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Testo Fonte: www.istat.it
In anteprima rispetto alla Giornata europea delle statistiche, Eurostat ha reso disponibile la pubblicazione digitale La vita delle donne e degli uomini in Europa - un ritratto statistico, realizzata in collaborazione con gli Istituti nazionali di statistica degli stati membri dell’UE e dei paesi dell’Efta.
In anteprima rispetto alla Giornata europea delle statistiche che si svolge ogni anno il 20 ottobre, Eurostat ha reso disponibile in 24 lingue la pubblicazione digitale La vita delle donne e degli uomini in Europa - un ritratto statistico.

Realizzata in collaborazione con gli Istituti nazionali di statistica degli stati membri dell’UE e dei paesi dell’Efta, la pubblicazione presenta un confronto tra le donne e gli uomini nella loro vita quotidiana, mostrando anche in cosa si assomiglia o differisce nei paesi europei.

La pubblicazione è composta da tre capitoli:
  • Vivere, crescere, invecchiare
  • Apprendere, lavorare, guadagnare
  • Mangiare, acquistare, navigare, socializzare.
Si può accedere anche ad un quiz, per valutare la propria conoscenza delle differenze uomo-donna.

Per una sintesi:

quadratino leggi il commento di quotidianosanita.it Donne e uomini in Europa: tutte le differenze su salute, lavoro, casa, istruzione. Ma anche su shopping e social media. Il report EurostatDonne e uomini in Europa: tutte le differenze su salute, lavoro, casa, istruzione. Ma anche su shopping e social media. Il report Eurostat: Gli uomini “si sentono” meglio delle donne, ma le donne vivono più a lungo degli uomini. Un terzo dei manager nell'Ue sono donne, ma in campo lavorativo, gli uomini occupano generalmente posizioni più elevate delle donne. E le donne guadagnano in media il 16% in meno degli uomini. La nuova pubblicazione digitale scaturita da una collaborazione (per l’Italia) Istat-Eurostat “La vita delle donne e degli uomini in Europa - un ritratto statistico” confronta le donne e gli uomini nella loro vita quotidiana ... 
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Testo Fonte: www.salute.gov.it
Nel 2016 si osserva una diminuzione del volume di attività erogata dagli ospedali: rispetto all’anno precedente il numero di dimissioni per acuti, riabilitazione e lungodegenza mostra una diminuzione del 2,7%, mentre il volume di giornate si riduce del 2,1%.
Nel 2016 si osserva una generale diminuzione del volume di attività erogata dagli ospedali: rispetto all’anno precedente, il numero complessivo di dimissioni per acuti, riabilitazione e lungodegenza mostra una diminuzione di circa il 2,7%, mentre il corrispondente volume complessivo di giornate si riduce di circa il 2,1%.
E' quanto illustrato nel Rapporto annuale sull'attività di ricovero ospedaliero (dati SDO 2016), a cura dell'Ufficio 6 della D.G. programmazione sanitaria del Ministero della salute.

Più nel dettaglio, la riduzione più consistente si osserva per l'attività di riabilitazione in regime diurno (-6,4% per le dimissioni e -3,3% per il numero di accessi), poi per l’attività per acuti in regime diurno (-5,7% per le dimissioni e -6,4% per il numero di accessi) e la lungodegenza (-5,3% per le dimissioni e -4% per il numero di giornate).

Più contenuta appare la riduzione osservata per gli acuti in regime ordinario (-1,7% per le dimissioni e -1,5% per le giornate) ed infine per la riabilitazione in regime ordinario (il numero di dimissioni è sostanzialmente sovrapponibile all’anno precedente, mentre il numero di giornate si riduce del 1,3%).

Il tasso di ospedalizzazione

Rispetto al 2015, nel 2016 il tasso di ospedalizzazione per acuti si riduce da 129,9 a 126 dimissioni per 1.000 abitanti, articolato in 95 dimissioni (per 1.000 abitanti) in regime ordinario e 31 in regime diurno (nell'anno precedente i valori erano, rispettivamente, 97 e 32,9 dimissioni per 1.000 abitanti); si osserva, inoltre, una discreta variabilità regionale.

