Molti paesi stanno considerando l’opportunità di un
“richiamo”, dato l’espandersi della variante Delta (B1617.2), e mentre sta imperversando il dibattito sulla durata della protezione del vaccino.
Alcuni
esperti di sanità pubblica internazionale criticano invece il prendere in considerazione dosi di richiamo, quando gli operatori sanitari e i gruppi a rischio in molti paesi a basso e medio reddito non hanno ricevuto le loro prime dosi e la scienza non è chiara sulla necessità dei richiami.
Questa posizione è fortemente condivisa dall'
Organizzazione mondiale della sanità, che ha rivolto un
appello a posticipare la terza dose del vaccino contro il coronavirus "almeno fino alla fine di settembre" così da permettere l'immunizzazione "di almeno il 10% della popolazione di ogni paese" del mondo.
Un
articolo da poco uscito su Nature fa il punto su ciò che gli scienziati sanno - e ciò che vorrebbero sapere – sulla
"dose booster". Poche ancora le certezze.
Ad oggi gli
scarsi trial clinici, che hanno testato le dosi extra, supportano l'ipotesi che esse suscitino efficaci risposte immunitarie. Gli scienziati però ignorano se la
diminuzione nel tempo degli anticorpi innescati dai vaccini rifletta un effettivo calo della protezione contro il virus.
Mentre esperti di tutto il mondo si stanno affrettando per determinare quale
livello di anticorpi neutralizzanti o di un altri marcatori immunitari sia più strettamente associato all'efficacia di un vaccino, i ricercatori stanno anche cercando i segni della
diminuzione dell'immunità nei dati del mondo reale provenienti dai paesi che hanno programmi di vaccinazione avanzati, per comprendere se le persone vaccinate prima siano infettate maggiormente rispetto a quelle vaccinate più di recente.
I dati su
se e quando somministrare i richiami iniziano ad arrivare, si sottolinea su Nature, ma è probabile che alcuni
dubbi chiave persisteranno ancora per qualche tempo. Nel frattempo, alcune persone potrebbero ricevere booster che non hanno alcun beneficio reale e gli esperti non sanno abbastanza sui gruppi che potrebbero davvero aver bisogno di dosi extra, come le persone anziane e quelle con un sistema immunitario compromesso. Considerando che la variante Delta è in crescita in molti paesi, il timore è che le autorità sanitarie potrebbero non avere il lusso di aspettare risposte definitive.
La terza dose in Israele
Circa 10 giorni fa,
Israele ha iniziato a offrire le dosi di richiamo alle persone di età superiore ai 60 anni come parte degli sforzi per rallentare la diffusione della variante Delta altamente contagiosa. Ciò ha effettivamente trasformato Israele in un banco di prova per la somministrazione della terza dose prima dell'approvazione da parte della Food and Drug Administration negli Stati Uniti e dell'Agenzia regolatoria europea.
Il
Ministero della salute israeliano, come riportato da
Reuters, ha annunciato l’inizio della campagna vaccinale che prevede la somministrazione di una terza dose alle persone di età superiore ai 60 anni a condizione che siano trascorsi oltre cinque mesi dalla somministrazione della seconda.
Israele sta usando vaccini a mRNA a due dosi nel suo programma di immunizzazione.
Il
gruppo consultivo sui vaccini (Israel's vaccine advisory group) il 29 luglio aveva raccomandato che gli adulti nelle fasce di età più avanzata ricevessero una dose di richiamo del vaccino contro COVID-19. Era però diviso sul fatto che il limite dovesse essere 60, 65 o 70, secondo quanto riporta
Haaretz, un giornale con sede a Tel Aviv.
I dati presentati alla riunione del gruppo suggerivano che l'
efficacia del vaccino contro le malattie gravi nelle
persone di 60 anni fosse
diminuita dal 97% di gennaio all'81%.
Programmi di richiamo: le raccomandazioni considerate in Gran Bretagna
Alla fine di giugno, il
Joint Committee on Vaccination and Immunization (JCVI) del Regno Unito ha pubblicato
raccomandazioni provvisorie per una dose di richiamo, asserendo che qualsiasi potenziale programma di dosi di richiamo dovrebbe iniziare a
settembre per evitare ulteriori pressioni sui sistemi sanitari in caso di SARS-CoV-2. circolante insieme all'influenza stagionale.
Gli eventuali potenziali programmi di richiamo dovrebbero essere offerti in
2 fasi:
- Fase 1. Alle seguenti persone dovrebbe essere offerta una terza dose di vaccino di richiamo contro COVID-19 e il vaccino antinfluenzale annuale non appena possibile a partire da settembre 2021:
- adulti di età pari o superiore a 16 anni immunodepressi
- coloro che vivono in case di cura per anziani
- tutti gli adulti di età pari o superiore a 70 anni
- adulti di età pari o superiore a 16 anni considerati clinicamente estremamente vulnerabili
- operatori sanitari e sociali in prima linea.
- Fase 2. Alle seguenti persone dovrebbe essere offerta una terza dose di vaccino di richiamo contro COVID-19 non appena possibile dopo la fase 1, con uguale enfasi sull'impiego del vaccino antinfluenzale ove idoneo:
- tutti gli adulti dai 50 anni in su
- adulti di età compresa tra 16 e 49 anni che si trovano in un gruppo a rischio di influenza o COVID-19 (fare riferimento al Green Book per i dettagli sui gruppi a rischio)
- adulti con contatti familiari con individui immunodepressi.
Poiché la maggior parte degli adulti più giovani riceverà la seconda dose di vaccino contro COVID-19 alla fine dell'estate, i benefici della vaccinazione di richiamo in questo gruppo verranno presi in considerazione in un secondo momento, quando saranno disponibili maggiori informazioni.
L'obiettivo iniziale per l'inverno 2021-2022 è che le persone considerate nelle fasi di richiamo 1 e 2 ricevano in tempo utile i vaccini contro l'influenza e il COVID-19.
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