The Lancet ha pubblicato i risultati di un nuovo studio condotto da PURE (Prospective Urban Rural Epidemiology).
Lo studio ha analizzato i dati di circa 130mila persone tra i 35-70 anni, provenienti da ben 17 paesi; i partecipanti hanno compilato dei questionari dettagliati sul loro livello e tipo di attività fisica, e su altri fattori (dieta, fumo...). La conclusione degli autori è che l'attività fisica "ricreativa" e "non ricreativa" è associata ad un minore rischio di mortalità e eventi cardiovascolari. L'aumento dell'attività fisica è una strategia globale semplice e ampiamente applicabile a basso costo.
The Lancet
September 21, 2017
Articles
The effect of physical activity on mortality and cardiovascular disease in 130 000 people from 17 high-income, middle-income, and low-income countries: the PURE study.
Scott A Lear, Weihong Hu, Sumathy Rangarajan, Danijela Gasevic, Darryl Leong, Romaina Iqbal, Amparo Casanova, Sumathi Swaminathan, R M Anjana, Rajesh Kumar, Annika Rosengren, Li Wei, Wang Yang, Wang Chuangshi, Liu Huaxing, Sanjeev Nair, Rafael Diaz, Hany Swidon, Rajeev Gupta, Noushin Mohammadifard, Patricio Lopez-Jaramillo, Aytekin Oguz, Katarzyna Zatonska, Pamela Seron, Alvaro Avezum, Paul Poirier, Koon Teo, Salim Yusuf
Comment
Physical activity lowers mortality and heart disease risks.
Shifalika Goenka, I-Min Lee.
“Aging-Ebook. Il libro d’argento su invecchiamento e lavoro” a cura della Consulta interassociativa italiana per la prevenzione (Ciip) affronta le implicazioni di una forza lavoro che invecchia, contestualizzando la situazione italiana nel quadro sociale e legislativo europeo.
Dalla pubblicazione emerge come alla diminuzione progressiva delle capacità lavorative non corrisponda una significativa riduzione dell'esposizione a fattori di rischio. Un’attenzione particolare è dedicata agli operatori sanitari, ai rischi a cui sono sottoposti (fisici, psicosociali e biologici) e alle conseguenze per il funzionamento delle stesse aziende.
La pubblicazione si inserisce nell’ambito della campagna europea 2016-2017 “Ambienti di lavoro sani e sicuri a ogni età”.
La percentuale di lavoratori anziani (che secondo la definizione dell’Oms sono gli ultra 55enni) è infatti in costante aumento, e costituisce una questione prioritaria per gli addetti della prevenzione.
Per saperne di più:
Aging-Ebook. Il libro d’argento su invecchiamento e lavoro
Il rapporto Antibacterial agents in clinical development - an analysis of the antibacterial clinical development pipeline, including tuberculosis evidenzia la grave mancanza di nuovi antibiotici in fase di sviluppo per combattere la crescente minaccia della resistenza antimicrobica.
La maggior parte dei farmaci attualmente in fase di "clinical pipeline" sono modifiche delle classi esistenti di antibiotici e sono solo soluzioni a breve termine. Ci sono ben poche potenziali opzioni di trattamento per quelle infezioni antibiotici resistenti individuate dall'OMS come la più grande minaccia per la salute, inclusa la tubercolosi resistente ai farmaci che uccide circa 250 000 persone ogni anno.
Oltre alla tubercolosi, l'OMS ha individuato 12 classi di patogeni prioritari, alcuni dei quali causano infezioni comuni come la polmonite o le infezioni delle vie urinarie, che sono sempre più resistenti agli antibiotici esistenti e che necessitano urgentemente di nuovi trattamenti.
Il rapporto identifica 51 nuovi antibiotici in fase di sviluppo clinico: tuttavia tra questi farmaci, solo 8 sono classificati dall'OMS come trattamenti innovativi.
Esiste una grave mancanza di opzioni di trattamento per la tuberculosi e per le patologie gram-negative, tra cui Acinetobacter e Enterobacteriaceae (come Klebsiella e E.coli), che possono causare infezioni gravi e spesso mortali, e che pongono un particolare minaccia negli ospedali e nelle case di cura.
Per saperne di più:
Il Board del Calendario per la Vita, viste le numerose richieste di approfondimento ricevute nelle scorse settimane sul documento ‘Recuperi vaccinali: Indirizzi procedurali inerenti l’applicazione della Legge 119 del 31 luglio 2017 sull'obbligo vaccinale per l'iscrizione a scuola’ pubblicato in data 18 Settembre 2017, in attesa che Ministero della Salute ed AIFA emanino indicazioni con carattere di ufficialita’, ha deciso di rendere disponibili le seguenti precisazioni, ad ulteriore chiarimento di quanto già indicato, per facilitare il compito degli operatori impegnati nel recupero dei bambini e ragazzi inadempienti rispetto all’obbligo vaccinale.
Il Board del Calendario Vaccinale per la Vita (FIMMG, FIMP, SIP, SITI) ha elaborato un documento che si prefigge l’obiettivo di supportare i professionisti a qualsiasi titolo coinvolti nell’adeguata calendarizzazione delle vaccinazioni, che a seguito dell’emanazione del recente decreto legge in materia di prevenzione vaccinale per i minori da zero a 16 anni (ovvero 16 anni e 364 giorni), sono state rese obbligatorie per l’accesso a scuola.
Il documento fornisce indicazioni dettagliate inerenti il recupero dei minori che risultano essere “inadempienti totali” (soggetti che non hanno mai iniziato il ciclo primario di vaccinazione), mentre per gli “inadempienti parziali” (soggetti che hanno iniziato il ciclo primario di vaccinazione ma non lo hanno completato nei tempi previsti dal calendario, oppure che hanno effettuato solo alcune tra le vaccinazioni previste) si raccomanda il completamento del programma vaccinale con gli specifici vaccini che vengono raccomandati per coorte di nascita, dosaggio antigenico e numero di dosi.
Il documento presenta appendici dedicate a ogni fascia di età coinvolta. E' facilmente consultabile e può quindi rappresentare uno strumento agevole e chiaro per supportare l'azione dei professionisti impiegati nelle vaccinazioni e un aiuto alle famiglie nel favorire un percorso mirato e personalizzato per ogni situazione.
Per saperne di più:
![]() |
Leggi il documento Recuperi vaccinali. Indirizzi procedurali inerenti l’applicazione della Legge 119 del 31 luglio 2017 sull'obbligo vaccinale per l'iscrizione a scuola |