Il trend del tasso di ospedalizzazione, standardizzato per età e sesso mostra un andamento decrescente, che interessa sostanzialmente l’attività per Acuti, sia in regime ordinario che diurno, che passano, rispettivamente, da 115,8 e 48,8 per mille abitanti nel 2010 a 95 e 31 nel 2016. Il tasso di ospedalizzazione complessivo si riduce da 171,9 per mille abitanti nel 2010 a 132,5 nel 2016.

L’appropriatezza

L’appropriatezza del ricovero ospedaliero migliora ulteriormente, come indica l’andamento dei ricoveri afferenti ai DRG a rischio di inappropriatezza se erogati in regime di ricovero ordinario: in particolare, confrontando i dati dell'anno 2016 con quelli dell'anno precedente, si osserva un aumento della percentuale di regime diurno in 45 dei 108 DRG a rischio inappropriatezza; inoltre, fra i restanti 63 DRG, ulteriori 51 DRG, pur presentando una quota di regime diurno inferiore rispetto al 2015, sono caratterizzati da una riduzione del volume di ricoveri ordinari: in media la riduzione osservata è pari a 6,3%; infine, si può osservare che 98 DRG mostrano una riduzione del numero totale di ricoveri erogati rispetto all'anno precedente.

Complessivamente, quindi, per i 108 DRG LEA si osserva una significativa deospedalizzazione, con un miglioramento dell'appropriatezza organizzativa e dell'efficienza nell'uso delle risorse ospedaliere.

La mobilità

La mobilità interregionale, pur con qualche leggera variazione, si mantiene sostanzialmente costante per ciascun tipo di attività e regime di ricovero, rispettivamente, nell’intorno del 8% per l’attività per acuti in regime ordinario e diurno, del 15% per l’attività di riabilitazione in regime ordinario, del 10% per l’attività di riabilitazione in regime diurno, e del 5% per l’attività di lungodegenza.

Più in dettaglio, la mobilità per acuti in regime ordinario passa dal 7,4% nel 2010 al 8,2% nel 2016, la mobilità per acuti in regime diurno passa dal 7,4% nel 2010 al 9,1% nel 2016; la mobilità per riabilitazione in regime ordinario passa dal 14,7% nel 2010 al 16,3% nel 2016, mentre la mobilità per riabilitazione in regime diurno è pari al 9,2% nel 2010, tocca un massimo di 11,8% nel 2012 e si attesta al 9,3% nel 2016. Infine, la mobilità per lungodegenza è pari al 4,7% nel 2010 e, con piccole oscillazioni, si attesta al 4,9% nel 2016.

La remunerazione teorica

Analizzando il trend della remunerazione teorica negli anni 2010-2016, per tipo attività e regime di ricovero, si osserva una graduale riduzione dell’ammontare complessivo, che passa da 30,9 miliardi di euro nel 2010 a 28,6 miliardi nel 2016; la componente per acuti in regime ordinario risulta ovviamente preponderante, con, a seguire, la componente per acuti in regime diurno e per riabilitazione in regime ordinario.

Più in dettaglio, per l'anno 2016 la remunerazione complessiva si attesta a circa 26,1 miliardi di euro per l'attività per acuti (di cui 23,5 miliardi di euro in regime ordinario e 2,6 miliardi di euro in regime diurno), circa 2,1 miliardi di euro per l'attività di riabilitazione (di cui 2 miliardi di euro in regime ordinario e 91 milioni di euro in regime diurno), e circa 428,9 milioni di euro per l'attività di lungodegenza, per un totale di circa 28,6 miliardi di euro complessivi.

Fra il 2015 ed il 2016 si osserva, per il totale della remunerazione, una diminuzione di circa lo 0,8%.

La qualità della rilevazione

Anche per l’anno 2016, la banca dati SDO è caratterizzata da un elevato livello di completezza della rilevazione, pari al 99,4% per gli istituti pubblici e 99,1% per gli istituti privati accreditati, con una copertura complessiva pari al 98,1% ed una qualità della compilazione in costante miglioramento: il numero di errori per 100 schede si riduce da 27,6 nel 2015 a 25 nell'anno 2016, con una diminuzione di 2,6 punti, come pure si riduce Il numero complessivo di schede con almeno un errore di compilazione si riduce, passando dal 19,9% nel 2015 al 18,8% delle schede pervenute nell'anno 2016, con una diminuzione di 1,1 punti percentuali.



