Lo
screening per i fattori di rischio di malattie cardiovascolari consente di individuare soggetti ad alto rischio e determinare l'inizio di
interventi preventivi come la terapia con statine.
Gli intervalli di screening ottimali, soprattutto per le persone con rischio cardiovascolare basso o intermedio, rimangono però poco chiari.
Rischio di malattie cardiovascolari: lo screening quinquennale è la raccomandazione più comune
Gli autori dello studio
5-year versus risk-category-specific screening intervals for cardiovascular disease prevention, recentemente pubblicato, hanno svolto anche una ricerca in PubMed per identificare le
attuali linee guida per la valutazione del rischio di malattie cardiovascolari e le loro raccomandazioni per lo screening.
La raccomandazione più comune è lo screening quinquennale per tutti gli individui a rischio basso o intermedio, sebbene siano consigliati anche altri intervalli di screening, come screening a 10 anni e a 2 anni. Questi intervalli sono basati su raccomandazioni di esperti, piuttosto che basati su prove della progressione del rischio di malattia cardiovascolare osservata.
I risultati dello studio screening a 5 anni vs. screening per categorie di rischio
Secondo questo studio osservazionale, che ha usato i“ repeat data” di
6964 uomini e donne britannici, il tempo medio di progressione dalle categorie di rischio basso o intermedio di un evento cardiovascolare maggiore alla categoria ad alto rischio (cioè, ≥7,5% di rischio a 10 anni di un evento cardiovascolare maggiore) dipende dalla
categoria di rischio iniziale. In termini di avvio tempestivo di interventi preventivi intensificati, quando viene raggiunta la categoria ad alto rischio, lo screening quinquennale è stato inutilmente frequente per individui a basso rischio e insufficientemente frequenti per individui a rischio intermedio.
I
n dettaglio: sono stati utilizzati i dati dei partecipanti allo studio British Whitehall II study (di età compresa tra i 40 e i 64 anni), che avevano ripetuto gli screening a 5 anni, e sono stati fatti collegamenti alle cartelle cliniche elettroniche tra i dati di riferimento (7 agosto 1991 - 10 maggio 1993) e il 30 giugno 2015. Per i partecipanti, è stato stimato il rischio a 10 anni di un importante problema cardiovascolare (infarto miocardico, morte cardiaca e ictus fatale o non fatale) utilizzando i calcoli del ASCVD. E’ stato infine utilizzato il modello statistico Markov per stimare l’intervallo ottimale di screening, sulla base della progressione del rischio.
Si è stimato che, sulla base della progressione osservata del maggior rischio di eventi cardiovascolari, gli
intervalli di screening specifici per la categoria di rischio sono ottimali più dell'intervallo di 5 anni.
Ad esempio, con
intervalli di screening di 7 anni per il basso rischio,
4 anni per il basso rischio intermedio e
1 anno per l’alto rischio intermedio, i pazienti ridurrebbero il numero di person-years persi per essere riconosciuti nel gruppo ad alto rischio e potrebbero prevenire importanti eventi cardiovascolari, senza aumentare i costi.
In termini di eventi cardiovascolari maggiori prevenuti e di anni di vita ottenuti “quality-adjusted”, altri 21 intervalli di screening, basati sulla stima iniziale della categoria di rischio, si sono dimostrati migliori dell’intervallo quinquennale uniforme per tutti.
Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare la generalizzabilità di questi risultati e per valutare i costi-benefici in relazione al rischio nel corso della vita piuttosto che al rischio stimato a 10 anni.
Per saperne di più:
credits:
Photo by Renee Fisher on Unsplash