi prematuri.

Si stima che l’obiettivo di 5 μg/m3 di concentrazione di PM2.5 nelle linee guida sulla qualità dell’aria stabilite dall’OMS, se raggiunto nel 2050, ridurrebbe la resistenza agli antibiotici del 16,8% (IC 95% 15,3-18,3) ed eviterebbe il 23,4% (21,2-25,6) delle morti premature attribuibili alla resistenza agli antibiotici, equivalente a un risparmio di 640 (580-671) miliardi di dollari.

Per le norme di copyright non possiamo riportare le figure che presentano i risultati dello studio e le stime per il futuro. Ma invitiamo i lettori a consultarle, soprattutto quella che rappresenta magistralmente le vie di diffusione della resistenza agli antibiotici.

Questa analisi è la prima a descrivere l'associazione tra PM2,5 e resistenza clinica agli antibiotici a livello globale. I risultati forniscono nuovi percorsi per il controllo della resistenza agli antibiotici da una prospettiva ambientale.


Per saperne di più:

Association between particulate matter (PM)2·5 air pollution and clinical antibiotic resistance: a global analysis.
Zhou Z, Shuai X, Lin Z, Yu X, Ba X, Holmes MA, Xiao Y, Gu B, Chen H. Lancet Planet Health. 2023 Aug;7(8):e649-e659. doi: 10.1016/S2542-5196(23)00135-3. PMID: 37558346.

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