Per approfondire:
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Si, in Risorse Open Access
Infection autoimmunityInfection and Autoimmunity, Second Edition
Shoenfeld, Yehuda; Agmon-Levin, Nancy; Rose, Noel R
2015

Le malattie autoimmuni sono condizioni in cui il sistema immunitario attacca gli organi del corpo anziché gli invasori estranei. Questo libro affronta i vari meccanismi con cui gli agenti infettivi possono innescare l'autoimmunità, fornisce una panoramica su batteri, virus e parassiti, un elenco di malattie autoimmuni e di agenti infettanti che possono indurle.

Infection autoimmunityInfection and Autoimmunity, Second Edition
Shoenfeld, Yehuda; Agmon-Levin, Nancy; Rose, Noel R
2015

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Testo Fonte: www.salute.gov.it
Da metà ottobre a fine dicembre è il periodo più indicato per effettuare la vaccinazione antinfluenzale, per la situazione climatica del nostro paese e per l’andamento temporale mostrato dalle epidemie influenzali.
La vaccinazione rappresenta un mezzo efficace e sicuro per prevenire la malattia e le sue complicanze.
Da metà ottobre a fine dicembre è il periodo più indicato per effettuare la vaccinazione antinfluenzale, per la situazione climatica del nostro paese e per l’andamento temporale mostrato dalle epidemie influenzali.
La vaccinazione rappresenta un mezzo efficace e sicuro per prevenire la malattia e le sue complicanze.

L’avvio della campagna non è uniforme sul territorio nazionale e dipende, in genere, dal momento in cui il vaccino viene reso disponibile alle singole Asl. Anche le modalità di distribuzione e somministrazione dei vaccini possono essere diverse e coinvolgono una pluralità di attori (Servizi di vaccinazione dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, Medici di Medicina Generale, Pediatri di libera scelta).

Come affermato nella Circolare ministeriale 31 luglio 2017 "Prevenzione e controllo dell'influenza- raccomandazioni per la stagione 2017-2018”, obiettivi della campagna vaccinale stagionale sono:
  • la riduzione del rischio individuale di malattia, ospedalizzazione e morte
  • la riduzione dei costi sociali connessi con morbosità e mortalità.

Per ulteriori informazioni:

Ma quanto costa non vaccinarsi?

Al congresso SIHTA Società Italiana di Health Technology Assessment è stata presentata una ricerca Il valore della vaccinazione antinfluenzale: priorità e azioni concrete per aumentare le coperture e migliorare la salute dei cittadini che analizza i costi sociali della mancata copertura e propone un piano di 10 azioni concrete per attuare una prevenzione efficace contro l’influenza.

Il professor Americo Cicchetti, presidente della Società Italiana di Health Technology Assessment, ha così commentato: E’ la prima volta che, grazie all’applicazione delle metodologie dell’health technology assessment, vengono valutati gli effetti delle mancate vaccinazioni sul gettito fiscale, sulle mancate retribuzioni e sul conseguente calo di produzione e vendita di beni e servizi.

“Le 10 linee di azione concrete - ha detto Daniela Bianco, Partner Head dell’Health Care del Gruppo The European House-Ambrosetti - sono il risultato delle analisi e riflessioni di esperti che, in questi mesi, hanno condiviso le proprie esperienze cliniche e le loro conoscenze e studi sull’epidemiologia, sulle modalità organizzative e le ricadute sul sistema non solo sanitario, ma anche economico e sociale della prevenzione vaccinale. Sempre più la salute deve essere considerata e valutata oltre i confini della sanità”.

