La pandemia determinata da Covid-19 si è sviluppata in un momento in cui già era presente una grande minaccia per la salute pubblica: l’antibiotico-resistenza.
Come riportano gli autori di
COVID-19, superinfections and antimicrobial development: What can we expect? al momento della stesura del documento,
nessuno ha studiato specificamente le superinfezioni o l'AMR (resistenza antimicrobica) associate a COVID-19.
Le superinfezioni e l'uso di antimicrobici (antibatterici, antifungini) sono presentati negli articoli con poche frasi o all'interno di tabelle, senza menzione dei criteri diagnostici o delle definizioni dei casi. Vi sono peraltro
dati discrepanti tra i vari studi.
I dati sull'incidenza delle infezioni possono essere stati influenzati dai diversi criteri per il ricovero in ospedale o in terapia intensiva; la reale incidenza può essere stata sopravvalutata dalla mancata distinzione della colonizzazione dalla malattia o sottostimata dagli alti tassi di mortalità tra i pazienti in terapia intensiva (che vanno dal 16% -78%) e dall'insufficiente follow-up dei sopravvissuti.
Infezioni secondarie sono state riportate nel 5% - 27% degli adulti con infezione da SARS-CoV-2 in diversi ospedali a Wuhan, in Cina fino a metà febbraio 2020, incluso nel 50% - 100% di coloro che sono deceduti.
Infezioni secondarie sono stati identificati nel 13,5% - 44% dei pazienti con terapia intensiva (ICU) con COVID-19.
Il tipo più comune d’infezione tra i pazienti in terapia intensiva era la
polmonite batterica o fungina; sono state anche osservate
infezioni del flusso sanguigno e del tratto urinario.
Gli
organismi includevano pan-drug resistant (PDR)- Acinetobacter baumannii, Klebsiella pneumoniae carbapenemase (KPC)-producing K. pneumoniae, extended spectrum beta lactamase (ESBL)-producing K. pneumoniae, ESBLproducing Pseudomonas aeruginosa, Enterobacter cloacae, Serratia marcescens, Aspergillus fumigatus, Aspergillus flavus, Candida albicans and Candida glabrata.
I
tempi mediani tra il
ricovero in terapia intensiva e l'insorgenza dell'
infezione secondaria tra i pazienti di 2 ospedali sono stati di 10-12 giorni e di 17 giorni dopo i primi sintomi COVID-19.
Il tempo mediano alla morte era di 19 giorni, suggerendo che le superinfezioni erano spesso eventi terminali.
Nel marzo 2020 in 2 ospedali di New York City, è stata riscontrata
batteriemia nel 6
% di tutti i pazienti COVID-19 e nel 12
% di quelli con ventilazione meccanica.
Nel primo report europeo, ad uno dei tre pazienti con COVID-19 grave in Francia, è stato diagnosticata una
co-infezione da A. baumannii secondaria e A. flavus.
In un rapporto di
552 ospedali in 30 province cinesi, il
58% dei pazienti è stato trattato con antibiotici.
Gli antibiotici e gli antifungini sono stati somministrati rispettivamente all'80% -100% e al 7,5% -15% dei pazienti con COVID-19 in condizioni critiche nelle terapie intensive cinesi.
E’ evidenziato che in diversi ospedali di Wuhan, fluorochinoloni, cefalosporine, i carbapenemi, l'azitromicina, la vancomicina e il linezolid erano gli agenti antimicrobici più comuni, ma non vi sono dettagli sui dosaggi e sui trattamenti.
La
terapia antibiotica empirica era probabilmente diffusa perché il 25% -70% dei pazienti gravi presentavano evidenze di sepsi ed era molto difficile escludere superinfezioni batteriche o fungine in base a segni e sintomi, reperti fisici, anomalie radiografiche e risultati di laboratorio.
Il paziente francese, poi deceduto, con COVID-19 grave era stato trattato con varie combinazioni di meropenem, tigecycline, levofloxacin, aerosolized colistimethate, voriconazole and/or isavuconazole
Contrariamente ai dati di cui sopra, gli
studi su 788 pazienti ospedalizzati nella provincia di
Zhejiang, in Cina e
24 pazienti nelle ICU di
Seattle nel gennaio-febbraio 2020 hanno riferito che
non c'erano superinfezioni.
In un articolo su 21 pazienti critici in un ospedale di Kirkland,
Washington, è stata osservata un'
infezione del flusso sanguigno da P. auruginosa. Altre serie di casi COVID-19 non riportavano informazioni sulle superinfezioni.
Non è chiaro se
non siano state rilevate superinfezioni, i
dati fossero
incompleti,
non disponibili o
non analizzati o se le informazioni non fossero semplicemente presentate.
E’ comunque logico temere che una percentuale di pazienti con COVID-19 grave, svilupperà
superinfezioni, anche da
patogeni resistenti agli antibiotici. Come puntualizza lo studio
How covid-19 is accelerating the threat of antimicrobial resistance. le risposte sanitarie al nuovo coronavirus potrebbero accelerare la minaccia dell’antibiotico resistenza, proprio in virtù dell’incremento di terapie antibiotiche.
Nello studio
Clostridiodes difficile in COVID-19 Patients, Detroit, Michigan, USA, March-April 2020 viene peraltro evidenziata l’infezione da un
batterio multi resistente.
Situazioni e azioni per influire o mitigare la tramissione di organismi multi-resistenti
Multidrug resistant infections in the COVID-19 era, a framework for considering the potential impact analizza alcuni
fattori che potrebbero avere, a secondo dei casi, un
impatto negativo o positivo sulla
trasmissione di organismi multi-resistenti.
Riportiamo la tabella ripresa dallo studio e tradotta in italiano.
Potenziale impatto di Covid-19 sulla trasmissione ospedaliera di organismi multi-resistenti (MDRO)
Per saperne di più:
|
COVID-19, superinfections and antimicrobial development: What can we expect? Clancy CJ, Nguyen MH. Clin Infect Dis. 2020 May 1. pii: ciaa524. doi: 10.1093/cid/ciaa524. [Epub ahead of print] |
|
How covid-19 is accelerating the threat of antimicrobial resistance Hsu J. BMJ. 2020 May 18;369:m1983. doi: 10.1136/bmj.m1983. No abstract available. |
|
Clostridiodes difficile in COVID-19 Patients, Detroit, Michigan, USA, March-April 2020 Sandhu A, Tillotson G, Polistico J, Salimnia H, Cranis M, Moshos J, Cullen L, Jabbo L, Diebel L, Chopra T. Emerg Infect Dis. 2020 May 22;26(9). doi: 10.3201/eid2609.202126. [Epub ahead of print] |
|
Multidrug resistant infections in the COVID-19 era, a framework for considering the potential impact Donà D, Di Chiara C, Sharland M. J Hosp Infect. 2020 May 17. doi: 10.1016/j.jhin.2020.05.020. [Epub ahead of print] No abstract available. |
immagine:
yolya_profitrolya - it.freepik.com