Molte perplessità sul
valore dei vaccini si sono create dopo che
SARS-Cov-2 si è diffuso anche
nei vaccinati. I vaccini assicurano comunque un
migliore decorso della malattia Covid-19 e influiscono anche negli effetti a lungo termine.
L’
ultimo bollettino dell’ISS, pubblicato il 14 gennaio 2022 evidenzia l’
impatto della vaccinazione nel prevenire
nuove infezioni,
ricoveri e
decessi:
- L’efficacia del vaccino (riduzione del rischio rispetto ai non vaccinati) nel prevenire la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 è pari a 71% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 57% tra i 91 e 120 giorni, e 34% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale.
- Rimane elevata l’efficacia vaccinale nel prevenire casi di malattia severa: 95% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 93% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni e 89% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni.
- Nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster, l’efficacia nel prevenire la diagnosi e i casi di malattia severa è pari rispettivamente al 68,8% e al 98%.
Uno
studio svolto in Israele (ad oggi preprint) affronta il tema degli
effetti della vaccinazione sul Long Covid.
Nell'ottobre 2021 l'
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito long-COVID come “una condizione che si verifica in individui con una storia di
probabile o confermata infezione da severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-CoV-2), di solito
tre mesi dall'esordio di COVID-19, con
sintomi che durano almeno due mesi e che non possono essere spiegati con una diagnosi alternativa. I
sintomi comuni includono affaticamento, mancanza di respiro e disfunzione cognitiva, ma anche altri che coinvolgono il sistema muscolo-scheletrico, cardiaco e nervoso centrale, che generalmente hanno un impatto sulle attività quotidiane”.
L'
efficacia dei vaccini COVID-19
contro Long Covid non è stata ben determinata e gli
autori dello studio hanno valutato se la
vaccinazione fosse associata all'
incidenza di segnalazioni di sintomi a lungo termine dopo una pregressa infezione.
Sono state incluse nello studio le
persone sottoposte al test PCR per l'infezione da SARS-CoV-2 negli
ospedali partecipanti tra
marzo 2020 e novembre 2021 ed è stato chiesto loro di compilare un questionario online che includeva:
- dati demografici di base
- dettagli sull’episodio acuto d’infezione
- informazioni sui sintomi che stavano attualmente vivendo.
Utilizzando la regressione binomiale, sono stati confrontati gli individui vaccinati con quelli non vaccinati, e quelli non infettati, in termini di sintomi auto-riferiti post-infezione acuta.
Sono stati inclusi
951 individui infetti e
2437 non infetti. Degli infetti,
637 (67%) erano vaccinati.
I
sintomi più comunemente riportati erano:
- affaticamento (22%)
- mal di testa (20%)
- debolezza (13%) e
- dolore muscolare persistente (10%).
Dopo l’ “adjusting” per il tempo di follow-up e i sintomi di base,
coloro che avevano ricevuto due dosi avevano una
probabilità inferiore di riportare
uno qualsiasi di questi sintomi del 64%, 54%, 57% e 68% rispetto ai soggetti non vaccinati (rapporto di rischio 0,36, 0,46, 0,43 , 0,32, p<0,04 nella sequenza elencata).
Coloro che avevano ricevuto due dosi non avevano più probabilità di segnalare nessuno di questi sintomi, rispetto agli individui che non avevano riportato alcuna precedente infezione da SARS-CoV-2.
La
vaccinazione con almeno due dosi di vaccino COVID-19 è stata associata a una
sostanziale diminuzione della segnalazione dei sintomi post-acuti COVID-19 più comuni.
Figura 1. Frequenza della maggior parte dei sintomi riportati tra i non infetti, i vaccinati e i non vaccinati

I risultati dello studio suggeriscono che,
oltre a ridurre il rischio di malattie acute, la
vaccinazione contro COVID-19 può avere un
effetto protettivo contro il Long Covid.
Per saperne di più:
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