I risultati della ricerca sono stati commentati su:
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Testo Fonte: www.salute.gov.it
Nel 2015 risultano adempienti 11 delle 16 regioni monitorate, ad esclusione di Molise, Puglia, Sicilia, Campania e Calabria, che dovranno superare le criticità rilevate in alcune aree dell’assistenza: vaccinazioni, screening, assistenza a anziani e disabili, appropriatezza nell’assistenza ospedaliera.
In base ai 35 indicatori della cosiddetta “Griglia LEA”, nel 2015 risultano adempienti la maggior parte (11) delle regioni monitorate (16) ad esclusione di Molise, Puglia, Sicilia, Campania e Calabria, che si collocano nella classe “inadempiente” e che dovranno superare le criticità rilevate su alcune aree dell’assistenza tra cui: vaccinazioni, screening, assistenza agli anziani ed ai disabili, appropriatezza nell’assistenza ospedaliera (es. parti cesarei). Per queste regioni, il monitoraggio delle criticità è effettuato nell’ambito degli obiettivi previsti dal Piano di Rientro.

E’ in estrema sintesi il risultato illustrato nel documento "Monitoraggio dei LEA attraverso la Griglia LEA - Metodologia e risultati dell’anno 2015”, a cura dell'Ufficio 6 della Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute. Si analizza la capacità delle Regioni di garantire ai cittadini l’erogazione dell’assistenza secondo standard di appropriatezza e qualità.


Per saperne di più:


Come si effettua il monitoraggio dei LEA

Il monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza (LEA) per verificare il raggiungimento degli obiettivi di tutela della salute perseguiti dal Servizio Sanitario nelle singole regioni, viene effettuato attraverso due strumenti:
  • la cd. “Verifica Adempimenti LEA” a cura del Comitato permanente per la verifica dei LEA in condizioni di appropriatezza ed efficacia nell’utilizzo delle risorse (Comitato LEA)
  • il “Sistema di Garanzia”, istituito con il Decreto Legislativo 56/2000 e reso operativo dal Decreto Ministeriale 12 dicembre 2001 che prevede la raccolta, l’elaborazione e la pubblicazione di un set di indicatori rilevanti ai fini del monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza.
All’interno della “Verifica adempimenti” è inserita la cd “Griglia LEA”, annualmente aggiornata dal Comitato LEA nell’ambito dei propri lavori. Vista l’efficacia e la semplicità di lettura della stessa, il Patto per la Salute 2010-2012 all’articolo 10 comma 2, ha stabilito di utilizzarla per il monitoraggio e la verifica dei LEA, nelle more dell’aggiornamento del Sistema di Garanzia.

La Griglia LEA

La Griglia LEA 2015 si compone di 35 indicatori ripartiti tra l’attività di prevenzione collettiva e sanità pubblica, l’assistenza distrettuale e l’assistenza ospedaliera erogate dalle regioni e consente di individuare per le singole realtà regionali sia quelle aree di criticità in cui si ritiene compromessa un’adeguata erogazione dei livelli essenziali di assistenza, sia di evidenziare i punti di forza dell’assistenza sanitaria erogata. Tale strumento ha acquisito negli anni una crescente visibilità mediatica, poiché attraverso un punteggio finale di sintesi consente di determinare il livello raggiunto dalla singola regione in termini di performance dei SSR.

Il documento "Monitoraggio dei LEA attraverso la Griglia LEA - Metodologia e risultati dell’anno 2015”

Nel documento, a cura dell'Ufficio 6 della Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute, si illustrano gli indicatori utilizzati, la metodologia di valutazione complessiva e sintetica dell’insieme degli indicatori e i risultati ottenuti dalle regioni sottoposte alla “Verifica degli adempimenti LEA 2015” attraverso una classificazione a due livelli (adempienza, inadempienza). Considerando che l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza deve essere garantita a tutti i cittadini italiani, indipendentemente dall’accesso o meno della regione di residenza al Finanziamento sanitario Nazionale, sono riportati anche i dati delle regioni Valle D’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e delle Province Autonome di Trento e Bolzano. I dati, laddove disponibili, sono pubblicati per il trend temporale 2010-2015.

Nel 2015 risultano adempienti la maggior parte delle regioni ad esclusione di Molise, Puglia, Sicilia, Campania e Calabria che si collocano nella classe “inadempiente”. Tali regioni dovranno superare le criticità rilevate su alcune aree dell’assistenza tra cui, in particolar modo, quelle delle vaccinazioni, degli screening, dell’assistenza agli anziani ed ai disabili, dell’appropriatezza nell’assistenza ospedaliera (es. parti cesarei). Per queste regioni, il monitoraggio delle criticità è effettuato nell’ambito degli obiettivi previsti dal Piano di Rientro.

Analizzando il trend 2012-2015 relativamente ai punteggi della Griglia LEA, emerge che nel periodo considerato è variato il numero di regioni “adempienti” (10 nel 2012, 9 nel 2013, 13 nel 2014, 11 nel 2015) e contemporaneamente, a seguito della modifica delle classi di valutazione per l’anno 2015, sono 5 le regioni che si collocano nella classe “inadempiente” (ossia con punteggio < 140 o compreso tra 140 - 160 con almeno un indicatore critico). Si segnala, in particolare, la conferma di Toscana, Emilia Romagna e Piemonte su punteggi pari o superiori a 200 insieme al Veneto, il netto miglioramento di Abruzzo e Calabria ed il peggioramento di Campania, Puglia e Sicilia rispetto ai punteggi rilevati nell’anno di Verifica 2014. Anche per le regioni che non sono sottoposte alla “Verifica adempimenti”, sulla base dei dati a disposizione, è stato possibile elaborare la Griglia LEA 2015. La relativa valutazione sarà resa nota successivamente.

Anche nel 2015 si conferma l’importante variabilità, geografica e temporale, nell’erogazione dei LEA sia all’interno della stessa Regione che tra le diverse Regioni, come rilevabile nelle schede regionali e sugli specifici indicatori.

Per quanto riguarda il livello della prevenzione, la copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per ciclo base (polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Hib) risulta totalmente raggiunta in Lazio, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sardegna, mentre nella P.A. di Bolzano, in Friuli V.G., Veneto e Campania si registrano bassi livelli di copertura. In tendenziale e generalizzata diminuzione risulta la copertura vaccinale per una dose di vaccino contro morbillo, parotite e rosolia dove tutte le regioni registrano una copertura al di sotto del valore di riferimento, mentre la copertura vaccinale antinfluenzale nell’anziano registra un lieve incremento nella maggior parte delle regioni, seppur costantemente al di sotto del livello soglia. L’attività di screening dimostra, invece, un elevato gradiente tra le regioni centro-settentrionali e quelle meridionali; in quest’ultime non si denotano miglioramenti nel trend 2010-2015 ed i valori dell’indicatore di monitoraggio sono al di sotto del parametro di riferimento.

Per l’assistenza ospedaliera, si conferma il trend in diminuzione dei ricoveri ospedalieri per tutte le regioni ed il tendenziale miglioramento dell’appropriatezza dell’assistenza ospedaliera riscontrabile, in particolare, nella diminuzione dei ricoveri attribuiti a DRG ad alto rischio di inappropriatezza (cfr. Allegato B, Patto per la salute 2010-2012). Ancora elevata la percentuale di parti cesarei primari, con valori ben oltre i parametri di riferimento specialmente in Campania. In tendenziale aumento risulta la percentuale di pazienti con frattura del femore operati entro 2 giorni, anche nelle regioni meridionali che, tuttavia, si attestano ancora su valori inferiori al parametro di riferimento.

Relativamente all’assistenza territoriale, si evidenziano delle criticità relativamente alla presa in carico dei soggetti anziani nelle strutture residenziali, in particolar modo nelle regioni meridionali dove l’offerta di posti letto è carente. Per quanto riguarda l’ospedalizzazione in età pediatrica per asma e gastroenterite si riscontrano dei valori al di sopra del valore di riferimento specialmente nelle regioni meridionali.

Quanto descritto sottolinea la necessità di monitorare il mantenimento dell’erogazione dei LEA per tutte le regioni italiane e andando oltre la valutazione della adempienza complessiva ovvero analizzando, attraverso gli indicatori della Griglia LEA, le singole aree che la compongono.

L’aggiornamento annuale del set di indicatori rende flessibile la Griglia, capace di adattarsi ai nuovi indirizzi politici-programmatori ed in grado di intercettare gli aspetti che via via si individuano come più rilevanti per quanto concerne l’erogazione dei Lea.

La pubblicazione annuale della Monografia rappresenta un importante strumento di supporto e di ausilio nelle attività di promozione e tutela della salute e nella valutazione degli interventi attuati in ambito sanitario a disposizione delle istituzioni politiche e programmatorie sia a livello nazionale che regionale e locale.